31/01/12

Generale Inverno

E' tempo di risveglio, le giornate si allungano, il sole si concede più volentieri e sbocciano i primi germogli, alcuni fiori e i pochi animali in letargo si godono questa breve Estate di Gennaio.. tra poco, molto presto tornerà il Generale Inverno, per farsi sentire in tutta la sua "freddezza" e forse Oltre. I giorni della merla propio quest'anno sono i più freddi degli ultimi 27/30 anni, ma dopo il tempo sarà bellissimo e se i giorni della merla sono freddi la primavera sarà bellissima, aspettiamo battendo i denti.

24/01/12

Il borgo........

C'è un luogo dove il cielo è più azzurro, quando si creano alcune situazioni metereologiche particolari, è certo che questo posto sia stato classificato uno dei cieli d'Europa più stellati in assoluto. Soprattutto perchè non ci sono fonti luminose eccessive. Questo è un paesello arroccato su una delle ultime propagini della Sila, Bocchigliero in provincia di Cosenza, lontano dai frastuoni della città e dallo smog delle macchine, sempre più vicino all'abbandono, tra breve rimarranno gli impiegati comunali , la giunta e forse l'opposizione e una enorme massa di persone anziane, il paese è finito, o sta per finire, solo con un vero impegno collettivo si riuscirebbe a risollevarne l'amara sorte. Ma cosa veramente e concrecatamente bisognerebbe fare?. La prima cosa riuscire ad essere veramente uniti e solidali, puntare al bene collettivo e mantenere la propia dignità, combattendo giorno per giorno, per non fare scomparire questo borgo di poco più di mille anime. Noi, che amiamo questo borgo facciamo un forte e sentito appello a tutti i bocchiglieresi nel mondo per mettersi al capezzale di un moribondo e fare una diagnosi con annessa cura, che possa far di questo borgo un paese, una cittadina e perchè no, una metropoli di montagna, scherzi a parte, vorremmo che in questo periodo critico per tutti, tutti riflettessimo sul futuro del nostro tempo e forse Oltre.

18/01/12

Rivoluzione??


Abbiamo pubblicato su facebook un piccolo pensiero, o se volete abbiamo informato, su quanto sta succedendo in Sicilia..... vorremmo farvelo conoscere anche a voi, blogger per passione, o forse per tanto, tanto altro che a noi non sfugge, perchè a noi piace andare Oltre...
  • In Sicilia, regione di 5 milioni di abitanti, la gente esplode, assale i benzinai, oramai a corto di benzina e i supermercati, il tutto mette una regione in ginocchio, al collasso... così le primavere arabe che hanno portato ad uno stravolgimento democratico inpensabile fino a qualche tempo prima, allora, bhe!! c'è nessesità di organizzarsi per tempo, per non farsi trovare impreparati agli eventi prossimi, ma noi andiamo OLTRE, senza tentennamenti o indecisioni. guardando avanti e partecipando all'Agora, alla piazza, alle cose politiche, isomma c'è necessità di scendere in campo, mettendoci la propioa faccia e il propio coraggio, ma soprattutto la propia dignità.La Sicilia è bloccata dagli aderenti al Movimento dei Forconi. Questo è un’Associazione di agricoltori, pastori, allevatori stanchi del disinteresse e maltrattamento da parte delle istituzioni. La rivolta infatti nasce proprio da questo e dalle politiche in materia di eccise dei carburanti per il trasporto e agricoltura.

13/01/12

Crisi e Oltre


La parola più usata, in questi ultimi tempi, è propio crisi, ebbene bisogna necessariamente fare un ragionamento più complesso, per comprenderne il significato vero del termine. Nello studio della piscologia e pischiatria la crisi è un momento di cambiamento, anche tumultuoso, ma che porta ad una crescita umana profonda e una maturazione del propio modo di essere. Crisi è anche sofferenza, sacrificio, privazioni e tutto quello che comporta una "Crisi". Oggi la crisi è di sistema, con la globalizzazione, tutti siamo diventati più poveri, non riusciamo a fare, con la stessa cifra, ciò che facevamo un mese prima, i mezzi di comunicazione ci bombardano di storie sulla crisi, suicidi, rapine, scippi e tutto questo fa aumentare le paure, che si amplificano divenendo patologiche , e così la società si ammala e aumentano i costi della martoriata e sanguisuga sanità italiana. Noi vorremmo sorreggere la fiaccola della speranza del futuro di chi verrà dopo di noi, vorremmo dare alle future generazioni un mondo almeno come quello che abbiamo trovato, sapendo che non è semplice, ci vuole impegno, perseveranza e costanza. Concludendo dobbiamo conservare bene la nostra parte decisionista e non farci abbindolare da falsi profeti o santoni ciarlatani, che riecono a penetrare nel tessuto sociale con troppa facilità, soprattutto in tempo di "CRISI". 

