30/12/10

Le feste dopo il Natale

Dopo il Santo Natale le feste proseguono con l'attesa della fine dell'anno,la notte di S. Silvestro, e poi l'Epifania che tutte le feste porta via. Ma noi quest'anno vorremmo parlare di alcuni dettagli delle feste. Come la notte del 31 dicembre, che viene festeggiata in tutto il mondo, se pur ad orari diversi, per i diversi fusi orari. In questa serata tutti vogliono brindare al nuovo anno per augurarsi ogni bene per l'anno che sopraggiungerà. Un tempo, non troppo lontano, in alcuni paesini della Sila Calabrese   http://www.parks.it/parco.nazionale.sila/    era usanza preparare alcuni strumenti e, dopo cena si andava casa per casa ad augurare ogni bene, di contro i propietari della casa offrivano loro ogni ben di Dio, frutta, dolci prevalentemente di origine Araba,e non poteva mancare il vino, padrone indiscusso delle tavole di ogni ceto sociale. E' stato trovato un motivetto musicato da un grande maestro, che visse e si sposò propio a Bocchigliero    http://it.wikipedia.org/wiki/Bocchigliero, tra le montagne della Sila Calabrese. Il chiarissimo prof. Giacomo Carrisi, parente di Albano Carrisi, noi vi regaliamo le parole originali:
"Cari signuri quantu siti belli ca siti nati n campu lla marina u mari vi mantene frischi e bielli cumu la rosa russa lu jardinu sa venire vieni mo fa nu friddu chi si mo se nu vieni prestu prestu ti vo benare u sequestru"
Noi con questo ci congediamo, per quest'anno, augurando a tutti voi tanta setenità e prosperità, per l'anno che stà arrivando
BUON ANNO...... e oltre  

22/12/10

Santo Natale 2010

BUON NATALE.., è quasi banale dirlo oggi con il significato di un tempo, oggi è Natale se c'è il regalo più ambito, se si sfoggia più del vicino o si fà l'addobbo più bello,dimenticando tutto quello che il Natale nasconde sotto l'alone di episodi come la natività e il perigrinare da un posto all'altro per partorire e poi, Maria, stanca e alla fine della sua gravidanza, sarà una umile e fredda grotta scaldata solo dal un bue e un asinello, che l'accoglieranno per l'evento che cambierà per sempre il destino dell'uomo; la nascita del Signore Gesù che per i peccati dell'uomo si farà crocifiggere. Anche la nostra esistenza è fatta da mille e più sacrifici e rinunce, a volte anche fatta da semplici e piccoli piaceri, come quello di donare agli altri per ricevere; un sorriso,una sensazione mista ad emozione o ancora un semplice  grazie, noi senza troppi fronzoli vogliamo augurare a voi tutti la nascita di una nuova coscenza spirituale e culturare che possa donarci la chiave della serenità........sincero e sereno Santo Natale a tutti i Cristiani della nostra Madre Terra.

18/12/10

Leonardo Mazza da Bocchigliero........

E' con rinnovato vigore e crescendo entusiasmo che chiediamo a tutti voi di contribuire a questa nosta ennesima, e non ultima, battaglia di cultura, di civiltà e di futuro. Vorremmo portare a vostra conoscenza un nostro conterraneo che è vissuto molti anni fà, ma avendo lasciato qualche cosa di scritto, ci pare opportuno e doveroso, farvi conoscere alcuni scritti di questo nostro compaesano, di una elevata cultura. Il personaggio in questione è Leonardo Mazza. Onestamente le notizie in nostro possesso sono veramente poche, ma qualcuno deve pur iniziare, e noi partiamo accennando alcuni episodi di questo sconosciuto personaggio di cultura elevata e di origine bocchiglierese, un figlio di Bocchigliero, che merita essere conosciuto da tutti i bocchiglierese e non solo. Certo è che esiste un libro, che circola da molti anni, ed è stato anche venduto all'edicola di Bocchigliero, vecchia gestione, dal titolo "Rime e Prose per Leonardo Mazza da Bocchigliero". Questo testo che si compone di oltre trecento pagine è un vero capolavoro di scrittura dell'epoca, la dedica introduttiva è datata 1862. Vogliamo qui riportare propio questa dedica  che L.M. fa al padre, per cominciare a capire i valori che c'erano un tempo



