30/09/09

riflettendo...................


Leggendo, e pensando a questo progetto, mi sono chiesto; come fà, chi legge, a comprendere il progetto nella sua interezza?. Non è cosa facile,ma noi ci vogliamo provare. E come?.Cercando di partire dall'inizio, senza tralasciare nulla, e, sopratutto, non dimenticare di ricordare quanti ci hanno spinto e incoraggiati a continuare per non disperdere tante energie che, se canalizzate, possono dar vita a una grande progetto complessivo che possa contribuire a migliorarci attraverso gli altri non pretendendo troppo dagli altri ma tanto da se stessi. Tante volte ci siamo chiesti se costruire un luogo , o piazza virtuale, dove poter confrontarsi ed esprimere il propio pensiero, anche se diverso dal nostro, e anche in questo caso la risposta definitiva è stata:SI. Noi pensiamo, che sia una necessità dei tempi e delle reali necessità. Oggi, più che nel passato, si ha la necessità di essere sempre in contatto con gli altri per tanti e tanti motivi, che non stò qui ad elencarvi. Ma torniamo al nostro progetto, vorremmo recuperare e rivalutare tutto ciò che merita non essere dimenticato, per trovare nuovi stimoli, nuove e più vigorose energie che sinergicamente creino le condizioni per un futuro miglore. Partendo dall'inizio, qui, voglio ricordare la disponibilità di tanti BOCCHIGLIERESI,possessori di siti internet, che hanno pubblicato alcuni appelli da noi fatti per avere notizie su di un illustre bocchiglierese, che già dagli anni 20' portò molto in alto il paese BOCCHIGLIERO, egli infatti scriveva di folklore su riviste di respiro EUROPEO. Quindi, per questo e tanto altro andremo a scoprire usi e sopratutto interpretare quella cultura,quella vita spirituale, quel mondo pittoresco e favoloso che affiorava autentico, integro ed incontaminato nelle tradizioni popolari, tramandate oralmente da generazioni in generazioni. In questo scritto vogliamo far conoscere a tanti le tradizioni i riti e i momenti felici di un mondo che non esiste più, e vogliamo che chi ci sarà dopo di noi possa conoscere ed eventualmente apprezzare, il nostro passato, le nostre radici. Ma non dimenticarsi del presente, segnalando tutto ciò che riteniamo apprezzabile, godibile e bello......................

oltre........autoritratto Mattia Preti


Mattia Preti e’ da considerarsi il più grande pittore della Calabria. Nasce a Taverna il 14 Febbraio 1613 da Cesare e Innocenza Schipani, appartenenti al ceto degli onorati e quindi in grado di procurargli una buona educazione. Fu, infatti, affidato alle cure del sacerdote Marcello Anania, persona qualificata e dotta.Nel 1630, migra a Roma presso il fratello Gregorio anche egli avviato già alla pittura. In quell’ambiente conosce la produzione pittorica di Caravaggio e dei caravaggisti, avvertendone un forte richiamo e cominciando a creare egli stesso opere di geniale magnificenza; Longhi lo ritiene “Secondo solo a Caravaggio”. Visse a Roma per trent’anni, viaggiando nel frattempo per l’ Italia e all’estero: Bologna, Cento, Venezia, Genova, Le Fiandre e Spagna. Comincia così la sua notorietà da pittore, le commisioni di dipinti, le protezioni di potenti mecenati, tant’è che nel 1642 fu nominato Cavaliere di Malta. Dal 1653 il pittore soggiorna a Napoli ove esegue cospicue serie di affreschi e numerose pale d’altare, divenendo personalità di spicco nella città. Ivi definisce il suo stile in modo più personale all’interno del realismo figurativo vigente in quella città, ed esegue dipinti di matrice caravaggesca mediata attraverso lo studio dell’opera di Battistello Caracciolo e di Massimo Stanzione. Nel 1656 incontra il giovane ma già affermato astro nascente della pittura napoletana Luca Giordano. Tra il 1657 e il 1659 esegue gli affreschi votivi dipinti sulle porte della città per la fine della peste, purtroppo oggi perduti; nei bozzetti per i distrutti affreschi Mattia Preti sfodera tutto il suo repertorio, dai ricordi caravaggeschi (i morti dal corpo livido in primo piano) al Guercino, e attraverso di lui i veneti, e ancora la contemporanea pittura romana, per costruire una composizione teatrale, consapevolmente drammatica. Esegue il ciclo, sul soffitto della chiesa di San Pietro a Maiella, con Storie della vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d’Alessandria, le due redazioni del Figliuol prodigo che oggi si trovano al museo di Capodimonte e a Palazzo Reale a Napoli, il San Sebastiano per la chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori e la Madonna di Costantinopoli nella chiesa di Sant’Agostino agli Scalzi.
Nel 1661 è richiamato dal Gran Maestro dell’Ordine, il Cottoner, a Malta, dove si stabilisce e si impegna come pittore ufficiale dei Cavalieri dell’Ordine nella decorazione della cattedrale di San Giovanni a La Valletta e in numerose tele per le chiese dell’isola. Fino al 1699, anno della sua morte, produce a Malta una mole di opere che, collocate nel contesto creativo dell’intera vita, fanno ipotizzare al Sergi una produzione complessiva di oltre 400 tra tele ed affreschi.
Dal 1672 realizza numerose tele nelle chiese della natia Taverna, molte delle quali sono esposte nella chiesa di San Domenico e nel Museo Civico.
La pittura è stata per Mattia Preti l’essenza della sua vita ed il tramite per avvicinarsi a Dio, tanto che amava dire ai poveri che considerava tanto: “per voi dipingo, non avendo per me bisogno di nulla”. L'artcolo è tratto da: http://tavernailbelpaese.wordpress.com/

