19/11/09

Lettera aperta a Gesù Bambino ........tanti anni fà

Caro Gesù Bambino, millenovecentosettantasei anni or sono, nello scendere per la prima volta sulla terra, hai portato un messaggio "Gloria nel più alto dei Cieli e pace agli uomini di buona volontà".
Sei voluto nascere in una grotta, forse per far capire agli uomini che la migliore delle virtù è la modestia, ormai anacronistica nel contesto del vivere umano, così come l'onestà, la giustizia, la legalità, la coscienza, la bontà, relegata nell'angolo più polveroso dei ricordi del passato.
Ma perchè non mandi la Stella che ha guidato i Re Magi alla Grotta della umiltà, ad illuminare le menti di quanti, seguendo la scia del guadagno per il guadagno e del facile arricchimento, hanno  perduto la strada della Grotta e imboccata quella del danaro.
E non dirmi che quella stella ha perduto la sua luce per i troppi anni che sono passati, perchè per uscire dal buio in cui viviamo, ne basta una che dia luce quanto una candela.
Così che, i presidenti vedano che sono troppe le corone ed i telegrammi inoltrati alle famiglie di chi con troppa facilità cade. Così che, i politici, i sindacalisti, i governanti, i responsabili della cosa pubblica, riescano a vedere il caos che hanno creato, le storture che ci circondano, l'abulia che regna padrona in ogni angolo del nostro Paese, il lassismo, il permissivismo, la prepotenza in ogni ceto ed in ogni classe, che sono divendati l'abito mentale dei più, un punto di merito, la punta di diamante per essere Qualcuno.
Così che, chi vuole sanare, o finge di farlo, l'economia dello Stato veda che è impossibile farlo col solo sacrificio delle classi meno abbienti, mentre nulla si chiede, o quasi, a chi ha.
Ricordando, evidentemente, il Padula il quale diceva:" Chi ha,è,e chi non ha, non è".
E dimenticano che non è stato il popolo minuto a rosicchiare lo Stivale, con preferenza per il Piede, perchè nudo ed indifeso da quando, per convenienza è stato attaccato allo Stivale.
Così che, questo vivaio di braccia e di voti a poco prezzo, che è il Sud, veda il tradimento continuo che si stà perpetranto sulla sua pelle da oltre un secolo e a tutti i governi che si sono succeduti, fino a questo attuale.
Così che veda ancora questa generosa gente di Calabria, che a più viene negata la bellezza delle loro montagne, dei loro laghi limpidi, dei loro mari azzurri, per andare fuori a cercare lavoro, umiliazioni e nostalgia, come se nella loro terra non ci fosse spazio sufficiente per costruire posti di lavoro e le possibilità naturali per esportare i manufatti,ma solo quello per costruire centrali elettriche la cui energia come le braccia, serve ad altri; o come se non fosse stata questa, "terra urbertosa", la patria maggiore dei greci: La Magna Grecia.
Così che, gli Uomini di Buona Volontà a cui va il mio saluto ed il mio augurio sincero, possano vedere chiaramente e sicura la strada da percorrere per arrivare al Faro della Grotta, e da questa continuare il cammino intrapreso.
                               Emilio Benincasa
Questo è un pezzo di un giornale che veniva pubblicato a Cosenza e impaginato a Bocchigliero e si chiamava  "L'informatore Calabrese". Ci è sembrato ancora attuale, e presto pubblicherermo altri pezzi altrettanto attuali. Questo è tratto da: Anno II N°1 Gennaio 1977.



12/11/09

Atto intimidatorio!.....da chi?


