25/12/09

Le feste.....e le tradizioni



Era l'aurora dell giorno dell'Immacolata e ho avuto il piacere di osservare colori straordinari che spesso,a dire il vero, si osservano da questo remoto lembo di Calabria, Bocchigliero (cs). La sera prima, il 7 dicembre è tradizione preparare dei falò nei vari rioni del paese, e un tempo, non troppo remoto, si faceva a gara tra i rioni per fare il falò più grande e che durasse più a lungo.I falò hanno origini pagane, essi servivano a scacciare tutto quello che era negatività; dalla siccità, alle abbontanti piogge,o alle copiose nevicate,  nonchè magarie e fatture di ogni genere,qui mi piace ricordare un vecchio proverbio: "allu munnu a essare cumu nu prisuttu, ne tantu magru ne grassu tuttu"., insomma  la virtù stà nel centro. E "Focare", questo il nome dialettale, non hanno origini religiose ma si perdono nella notte dei tempi pagani. Inoltre si festeggiava intorno al fuoco; con canti, balli e brindisi il solstizio d'inverno, per l'allungarsi delle giornate e per i primi germogli, forieri di abbondanza, rimasti sotto il freddo terreno per molto tempo. , e "focare" come altro momento aggregativo e sociale, per fare nuove e più sincere amicizie, e perchè no innamorarsi durante la serata dei falò. Oggi non è più così, "e focare" non hanno più questo antico significato, ma è giusto che le giovani generazioni conoscano il vero spirito dei falò.I Falò si fanno la vigilia dell'Immacolata,il 7 dicembre, e la vigilia di Natale, il 24 dicembre. Spero abbiate apprezzato, il 15 u.s., la bellissima puntata di Geo & geo, dedicata alla pece, se così è stato allora sintonizzatevi  su Rai 3 il primo gennaio 2010, dopo le 17, per guardare la puntata dedicata alla strenna, "a strina". Rituale questo molto antico e oggi non più in uso. Essa, la strenna,faceva parte delle tradizioni delle feste natalizie,consisteva in una semplice ed efficace richiesta da parte dei bambini agli adulti; genitori, zii, e parenti, "Buongiono e buon anno fammi la stremnna che è capo d'anno", questo il primo di gennaio, la risposta,da parte degli adulti, era quella di mettere le mani nel portafoglio per prelevarne qualche moneta e far così felici i bambini. Ricordo perfettamente che, quando noi eravamo bambini, facevamo questa cosa con molto entusiasmo e devo dire anche soddisfazione, raccogliendo dai parenti tante monete sonanti da poter spendere a nostro piacimento. C'era poi la strenna che la sera della vigilia, il 31 dicembre, veniva fatta da cantori di ogni genere, amici, conoscenti e anche sconosciuti. Questi, armati di strumenti musicali, i più disparati, andavano in giro per i rioni del paese, "e rughe", e individuata la casa amica
 cantavano la strenna, che augurava a tutti i componenti della famiglia successi e felicità......anche questa tradizione è scomparsa, ma non nei ricordi di quanti l'hanno vissuta, e comunque, a breve, pubblicheremo uno sritto sulle tradizioni delle feste natalizie. L'ultima festa è l'Epifania, un tempo anche dedicata agli animali, dell'epifania vogliamo qui ricordare una bellissima poesia:    

                                                                "A BIFANA"
Iu ma ricùardu lenta, janca e bekkia,
'na vesta longa, tinta e mmenza rutta,
'nu saccu 'ntuppellatu subb'i spalli
e pupe, cavalluzzi e ppalle e gomma.
Subba 'nu libru vìekkju l'haju vista
doppu chi 'n'annu, a sira e a Bifana,
'a mamma m'avìe dittu pe 'mpicare
'ntra cimineja 'nu quazìettu luangu
ch'a mmenzannotte passave lla Bifana
e 'ntru quazìettu e di guagliuni buani
lassave jocarìelli e ccose bone
e ccinnara e ccarbuni ppe lli tristi.
Stampatu m'è rrimastu 'mprunta e 'nkore
chillu chi cc'ere 'ntru quazìettu miu:
na palla e gomma subb'u foculare
e 'ntru quazìettu, 'mpinti a 'nna patata,
'nu pugnu e quattru sordi tutti nùavi
'na busta e garramelle e 'nnu turrune
e 'ntru pedale cinnara e carbuni.

Da "Liriche in vernacolo calabrese" di E. Benincasa
Dimenticavo, un sereno Natale a tutti voi e un ottimo 2010,che possiate ottenere tutto ciò che desiderate......e oltre.