E' a voi, mio amatissimo Padre, cui deggio offrire questo
 qualungue siasi parto del mio debole ingegno; a voi, cui son debitore di una doppia vita, della naturale e della civile. Il merito più grande, che abbia un Padre, ond'esigere dai suoi figli rispetto, e gratitudine non consiste tanto nella esistenza fisica ad essi data, quanto nella esistenza morale, cioè nell'educazione, poichè senza di questa a nulla vale la vita. Voi, a differenza di alcuni padri, che lasciano imbrutire i loro nati nell'ozio, nella ignoranza, e nella scioperataggine, avete pienamente compreso quali siano gli obblighi di un padre, e che la ricchezza migliore, la quale possa da questa lasciarsi alla sua prole, e per lo appunto la virtù, e quindi non avete tralasciato mezzo alcuno, onde darci una educazione confacente al nostro stato. E' per questa, che io vi professo la più grande obbligazione, e non posso diversamente dimostrarvene la mia gratitudine, che offrendovi queste pagine,le quali, se hanno qualche cosa di buono, faranno piuttosto il vostro onore, anzicchè il mio.
Vi bacio  con rispetto le mani, e sono
Da Bocchigliero li 2 Novembre 1862
                         Vostro aff.° figlio
                         Leonardo Mazza  


Chiunque abbia notizie su Leonardo Mazza può contattarci.Chi desidera avere una copia dell'intero libro, fotocopiato, può farne richiesta al nostro indirizzo di posta eletronica       gattica@live.it

14/12/10

Alcune poesie in vernacolo Calabrese

NEVICA.......nevica

Jazze! E fore jazze: pannizzìe
'A niva kjanu kjanu s'ammunzelle
facìannu tuttu jancu 'ntunnu  'ntunnu:i ceramili russi e subb'e case
'e lavinelle stritte e du paise
i fìarri e di barcuni 'e cimineje,
l'arbuli addormisciùti e sampinati.
'Ntru cìelu dinentatu vasciu vasciu joche lla niva 'mmentre si nni scinne,
cumu nu fùacu 'ntra  'na notte e festa.
'A gente passe senza fare stusciu tenìannu a kapu vàscia e ccummugliata e ccaminannu 'mpressa ppe llu friddu.
Intantu a niva ammucce lle pedate
cadìannu queta senza 'n'ugna e vìantu.
'Nu pettirussu ch'è rrestatu sulu,
'ntre rame senza pàmpine e du brunu,
si scùotule lla niva e subb'e pinne,
si gire e vote e mmere cumu jazze.
Abbiamo voluto inserire questa lirica in vernacolo calabrese perchè in Sila e a Bocchigliero stà nevicando copiosamente, del resto tutto ciò era stato ampiamente ed anticipatamente previsto, ma per noi ogni volta che nevica è la stessa identica cosa ,approfittiamo per ringraziare quanti partecipano al nostro blog-sito, con rinnovato interess





13/12/10

13 Dicembre S. Lucia 2012


Riproponiamo un vecchio post, ma attuale e certamente gradito ai più, ci scusiamo per non essere molto presenti, ma a breve capirete il perchè. Buona lettura.



Che Siracusa sia stata colpita da una grave carestia nel 1646, durante la dominazione spagnola, è storia. Che nella disperazione del momento sia giunta una nave carica di frumento e che questa circostanza sia stata ritenuta un miracolo, è possibile. Certo è, però, che da quel momento alla devozione per Santa Lucia è stato associato l'uso del mangiare la cuccia il 13 dicembre di ogni anno. Il nome "cuccia" può derivare dal sostantivo "cocciu", chicco, o dal verbo "cucciari", cioè mangiare un chicco alla volta. La tradizione vuole che questo dolce sia distribuito a famigliari, amici e vicini di casa. Le briciole si lasciano su tetti per essere catturate dagli uccellini. Altri paesi del sud dell'Italia hanno questa tradizione ormai quasi in disuso ma non a BOCCHIGLIERO che ancora, ieri 12 Dicembre, molti delle persone rimaste, per continuare una millenaria tradizione hanno reparato "la cuccia" che a Bocchigliero si fà con il grano e il mosto cotto, e non vi nascondo che ieri ne ho gustato un piatto intero..... gustosissima e oltre. La leggenda racconta di un miraco che S.Lucia  fece ma questa è la storia mista a legggenda                                               Nacque a Siracusa, ma non si conosce con certezza la data. La sua vita d'altra parte è intessuta di elementi leggendari, che stanno a testimoniare l'enorme venerazione di cui la santa ha goduto e gode.




La sua passio afferma che Lucia subì il martirio sotto Diocleziano, per cui si è voluto fissare la data di nascita al 283. Il più antico documento che la riguarda è un'iscrizione del V secolo in cui si parla di una certa Euskia, morta il giorno "della mia patrona Lucia".



