16/12/12

Natale?

Alba di Dicembre in Sila
La Sila.
Il Natale è alle porte , ma l'aria natalizia è lontana, la gente è, seriamente, preoccupata di quello che succederà, di come sarà il futuro dei loro figli e come si risalirà la china. Siamo sottoposti ad un continuo tam tam di depressione economica e morale, sembra non esserci via d'uscita a questo stato di cose. Ma le risposte stanno nella gente, nel popolo. Possiamo decidere cosa fare, abbiamo l'obbligo morale di rispondere a questo sfacelo di sistema, a questa fobia collettiva che continua a essere padrona delle nostre vite. Non dobbiamo più credere nelle false promesse, non dobbiamo credere agli specchietti delle allodole, ai richiami delle sirene, non dobbiamo essere portatori di voti per arrampicatori sociali e gente senza scrupoli, che mira all'interesse personale, che plagia le coscienze e sfrutta i bisogni della povera gente, E' tempo di credere nei progetti concreti e realizzabili, alle cose possibili, alla vera politica del fare, che passa attraverso una concreta progettazione compatibile e fattibile. Attraverso questo strumento cercheremo di individuare le strade possibili e non crediamo a quanti, negli anni, hanno voluto farci vedere altre verità. Sentiamo che la politica va rinnovata, che bisogna riallacciare il rapporto tra politica e società civile, ma questi signori dov'erano, non erano forse loro a governarci?, e allora, non abbiate nessuna remora, non credete più a queste storie false, a questi personaggi che hanno fatto il loro tempo, che hanno preso troppo dal popolo, e un giorno dovranno restituire. Vorremmo mettervi in guardia e farvi guardare con rinnovato slancio al vostro futuro e al futuro dei vostri figli. Auguriamo a tutti un sereno e felice Natale, e che possa portarci una vera serenità del cuore.

13/12/12

Anteprima Quaderni "Sostantivo Calabrese"


Unica foto di Don Giuseppe Scafoglio, pubblicata due volte, ma con diciture diverse, solo in una di queste si dichiara essere Don Giuseppe