01/12/09

Aspettando Geo & geo....su Rai 3


Il 29 di novembre, domenica, abbiamo avuto il piacere di assistere alla registrazione di un redazionale, che il nosto concittadino Pino Jannelli, ha voluto dedicare alla pece, oggi poco sfruttata, ma un tempo importantissima per l'uso che ne veniva fatto. Infatti della pece e del metodo per l'estrazione ne parla Plinio,con dettaglio certosino; è ovvio che parlando di pece non si può dimenticare il pino di cui ne è sempre stata ricca la nostra Sila. La Calabria e la Sicilia erano le maggiori produttrici di pece utile per la calafatura. La calafatura era tenuta in debita considerazione e di vitale importanza, essa consiteva nel chiudere accuratamente lo spazio  tra una tavola e l'altra e rendere impermiabile lo scafo, addirittura sulle navi da guerra venivano imbarcati operai detti calafati, che insieme ai maestri d'ascia, provvedevano ad eventuali falle che le cruenti battaglie potevano produrre. Ecco perchè l'importanza della pece ai tempi dei Romani. Ma noi, tanto per cambiare. andiamo oltre....... e in questo post vogliamo mettere in evidenza che, ancora una volta, il territorio di Bocchigliero sale alla ribalta nazionale anche grazie all'amico Pino Iannelli, che da anni collabora con Geo & geo, nota trasmissione pomeridiana, che va in onda tutti i giorni da lunedì a venerdì su RAI 3. Pino va in onda in diretta nazionale tutte le settimane, da quest'anno prepara anche redazionali in tutta Italia dalla durata di ben 12 minuti, noi gli chiediamo, e gli auguriamo di farne tanti dalle nostre parti per dare visibilità ad un territorio bellissimo ma poco conosciuto e sopratutto poco sfruttato da chi ne ha la responsabilità. Questa è una grande opportunità che va colta con entusiasmo da quanti, e non sono pochi, credono ancora in un futuro migliore per la nostra terra. Queste foto sono state fatte durante le riprese,insomma un modesto backstage che il nostro blog-sito vi offre in anteprima. Non sappiamo quando il redazionale andrà in onda ma quasi sicuramente nel mese di dicembre.Siamo certi che tutti i Bocchiglieresi gradiranno tutto ciò.



19/11/09

Lettera aperta a Gesù Bambino ........tanti anni fà

Caro Gesù Bambino, millenovecentosettantasei anni or sono, nello scendere per la prima volta sulla terra, hai portato un messaggio "Gloria nel più alto dei Cieli e pace agli uomini di buona volontà".
Sei voluto nascere in una grotta, forse per far capire agli uomini che la migliore delle virtù è la modestia, ormai anacronistica nel contesto del vivere umano, così come l'onestà, la giustizia, la legalità, la coscienza, la bontà, relegata nell'angolo più polveroso dei ricordi del passato.
Ma perchè non mandi la Stella che ha guidato i Re Magi alla Grotta della umiltà, ad illuminare le menti di quanti, seguendo la scia del guadagno per il guadagno e del facile arricchimento, hanno  perduto la strada della Grotta e imboccata quella del danaro.
E non dirmi che quella stella ha perduto la sua luce per i troppi anni che sono passati, perchè per uscire dal buio in cui viviamo, ne basta una che dia luce quanto una candela.
Così che, i presidenti vedano che sono troppe le corone ed i telegrammi inoltrati alle famiglie di chi con troppa facilità cade. Così che, i politici, i sindacalisti, i governanti, i responsabili della cosa pubblica, riescano a vedere il caos che hanno creato, le storture che ci circondano, l'abulia che regna padrona in ogni angolo del nostro Paese, il lassismo, il permissivismo, la prepotenza in ogni ceto ed in ogni classe, che sono divendati l'abito mentale dei più, un punto di merito, la punta di diamante per essere Qualcuno.
Così che, chi vuole sanare, o finge di farlo, l'economia dello Stato veda che è impossibile farlo col solo sacrificio delle classi meno abbienti, mentre nulla si chiede, o quasi, a chi ha.
Ricordando, evidentemente, il Padula il quale diceva:" Chi ha,è,e chi non ha, non è".
E dimenticano che non è stato il popolo minuto a rosicchiare lo Stivale, con preferenza per il Piede, perchè nudo ed indifeso da quando, per convenienza è stato attaccato allo Stivale.
Così che, questo vivaio di braccia e di voti a poco prezzo, che è il Sud, veda il tradimento continuo che si stà perpetranto sulla sua pelle da oltre un secolo e a tutti i governi che si sono succeduti, fino a questo attuale.
Così che veda ancora questa generosa gente di Calabria, che a più viene negata la bellezza delle loro montagne, dei loro laghi limpidi, dei loro mari azzurri, per andare fuori a cercare lavoro, umiliazioni e nostalgia, come se nella loro terra non ci fosse spazio sufficiente per costruire posti di lavoro e le possibilità naturali per esportare i manufatti,ma solo quello per costruire centrali elettriche la cui energia come le braccia, serve ad altri; o come se non fosse stata questa, "terra urbertosa", la patria maggiore dei greci: La Magna Grecia.
Così che, gli Uomini di Buona Volontà a cui va il mio saluto ed il mio augurio sincero, possano vedere chiaramente e sicura la strada da percorrere per arrivare al Faro della Grotta, e da questa continuare il cammino intrapreso.
                               Emilio Benincasa
Questo è un pezzo di un giornale che veniva pubblicato a Cosenza e impaginato a Bocchigliero e si chiamava  "L'informatore Calabrese". Ci è sembrato ancora attuale, e presto pubblicherermo altri pezzi altrettanto attuali. Questo è tratto da: Anno II N°1 Gennaio 1977.