Secondo la passio la giovane apparteneva a una ricca famiglia siracusana, promessa sposa a un pagano. Per una malattia della madre compì un viaggio a Catania, per visitare il sepolcro di S. Agata, sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità. Distribuì perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio. Arrestata su denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si strappo gli occhi. Solo dopo questi tremendi tormenti cadde sfinita e morì. Le sue ossa non si trovano a Siracusa in quanto, come pare, trafugate dai bizantini, Furono portate a Costantinopoli, da dove furono saccheggiate dai Veneziani.



L'iconografia risente fortemente dell'episodio dello strappo volontario degli occhi in quanto la santa è raffigurata con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi. Altri attributi possono essere una spada oppure anche una tazza da cui esce una fiamma. A Siracusa le stampe popolari riproducono la santa su un fercolo d'argento, con un mazzo di spighe in mano, la tazza con gli occhi e un pugnale conficcato in gola. La sua festa cade il 13 dicembre. Prima dell'introduzione del calendario moderno (1580) si celebrava il 21 dicembre il giorno del solstizio invernale, da cui il detto "S. Lucia il giorno più corto che ci sia". La festa è caratterizzata da pratiche devozionali di tipo magico-esorcistico e solare-agrario. Si confezionano in questo giorno pani a forma di occhi che, benedetti, si mangiano con lo scopo di preservarsi da malattie oculari. A lei si offrono anche ex voto d'argento a forma di occhi, che vengono appesi sulla "vara" il giorno della festa. I fuochi accesi la vigilia della festa sono l'indicazione più evidente che ci troviamo in presenza di rituali Festivi legati al trapasso stagionale più delicato dell'anno, col progressivo scemare della luce, per cui occorre esorcizzare, il pericolo del non ritorno della luce. La Santa è stata più volte messa in relazione con la dea greca Demetra o con la romana Cerere, i cui attributi principali erano il mazzo di spighe e la fiaccola. I fedeli recano come offerta frumento bollito, cibo cerimoniale che veniva consumato anche nei misteri della dea greca. "Luce degli occhi, della vista", "luce del mondo", "luce cosmica": le espressioni rivelano non solo una chiara simbologia spirituale di grandissima intensità, ma soprattutto quella visione cosmologica delle civiltà passate e delle moderne culture contadine in cui s'alternano luce e notte, vita e morte, in un percorso che nella sua circolarità e garanzia di un eterno fluire e ritornare delle cose: l'eternel retourn, come direbbe                                         M. Eliade   http://it.wikipedia.org/wiki/Mircea_Eliade                         . Per saperne di più sulla chiesa di S. Lucia alla Badia   http://www.galleriaroma.it/Siracusa/Monumenti/Chiese%20Aperte%20al%20culto/Chiesa%20di%20S%20Lucia%20Alla%20Badia.htm

11/12/10

PRESAGIO....Nord......Sud

"O MIA BELLA MADU'NDRINA"
Articolo estrapolato da:   http://www.ilvelino.it/                                        - Esordio milanese col botto per il libro di Monteleone e Manti

Calabria, 9 dic (Il Velino) - Un viaggio in un libro. Un viaggio, non per svago ma per scelta, responsabile e necessaria, di capire e aiutare a capire. Un viaggio in una Lombardia che, per certi aspetti, è più Calabria della Calabria stessa. Evidenziare come l’emigrazione verso il Nord non abbia riguardato solo i cervelli ma anche i soldi da riciclare e le menti criminali e soprattutto spiegare, senza tralasciare i recenti fatti di Reggio Calabria, come la ndrangheta si sia estesa al nord: questi i propositi. ‘O mia Bella Madundrina, da Sud a Nord l’inarrestabile ascesa della Ndrangheta’, volume edito da Aliberti, scritto a quattro mani dai reggini Felice Manti, firma del ‘Giornale’, e Antonino Monteleone, inviato di La 7 per la trasmissione televisiva ‘Exit’, sarà presentato questa mattina nella capitale commerciale del nostro paese, divenuta simbolo della potenza economica del crimine mafioso calabrese che, in ragione della debolezza del tessuto produttivo, imprenditoriale ed economico del Sud, negli anni Sessanta ha aggredito, e senza neanche troppa fatica, il tessuto invece prolifero del Nord. Presto una presentazione anche a Reggio Calabria, ma intanto oggi l’esordio al circolo della stampa di Milano per il volume, ultimo cronologicamente nella letteratura già nutrita sul tema, che però non rappresenta semplicemente ‘un altro libro, un altro titolo’ da aggiungere alla bibliografia in esponenziale crescita, ma si propone come un racconto. E a proporlo sono chi la guerra di mafia l’ha vissuta, Felice Manti, e chi, come la generazione successiva, ne ha raccolto la pesante eredità e ha voluto studiarla e comprenderla, Antonino Monteleone. Un viaggio al Nord ma tornando al Sud, terra matrigna di origine, e il tutto senza dimenticare ciò che oggi sta accadendo a Reggio Calabria, la strategia della tensione con cui le ‘ndrine colpiscono le istituzioni di cui, anche, si servono in tutta Italia per infiltrarsi, per gestire potere, per prevaricare e calpestare i diritti e il bene comune. Dunque il racconto e la denuncia di coinvolgimenti di apparati, di segmenti della Stato, quello infedele, quello corrotto, quello abitato o connivente con faccendieri, quello deviato che lascia trapelare informazioni, che spiffera notizie per consentire a chi è ricercato dalle forze dell’ordine di sfuggire alla cattura. Tra le tante voci raccolte dai giornalisti reggini Il contributo fondamentale di un agente del servizio segreto civile in forza a Reggio Calabria per diversi anni, che ha delineato un rapporto sinallagmatico, di prestazioni dunque corrispettive tra Stato e intrastato mafioso, tra pezzi di istituzioni e boss della ndrangheta.