29/09/09

Storia del folklore Italiano


E' Giuseppe Pitrè, il più grande raccoglitore e studioso di tradizioni popolari. Molti, e non solo i Siciliani, devono essere grati a Pitrè per il lavoro da lui svolto lungo il corso della sua vita. Nacque a Palermo il 21/12/1841, e morì il 10/04/1916.Per saperne di più, noi ci affidiamo alla rete e a tale proposito segnaleremo di volta in volta siti o blog che riteniamo interessanti. http://www.irsap-agrigentum.it/pitre1.htm . Questo ci sembra intereressante per le informazioni che ci ha dato. Ma tornado a G. Pitrè, noi ne parliamo per un motivo molto semplice, avendo detto che non vogliamo tralasciare nulla, ci è parso corretto parlarvi del pioniere del Folklore. Fondò la demopsicologia, ossia la scienza che studia le tradizioni e la cultura di un popolo,quindi le radici e la storia popolare del nosto paese, che insegnò a Palermo. voglio qui ricordare ciò che disse di sua madre :"era la mia Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane".

26/09/09

sfumature....e colori



E' importante non perdere di vista il presente, ed è per questo che questo spazio è dedicato al presente. Quello che vedete sono sculture di un artista che ha dedicato la sua vita all'arte,alla ricerca delle cose del passato e soprattutto a tutte le espressioni artistiche e culturali. Egli, ha raccolto,nel Museo della civiltà contadina; oggetti che venivano usati dai contadini, ma non solo, ha sempre contribuito alla crescita socio -culturale e politica della comunità di Bocchigliero, e spesso non ha avuto, da nessuno, i dovuti elogi ed encomi che , un artista come lui merita. Noi vogliamo rendergli omaggio e pubblicamente dirgli un semplice grazie. Domenico Fontana è, tra l'altro, un vero ricercatore, un etnografo del folklore;egli infatti ha catalogato e, con ordine certosino, raccolto decine di foto del nostro passato per dare alle future generazioni un punto fermo nel riconoscere le radici, per sapere come eravamo, e l'evoluzione, nel bene e nel male, che abbiamo avuto. Inoltre,e non infine, ha organizzato una Pinacoteca, raccogliendo opere di artisti locali e non, nel palazzo Tucci a Bocchigliero, ma di questo e altro avremo modo di parlarne in futuro.Noi, avremo modo di collaborare con Fontana, perchè egli ha condiviso il nostro progetto e siamo felici di averlo tra i nostri più attivi collaboratori.Vogliamo qui ringraziarlo per le foto e la sua squisita disponibilità..........
per saperne di più:
.....andando oltre...........Grazie "Baffù"


























25/09/09

Poesia: omaggio a BOCCHIGLIERO




U' PAISE MIU


Sta 'ncavarcatu subba 'nu cristune
cumu 'nu viakkju subba 'na sumera
'stu paisiallu dduve sugnu natu
tant'anni arrieri
Arentu si chiamave 'ntiampi antichi
mò, cumu Vucchiglieri è ccanusciutu.
E pini e cerze e dde castagne antiche
ha 'nna curuna.
Cca 'nta 'nu campusantu pittirillu,
guardati e 'nu cipressu giuvaniallu,
dduv'u cardillu cante e ffa lu nidu,
dormanu i miji.
'A gghiazza, ch'è 'ntru 'mmienzu e du
paise è cumu 'nu salottu 'ntra na casa
dduve si parre e stanu sempre 'nzema
picculi e ranni.
Cca si vide ll'amicu ccu ll'amicu.
cca si parre dde caccia e dde pallone,
cca si fanu cuntratti e ssi cunkjiude
e cca... Si campe.