Quello che abbiamo appreso a  mezzo stampa ci riempie di enorme sdegno, e vorremmo qui spiegarne i motivi.
Nei giorni scorsi, a Bocchigliero c'è stato un atto vile e senza un chiaro motivo, questi i fatti: Lo scorso 3 di Novembre alle 22 circa presso la casa del consigliere di maggioranza Fortunato Lerose, veniva appiccato fuoco con una tanica  di liquido infiammabile, una miscela contenente gasolio. Con l'aiuto dei vicini Fortunato Lerose riusciva a domare le fiamme, quindi veniva presentata regolare denuncia presso la locale caserma dei Carabinieri. Giorno 5 Novembre, sul Quotidiano della Calabria a pag. 30 veniva pubblicato un articolo inerente l'accaduto.
Dove il sindacato Sdl intercategoria, nato nel 2007 dalla fusione di due sigle storiche del sindacato italiano, lancia delle chiare accuse che a nostro avviso offendono la dignità di quanti stanno operando per il bene dei lavoratori della casa di riposo "Santa Maria" di Bocchigliero, e il coordinatore regionale Bruno Graziano, ritiene che questo sia un atto nei confronti di Lerose, per l'impegno e la difesa del livello occupazionale. IL coordinatore regionale afferma che il sindacato non si piega ad alcun avvertimento di carattere mafioso o clientelare.Noi chiediamo come BOCCHIGLIERESI che , il sindacato denunci queste cose e non cerchi di fomentare strane ed occulte manovre. Vorremmo conoscere, dal sindacalista, a cosa non si piega il sindacato, e soprattutto chi minaccia il sindacato e i lavoratori ???? Poi  per la solidarietà al consigliere Lerose,noi non abbiamo alcun tentennamento, e l'atto và condannato con forza e sdegno, ma non strumentalizzassero episodi come questi . Oggi sembra che i sindacati abbiano la verità in tasca, se così è questi signori denunciassero le cose alle autorità preposte e la loro coerenza e serietà la mostrassero sul campo. Noi non riteniamo affatto corretto l'intervento del sindacalista sulla faccenda e per questo chiediamo che si faccia chiarezza sull'episodio e si imbocchi la via maestra per accertare la verità.

09/11/09

Amici e Maestri........

Noi parleremo dei rapporti che ci sono stati tra Don Giuseppe Scafoglio e il Maestro Calabrese del folkore Italiano; Raffaele Corso, fu con certezza maestro di Don Giuseppe, il quale ebbe l'onere e l'onore di occuparsi della raccolta di oggetti e usanze della Calabria; ebbe infatti l'incarico di occuparsi di questo per la prima grande mostra di etnografia italiana, a Roma, che venne organizzata da Loria, su incarico dell'onorevole Ferdinando Martini, presidente del comitato per le celebrazioni del cinquantenario dell'unità d'Italia,che propose, a Loria, di trasformare il museo di Firenze in esposizione. La mostra di etnografia si tenne a Roma nel 1911. Ma su questo aspetto esiste un testo di Luigi Lombardi Satriani e Annabella Rossi del 1973
CALABRIA 1908-10 La ricerca Etnografica di Raffaele Corso
edito da De Luca.
E Per saperne di più su Raffaele Corso basta andare su:  http://www.proloconicotera.it/documenti/Nikotèrie01.pdf dove troverete tutto o quasi su R.C. Noi andiamo, come sempre, oltre e parleremo del rapporto quasi sconosciuto che Don Giuseppe ha avuto con R.C..                                                              
Don Giuseppe cita egli stesso questo rapporto amicale, e non solo, con il Corso e qui riportiamo ciò che pubblicò nella prima  puntata del libretto su "Forme del sostantivo calabrese".
Dall'illustre calabrese, dott.RAFFAELE CORSO, professore di Etnografia nel R. Istituto Orientale di Napoli:
                                                                                        Posillipo,12 Aprile 1928  
     Gentile Professore,
Vedo con piacere il primo saggio da Lei preparato sul sostantivo calabrese, e mi auguro che presto seguiranno gli altri per completare lo studio della morfologia bocchiglierese.
Ella ha fatto, accoppiando la conoscenza della parlata alla passione dell'argomento, un lavoretto utile e degno di essere imitato per ogni luogo dove il si suona.
Coi migliori ossequi                                                                                           Suo
                                                                                                                     R. Corso
Inoltre il Corso, cita G. Scafoglio in "Folkore Italiano" dic. 1929 VII pag.305 dove dice: "Questo richiamo è utile a chi voglia studiare la leggenda o il miracolo della neve nel suo significato ciclico.....
"Bocchigliero è così caratterizzata dal proverbio, che rientra nella classe dei blasoni popolari: "A Buccuglieri c'è 'nu malu cuozzù, Avanti chi ci annuvùle, ci jazze!"...
"Ci auguriamo di veder presto completa la storia di Bocchigliero non solo nella parte storica, propiamente detta, ma aqnche in quella demografica, onde tutta la vita del popolo vi sia rappresentata nel suo passato e nel suo presente,nelle opere e nelle usanze, nelle feste e nelle cerimonie, nelle legende e nelle canzoni che allietano il lavoro nei campi e nelle case".  E' molto evidente come R. C. sproni Don Giuseppe al lavoro di ricercare e catalogare gli usi e i costumi di Bocchigliero conoscendone le potenzialità. questa citazione è fatta dal C. da "Bocchigliero e Santa Maria di Gesù" Soc.Tip. Ed. Barese 1916.
La foto, Raffaele Corso.