Trattative quasi quotidiane in grado di, e questo è il grave campanello di allarme, condizionare le attività investigative della magistratura. Poi ancora ascoltato lo storico pentito di ndrangheta, Saverio Mandalari che fornisce un’interpretazione dei pentimenti in seno ai Tegano e ai Logiudice e del loro ruolo all’interno delle nuove dinamiche della criminalità a Reggio Calabria. Voce anche al disagio di un giovane dal cognome pesante e dalla reputazione forse irreversibile che, ad oggi, studia all’Università e si dissocia dalla ndrangheta, nonostante sia il nipote di un potente capobastone calabrese. Fatto anche il punto sulla politica con un’intervista ad Alberto Sarra, sottosegretario alla Presidenza della Regione Calabria, citato in alcuni atti giudiziari ma mai indagato, il quale si è concesso ai due giornalisti reggini, contrariamente a quanto fatto dal presidente della Giunta Regionale Giuseppe Scopelliti, sottrattosi invece alle loro domande. Eppure l’impegno sul tema è ben manifesto, atteso che proprio Alberto Sarra e Giuseppe Scopelliti, unitamente a Consigliere regionale delegato all'Emigrazione, Alfonsino Grillo, sono stati a New York per un incontro internazionale teso ad avviare un progetto di collaborazione sui temi della criminalita' organizzata, che nel 2011 porrà a disposizione della Calabria esperti internazionali in grado di porre in essere strategie di cooperazione e 'best-practices' idonee a fronteggiare le organizzazioni criminali'. Dalla Calabria alla Lombardia per esplorare quella zona grigia di cui tanto di parla senza che si venga a capo di chi effettivamente la popoli, la alimenti. Un viaggio che la ndrangheta ha avviato già da mezzo secolo quando, come richiama l’introduzione del libro, nel film girato nel 1956, ‘Totò, Peppino e la malafemmina’ con lo straordinario principe De Curtis, l’umile contadino Antonio Capone, nel primo Dopoguerra, colloca Milano in Calabria. Un presagio, forse un’intuizione. Oggi una verità che Felice Manti e Antonino Monteleone scandagliano e che oggi, certamente e purtroppo, non fa più ridere.