24/09/09

Gattica




E' sicuramente priva di significato una parola del genere, per chi non associa ad essa tanto lavoro, o una località con la quale si è avuto a che fare; o durante l'infanzia o forse nel corso della giovinezza, e perchè no durante gli anni maturi in cui, nei caldi pomeriggi estivi, si stava , quasi fissi, a Gattica...; Una località che si trova in un comune su di una delle ultime propaggini della Sila, prima di calarsi dolcemente nel Trionto, fiume che un tempo, molto lontano, era quasi certamente navigabile.E probabilmente il prof. don. Giuseppe Scafoglio, mentre stava in questo posto, Gattica, scriveva così: "BOCCHIGLIERO, alta terra silana, che prospetta il Golfo quadrangolare di Taranto, là ove sfocia il Trionto ingrossato, nel medio suo corso, a valle di Cropalati, dal volume d'acqua eguale, della bocchiglierese Arenzana".

21/09/09

andare oltre.................


Non era passato tanto tempo, che mi sono imbattuto in un illustre bocchiglierese, questo non ha cambiato i miei obiettivi, ma li ha accelerati focalizzati, in poche parole ho, insieme ad alcuni amici, ritenuto giusto non far disperdere tanto materiale di un illustre calabrese, anzi un bocchiglierese che ha portato in alto il paese natio.."Vucchigliari"(Bocchigliero). Ma come? Semplicemente pubblicando articoli su importanti riviste di respiro Europeo. Don Giuseppe Scafoglio nasce a Bocchigliero nel mese di giugno del 1882 esattamente 11/6/1882, da Benigno e da Filippelli Maria Vittoria. Don Giuseppe, dopo aver conseguito la laurea, nel 1913, si dedica al suo primo lavoro che pubblicherà nell'ottobre del 1916 a Bari,"Bocchigliero e Santa Maria Di Gesù". Il libro tratta del rapporto profondo che c'era tra gli abitanti di Bocchigliero, e Santa Maria di Gesù. La profonda fede dei Bocchiglieresi nei confronti della Vergine, e Don Giuseppe vide un rapporto tra la nascita del paese e la Madonna, e in questo libro, non più di ottanta pagine, vi sono delle notizie molto interessanti su Bocchigliero, in maniera perticolare sulla sua fondazione, l'autore ritiene che Bocchigliero sia stata fondata qualche anno dopo l'anno Mille,ma dovete leggere tutto il libro per meglio capire come si arriva a questa data. Ma Don Giuseppe non si ferma a questo libro ....... comincia, da allora a girovagare, per l'Italia insegnò anche a Casal Monferrato, dove comincia a scrivere articoli storico-geografici sul " Corriere di Casale", rivista con articoli non firmati, e per questo motivo non sono stati da noi rintracciati, per il momento,ma sono gli unici articoli che mancano alla nostra ricerca. Ricerca che parte da molto lontano,infatti quasi dieci anni fà rilessi la prefazione della prima edizione dei "I MILLE PROVERBI CALABRESI"e nella parte finale dice"Innovazione di rilievo, nel presente volume, è l'uso della lettera"K" che ritengo pungolo di ricerca per chi scrive in dialetto calabrese, per due ragioni: una perchè la nostra Calabria è stata la Magna Grecia, ed i Greci hanno la K nel loro alfabeto; l'altra per averla riscontrata a pagina 301 dell'VIII volume della summenzionata enciclopedia(TRECCANI), che tratta del dialetto calabrese".E' stato un vero pungolo per me, e da quel momento ho iniziato, insieme ad altri amici, a ricercare l'uso della lettera kappa nel dialetto calabrese. Ovviamente sono partito dalla Treccani, nota enciclopedia Italiana,http://www.treccani.it/Portale/ ed esattamente dalla pag. 301 dell'VIII volume, dove sono andato attentamente a leggere ciò che c'è scritto. Mi sono imbattuto in personaggi che oggi sono sconosciuti ai più, ma all'epoca erano note personalità culturali nel campo dei dialetti Italiani, inoltre ho iniziato a studiare il nosto dialetto e durante questa fase ho conosciuto un personaggio che scriveva in dialetto Bocchiglierese, questo è Don Giuseppe Scafoglio......non solo scrive in dialetto calabrese usando, la lettera "K",ma nasce in me, e in un numero sempre crescente di persone e amici, una grande passione. Da questo momento inizia una nuova ricerca,non perdendo di vista la kappa, questa volta ci concentriamo su questo personaggio che ha scritto tanto e non solo in dialetto.Ma andiamo per ordine, mentre mi trovavo a Bocchigliero un caro amico mi fece vedere questo quadernino fotocopiato del sostantivo di Bocchigliero, dove c'è l'uso della "K"...........(continua)