09/01/12

La ladra dei ricordi.

  E' l'Alzheimer, la foma più grave di perdita di memoria, abbiamo appreso da diverse fonti, giornali, libri , riviste e siti web che questa malattia colpisce in maniera violenta e irreversibile la nostra memoria, cancellando tutto ciò che c'era, anche le nostre emozioni, una sorta di depressione totale e ancora irreversibile. Una magnifica ed esaustiva risposta l'ha data la dott. Amalia Bruni, dirigente deil centro Regionale Calabrese di Catanzaro e Lamezie Terme, di Neurogenetica dell'Azienda Sanitaria. "cos'è l'Alzheimer?" "E' una grave affezione degenerativa del Sistema Nervoso Centrale che determina il progressivo declino delle funzioni cognitive e il contemporaneo deterioramento della personalità e della vita di relazione". Noi ci sentiamo di aggiungere che, i famigliari e tutti quelli che ruotono attorno a queste persone vogliono non lasciarli soli. Cercare di trattare i malati in maniera dignitosa e condividendo il loro stato di Malati perchè derubati dain ricordi dagli affetti... e forse dela stessa loro vita....


03/01/12

La Befana

Lavoro eseguito dall'insegnante Teresa Brunetti, per Liriche in vernacolo calabrese

Tra pochi giorni arriva,come da tradizione, la Befana e noi vogliamo ricordarla con una poesia in vernacolo calabrese. Come avevamo promesso la traduciamo in italiano, pur sapendo di perdere la musicalità vernacolare ,lasciamo a voi la libertà di decidere, buona lettura.


                              ' A  BIFANA
                                                          
             Iu ma ricùardu lenta,jiaca e bekkja,
             'na vesta longa, tinta e menza rutta,
             'nu saccu 'ntuppellatu subb'i spalli
             e pupe,cavlluzi e ppalle e gomma.
             Subba 'nu libru vìekkju l'haju vista
             doppu chi 'n'annu, a sira e a Bifana,
              'a mamma m'avìe dittu ppe 'mpicare
              'ntra cimineja 'nu quazìettu lùangu
              ch'a mmenzannotte passave lla Bifana
              e 'ntru quazìettu e di guagliuni buoni
              lassave jocarìalli e ccose bone
              e ccinnara e ccarbuni ppe lli tristi.
              Stampatu m'è rrimastu 'mprunta e 'nkore
              chillu chi cc'ere 'ntu quazìettu miu:
              'na palla e gomma subb'u focularu
              e 'ntru quaziettu, 'mpinti a 'nna patata,
              'nu pugnu e quattrusordi tutti nùovi
              'na busta e garramelle e 'nnu turrune
              e 'ntru pedale cinnara e ccarbuni.

                                              
                             LA BEFANA

           Io la ricordo magra, bianca e vecchia,
           con una veste lunga, sporca e per metà  rotta
           un sacco stracolmo sopra le spalle pieno
           di pupazi, cavallini e palle di gomma.
           Sopra un vecchio libro l'avevo vista
           dopo che un'anno, la sera della Befana,
           mia mamma mi aveva detto per appendere
           nel camino una calza lunga
           che a mezza notte sarebbe passata la Befana
           e nella calza dei bravi ragazzi
           lasciava  giocattoli e cose buone
           e cenere e carbone per i monelli.
           Stampato mi è rimasto in fronte e in cuore
           quello che c'era nella mia calza:
            una palla di gomma sopra il camino
            e nella calza, attaccati ad una patata,
            un pugno di quattrosoldi tutti nuovi
            una busta di caramelle e un torrone
            e in fondo  cenere e carboni.
                   

                                                           Tratta da: Liriche in vernacolo calabrese
                                                                        di Emilio Benincasa