(red/cal) 9 dic 2010 10:59

10/12/10

I tempi incalzano.....150 anni

E' tempo di bilanci, di auguri,di rimpianti e pensieri che affollano la n
ostra mente, propio quando arriva questo periodo si torna al passato, a quello che era, è stato e oggi non è più, abbiamo bisogno di ricordare, recuperare e non perdere le nostre agognate Radici, indispensabili e difficili da recuperare quando ci sono guerre o catastrofi che annullano il nostro passato, ma non solo, molte volte anche l'emigrazioni creano l'assenza di radici e questa necessità, durante la vita, di cercarle disperatamente, a volte con entusiasmo altre con un segno distinto di opaca rassegnazione. Leggiamo, quotidianamente, della nostra terra solo ed esclusivamente fatti negativi che impressionano chi vive lontano da questa terra, madre e matrigna, dolce e violenta, romantica e fredda, arida, senza futuro e oltre veramente oltre. Anche i suoi figli, sparsi per il mondo, hanno ormai perso ogni speranza di riscatto, o di qualsiasi miglioramento, loro i figli oramai naturalizzati del grande, progredito e ricco Nord, quando in questi periodi si ritorna, o con la mente o con il corpo, si pensa a criticare pensando come e soprattutto cosa si fà al Nord o addirittura in Svizzera, Germania, Francia, Belgio e anche in America. Una cosa è certa che "il Ritorno" è necessario come bere,tuffarsi nel propio passato per ricaricarsi e credere in se stessi ancora di più, quasi un andare aritroso per proseguire la strada. Ci congratuliamo e ringraziamo quanti in questo anno e mezzo ci hanno seguito e continueranno a farlo, con l'augurio che l'anno che verrà possa essere l'anno della riscossa del Sud, per essere quello che si è stato prima dell'Unità d'Italia, anche perchè propio l'anno che verrà ci saranno, sono già iniziati, i festeggiamenti per i 150 anni dall'Unità d'Italia. A tale proposito vogliamo qui ricordare un editoriale dove, ricordando l'unità d'Italia, si sottolinea come il Regno delle due Sicilie salvò l'Italia intera, rimpinquendo le casse dei Piemontesi e dei Lombardi. L' Unità d'Italia diede vita ad una forma di brigantaggio terroristico per abbattere l'invasore che fece strage anche di civili ed interi villaggi, riportato questo da pochissimi testi storici e oggi con una lettura più attenta di quel periodo si evince come il Sud è stato portatore di oro alle casse della neonata Nazione Italia, oro che è stato quantizzato più del doppio di Lombardia e Piemonte, dissanguate dalle ultime guerre perse. Da quel momento il Sud o meglio il Regno delle due Sicilie è stato lasciato al suo destino. Poi, sono arrivati a smantellare tutte le fabbriche del Regno ed è iniziata la Grande emigrazione delle braccia del Sud prima verso l'Argenina, l'Australia e l'America e poi dopo la seconda guerra mondiale verso l'Europa; Belgio, Germania,Francia e infine,con le valige di cartone verso il Nord per mettere in moto la locomotiva industriale dell'Italia, Torino, Milano ed in file l'Emilia Romagna. Questo ha consentito al Nord di crescere e il Sud crostretto a vivere di clientela e di assistenzialismo.Vi consigliamo, per queste festività, di leggere il libro, davvero bello, edito da Mondadori e scritto da Giordano Bruno Guerri. Si intitola " Il sangue del Sud" e il sottotitolo è "Antistoria del risorgimento e del brigantaggio". Le cifre che ci sono in questo libro, sono a dir poco sorprendenti, ne cito una per tutte;l'Esposizine Universale di Parigi, nel 1856, premiò il Mezzogiorno come terzo paese al mondo per Sviluppo Industiale Oggi l'appello và fatto a tutti gli uomini, di buona volontà, che hanno a cuore o ancora meglio nel cuore la propia terra che chiede, ai suoi figli migliori, anche a chi amministra o è parte della cosa pubblica in altre parti d'Italia, un aiuto per poter risalire la china in maniera dignitosa e onesta, mettendo da parte vecchi rancori e cercando sinergie di ogni genere per poter progettare un futuro migliore per i figli di Calabria che verranno dopo di noi. Questo è l'augurio che ci facciamo e facciamo a tutti voi.


















03/12/10

Hackers

E' già molto conosciuto per  le sue  violazioni di sistemi di sicurezza, è anche ricercato per stupro e hacheraggio,cioè violazioni via internet di sistemi di sicurezza, certamente questo sito  http://www.wikileaks.org/  stà sconvolgendo l'intero pianeta, pubblicando file riservati o addirittura segreti di tutte le ambasciate Americane del mondo, che informano la Casa Bianca,dove pare abbiano iniziato a difendersi con le diplomazie di mezzo mondo. Ma chi è l'ideatore e fondatore di questo sito??? semplicemente un hacker, cioè un pirata informatico che sfida i più impenetrabili sistemi di sicurezza, termine Americano per indicare persone altamente competenti in ingegneria e informatica. Questo sito propio ieri è stato oscurato per sei e più ore ricomparendo come   http://www.wikileaks.ch/  riaprendo i battenti virtualidi questo sito che stà facendo tremare i grandi della terra. lui Julian Assage   http://www.liquida.it/julian-assange/  è ricercato dalle polizie di tutto il mondo, sembra un Robin Hood dei tempi moderni. Un fustigatore dei potenti del pianeta, egli è stato rifiutato dal Pentagono un pò di anni fa e oggi si vendica dimostrando di essere veramente forte!!!!!! I video di wikileaks