17/06/11

Eclisse........

La luna, astro presente da sempre  nella storia dell'uomo, la luna  come protagonista  sin dai tempi primitivi per orientarsi con la terra; la semina, il raccolto, la cura dell'orto o il travaso del vino, la luna per la fecondità della donna, per la crescita dei capelli e per influenzare, nel bene e nel male, la vita dell'uomo sulla terra. Possono sembrare discorsi superati, vecchi, di un mondo che non c'è più, noi pensiamo di no, crediamo, ancora, che la vecchia e poco lontana sorella luna, come la chiamava S. Francesco d'Assisi,.influenzi la vita dell'uomo sulla terra ancora oggi, se il clima si modivica, la luna è complice silenziosa, attonia e incredula per come l'uomo stà inquinando, deturpando e soprattutto non rispettando la Natura, che si ribella con catastrofi naturali di potenze inaudite, che mai si erano verivicate, gli esperti li chiamano "cambiamenti climatici", pensiamo che siano incuria e saccheggio del territorio. La luna, anche in questi giorni è stata protagonista indiscussa per una eclisse, molto bella, ma vorremmo qui ricordare che, è stata protagonista in moltissimi film, opere immortali, tutti i poeti hanno dedicato un componimento alla luna, ognuno, nel propio cuore ha un pensiero romantico quando si pensa alla luna. Quindi vogliamo ricordarla con un componimento dialettare che dedidichiamo propio a lei... la luna.

                                                              Alla luna
Quannu ti guardu, 'ntra nuttata, oh Luna
mi pùarti ccu lla mente allu passatu:
cìentu e mill'anni e fforse kiù e quannu
'nzema alla terra tu si' stata fatta.
E ccertu e tannu 'nu pattu aviti fattu
ch'ancora tutte'e notte tu rispìetti
tranquilla e qqueta e ssenza grilli 'nkapu.
Aih cumu si' ddiversa e tutti nui
ch'ogne sepa amu pressu ed ogne cuntu
e dda vrigogna 'nn'amu fattu mantu!
Ma tu si' ssubba e nui,si' ssubba e tutti;
ni guardi, ti nni ridi e tti nni futti.
Passi e du mari, passi e da muntagna,
ssubba l'acqua ti fìermi e ssubba 'a niva
e mmustri sempre 'u stessu visu a ttutti
e ttant'apparti 'u lustru a ttutti sparti.
'U sà cchi ppienzu puru quannu guardu
ssa facce tua chi vidi sempre a stessa?
Pari ca dici ccu ssu pizz'a rrisu
"chissu vùostru è llu veru paravisu?

                                                                                                                                                                 Tratta da: "Liriche in vernacolo Calabrese"di Emilio Benincasa     
 Pellegrini Editore                                                                                                    


                                                                           

4 commenti:

  1. Una bellezza questo scatto Piero, complimenti. Grazie molte per i tuoi commenti sui nostri scatti, che ci fanno immensamente piacere.
    Un caro saluto, Sandro & Cristina

    RispondiElimina
  2. Voi riuscite quasi a commuovermi,
    un caro e affettuoso abbraccio

    RispondiElimina
  3. wow, ma la foto è tua? In ogni caso l'abbinamento foto e poesia è spendido!

    RispondiElimina
  4. La foto è stata scattata dal sottoscritto,con una apparecchiatura non mia, altamente professionale, la poesia è di mio papà
    Grazie

    RispondiElimina

I commenti verranno pubblicati dopo approvazione della redazione del blog,anche se anonimi.