Non era passato tanto tempo,dalla morte di mio padre, che mi sono imbattuto in un illustre personaggio, questo non ha cambiato i miei obiettivi, ma li ha accelerati e focalizzati, in poche parole ho, insieme ad alcuni amici, ritenuto  giusto non far disperdere tanto materiale di un illustre calabrese, anzi un bocchiglierese che ha portato in alto il paese natio.."Vucchigliari"(Bocchigliero). Ma come? Semplicemente pubblicando articoli su importanti riviste di respiro Europeo. Don Giuseppe Scafoglio nasce a Bocchigliero nel mese di giugno del 1882, esattamente 11/6/1882, da Benigno e da Filippelli Maria Vittoria. Muore a Bocchigliero il 29/ Luglio 1936, in circostanze che oscillano dal suicidio, all'omicidio fino ad arrivare alla morte accidentale. Don Giuseppe, dopo aver conseguito la laurea in lettere nell'Aprile del 1913,e in quello stesso anno esattamente a Luglio diploma di magistero in storia e geografia e anche il diploma di filosofia, tutto all'Università di Napoli, si dedica al suo primo lavoro che pubblicherà nell'ottobre del 1916 a Bari,"Bocchigliero e Santa Maria Di Gesù". Il libro tratta del rapporto profondo che c'era tra gli abitanti di Bocchigliero, e Santa Maria di Gesù. La profonda fede dei Bocchiglieresi nei confronti della Vergine, e Don Giuseppe vide un rapporto stretto, tra la nascita del paese e la costruzione della prima chiesa, e in questo libro, non più di ottanta pagine, vi sono delle notizie molto interessanti su Bocchigliero, in maniera particolare sulla sua fondazione, l'autore ritiene che Bocchigliero sia stata fondata qualche anno dopo l'anno Mille,ma dovete leggere tutto il libro per meglio capire come si arriva a questa data . Ma Don Giuseppe non si ferma a questo libro. Comincia, da allora, a girovagare per l'Italia, insegnò, anche, a Casal Monferrato, dove comincia a scrivere articoli storico-geografici sul " Corriere di Casale", rivista con articoli non firmati, e per questo motivo non sono stati da noi rintracciati, per il momento,ma sono gli unici articoli che mancano alla nostra ricerca. Don Giuseppe scrisse su impotanti riviste; Folklore Italiano, diretta da Raffaele Corso, illustre personaggio calabrese e prof. di Antropologia dell'Universita Orientale di Napoli, autore di libri e trattati sulla civiltà contadina in ogni dettaglio, Corso partecipò attivamente,come referente della Calabria, alla prima mostra di Etnografia Italiana che si tenne nel 1911, e da quel momento diventa strettissimo collaboratore di Lamberto Loria.Non dal 1911, ma dal 1926 R.Corso diventa amico di Don Giuseppe. Don Giuseppe scrisse, anche, su "Enotria", e qui ci corre l'obbligo di ringraziare la responsabile dell'archivio di "Enotria",e non possiamo dimenticarci del prof. Massimo Catellani di Reggio Emilia, che ha contribuito in maniera determinamìnte al ritrovamento di alcune conferenze di Don Giuseppe, nei 10 anni di insegnamento a Rimini, dove concluse la sua carriera. A tale proposito, ci sembra giusto ricordare che abbiamo rintracciato una lettera di un prof. di lettere di Rimini, tale Otello Pasolini, il quale cercava, nel 1986, notizie sul suo prof. di latino e storia, Don Giuseppe Scafoglio. Quella lettera fu la conferma che, come bocchiglierese, mi corresse l'obbligo, ci corresse l'obbligo, di ricercare notizie sulla vita e anche sulla morte di questo personaggio controverso, ma certamente un uomo di gradi passioni e di vasta cultura. La mia ricerca parte da molto lontano,infatti, oltre dieci anni fà rilessi la prefazione della prima edizione dei "I MILLE PROVERBI CALABRESI" di Emilio Benincasa, mio padre, e nella parte finale dice "Innovazione di rilievo, nel presente volume, è l'uso della lettera"K" che ritengo pungolo di ricerca per chi scrive in dialetto calabrese, per due ragioni: una perchè la nostra Calabria è stata la Magna Grecia, ed i Greci hanno la K nel loro alfabeto; l'altra per averla riscontrata a pagina 301 dell'VIII volume della summensionata enciclopedia(Treccani), che tratta del dialetto calabrese". E' stato un vero pungolo, per me, e da quel momento ho iniziato, insieme ad altri amici, a ricercare l'uso della lettera "kappa" nel dialetto calabrese. Ovviamente sono partito dalla Treccani, nota enciclopedia Italiana,  http://www.treccani.it/Portale/   ed esattamente dalla pag. 301 dell'VIII volume, dove sono andato, attentamente, a leggere ciò che c'è scritto. Mi sono imbattuto in personaggi che oggi sono sconosciuti, ai più, ma all'epoca erano note personalità culturali nel campo dei dialetti Italiani, Francescor Scerbo di Marcellinara(cz) ,ridente cittadina a 15km da Catanzaro,con poco più di 2000 anime, non è stato semplice avere una copia analitica del 1886, di “ Studio sul dialetto Calabro con dizionario” poi, ho avuto l’onere e l’onore di incontrare “Fonetica del dialetto cosentino", studi e ricerche del Prof. Angelo Gentile, nacque a S. Fili il 28 Dicembre 1867 e mori a Cerisano il 14 Novembre 1938, inoltre ho iniziato a studiare il nostro dialetto, e durante questa fase ho conosciuto un personaggio che scriveva in dialetto bocchiglierese, questo è Don Giuseppe Scafoglio......non solo scrive in dialetto calabrese, usando la lettera "K",ma scrive anche in Italiano e a livello nazionale, inoltre nasce in me, e in un numero sempre crescente di persone e amici, non solo di Bocchigliero, una grande passione, tanta curiosità e molto mistero. Da questo momento inizia una nuova ricerca,non perdendo di vista la "kappa", questa volta ci concentriamo su questo personaggio che, ha scritto tanto e non solo in dialetto. Ma andiamo per ordine, mentre mi trovavo a Bocchigliero un caro amico, Domenico Fontana, artista, pittore, scultore e grande ricercatore delle tradizioni, degli usi e i costumi, in una sola parola un grande appassionato del passato, delle radici, e con una grande voglia di trasmettere ad altri tutto questo, l'amico "Baffuto",(Domenico Fontana) negli anni ha raccolto documenti, foto e ha preparato,inoltre, diversi librettini, anche video, per documentare la storia del passato del nostro borgo, e da pochi giorni ha pubblicato un libretto sulle chiese di Bocchigliero e non solo, anche dei monasteri e degli ordini religiosi che negli anni Bocchigliero hs ospitato, mi fece vedere questo quadernino fotocopiato" Forme del sostantivo Calabrese", di Don Giuseppe Scafoglio, dove c'è l'uso della "K". Questo piccolo librettino, riuscì a far nascere in me una fortissima curiosità,ovviamente, che ben presto si trasformò in passione, a volte ossessiva. Il culmine, di questa ricerca, lo raggiusi quando ebbi la fortuna di incontrare il Prof. Domenico Scafoglio, Ordinario di Antropologia Culturale dell'Università di Salerno (Fisciano). Con il prof. Domenico Scafoglio, dopo diversi colloqui telefonici e uno scambio fitto di documenti, ci siamo incontrati all'Università di Fisciano(sa), dove sono stato sottoposto ad una serie di domande inerenti la mia ricerca su Don Giuseppe Scafoglio, i Docenti del dipartimento di Antropologia Culturale, erano curiosi di conoscere i metodi di ricerca dei documenti e articoli, da me rinvenuti in giro per l'Italia. E' venuto fuori che ciò che mi ha spinto in questo lavoro è stata la passione per la ricerca della lingua madre; il dialetto. Finalmente siamo giunti alla pubblicazione dei lavori scritti da questo sconosciuto, per i più,e siamo orgogliosi di presentarlo a tutti i bocchiglieresi, vicini e lontani. Non sapevamo come poter iniziare questa pubblicazione, ma poi l'aiuto c'è arrivato propio dall'analisi di tutti gli articoli e le conferenze di Don Giuseppe Scafoglio. Abbiamo ritenuto giusto partire dai quattro quaderni "Forme del sostantivo Calabrese", che sono stati determinanti per la ricerca globale di tutte le opere di Don Giuseppe. Sono dei quaderni che sono stati scritti in anni diversi ma,insieme, compongono un lavoro meticoloso ed esaustivo per lo studio del sostantivo bocchiglierese e non solo. Nei quaderni ci sono dei giudizi autorevoli sul lavoro di Don Giuseppe Scafoglio, giudizi che ci consentono di tracciare un profilo delle conoscenze culturali del nosto compaesano. Non va dimenticato che alcuni dei suoi testi, sono stati già ripubblicati, e sono serviti, grazie all'insegnante Giuseppe Scigliano, a restaurare le chiese di Bocchigliero, anche se Don Giuseppe non aveva un buon rapporto con il clero di Bocchigliero........... continua