12/11/09

Atto intimidatorio!.....da chi?


Quello che abbiamo appreso a  mezzo stampa ci riempie di enorme sdegno, e vorremmo qui spiegarne i motivi.
Nei giorni scorsi, a Bocchigliero c'è stato un atto vile e senza un chiaro motivo, questi i fatti: Lo scorso 3 di Novembre alle 22 circa presso la casa del consigliere di maggioranza Fortunato Lerose, veniva appiccato fuoco con una tanica  di liquido infiammabile, una miscela contenente gasolio. Con l'aiuto dei vicini Fortunato Lerose riusciva a domare le fiamme, quindi veniva presentata regolare denuncia presso la locale caserma dei Carabinieri. Giorno 5 Novembre, sul Quotidiano della Calabria a pag. 30 veniva pubblicato un articolo inerente l'accaduto.
Dove il sindacato Sdl intercategoria, nato nel 2007 dalla fusione di due sigle storiche del sindacato italiano, lancia delle chiare accuse che a nostro avviso offendono la dignità di quanti stanno operando per il bene dei lavoratori della casa di riposo "Santa Maria" di Bocchigliero, e il coordinatore regionale Bruno Graziano, ritiene che questo sia un atto nei confronti di Lerose, per l'impegno e la difesa del livello occupazionale. IL coordinatore regionale afferma che il sindacato non si piega ad alcun avvertimento di carattere mafioso o clientelare.Noi chiediamo come BOCCHIGLIERESI che , il sindacato denunci queste cose e non cerchi di fomentare strane ed occulte manovre. Vorremmo conoscere, dal sindacalista, a cosa non si piega il sindacato, e soprattutto chi minaccia il sindacato e i lavoratori ???? Poi  per la solidarietà al consigliere Lerose,noi non abbiamo alcun tentennamento, e l'atto và condannato con forza e sdegno, ma non strumentalizzassero episodi come questi . Oggi sembra che i sindacati abbiano la verità in tasca, se così è questi signori denunciassero le cose alle autorità preposte e la loro coerenza e serietà la mostrassero sul campo. Noi non riteniamo affatto corretto l'intervento del sindacalista sulla faccenda e per questo chiediamo che si faccia chiarezza sull'episodio e si imbocchi la via maestra per accertare la verità.

09/11/09

Amici e Maestri........

Noi parleremo dei rapporti che ci sono stati tra Don Giuseppe Scafoglio e il Maestro Calabrese del folkore Italiano; Raffaele Corso, fu con certezza maestro di Don Giuseppe, il quale ebbe l'onere e l'onore di occuparsi della raccolta di oggetti e usanze della Calabria; ebbe infatti l'incarico di occuparsi di questo per la prima grande mostra di etnografia italiana, a Roma, che venne organizzata da Loria, su incarico dell'onorevole Ferdinando Martini, presidente del comitato per le celebrazioni del cinquantenario dell'unità d'Italia,che propose, a Loria, di trasformare il museo di Firenze in esposizione. La mostra di etnografia si tenne a Roma nel 1911. Ma su questo aspetto esiste un testo di Luigi Lombardi Satriani e Annabella Rossi del 1973
CALABRIA 1908-10 La ricerca Etnografica di Raffaele Corso
edito da De Luca.
E Per saperne di più su Raffaele Corso basta andare su:  http://www.proloconicotera.it/documenti/Nikotèrie01.pdf dove troverete tutto o quasi su R.C. Noi andiamo, come sempre, oltre e parleremo del rapporto quasi sconosciuto che Don Giuseppe ha avuto con R.C..                                                              
Don Giuseppe cita egli stesso questo rapporto amicale, e non solo, con il Corso e qui riportiamo ciò che pubblicò nella prima  puntata del libretto su "Forme del sostantivo calabrese".
Dall'illustre calabrese, dott.RAFFAELE CORSO, professore di Etnografia nel R. Istituto Orientale di Napoli:
                                                                                        Posillipo,12 Aprile 1928  
     Gentile Professore,
Vedo con piacere il primo saggio da Lei preparato sul sostantivo calabrese, e mi auguro che presto seguiranno gli altri per completare lo studio della morfologia bocchiglierese.
Ella ha fatto, accoppiando la conoscenza della parlata alla passione dell'argomento, un lavoretto utile e degno di essere imitato per ogni luogo dove il si suona.
Coi migliori ossequi                                                                                           Suo
                                                                                                                     R. Corso
Inoltre il Corso, cita G. Scafoglio in "Folkore Italiano" dic. 1929 VII pag.305 dove dice: "Questo richiamo è utile a chi voglia studiare la leggenda o il miracolo della neve nel suo significato ciclico.....
"Bocchigliero è così caratterizzata dal proverbio, che rientra nella classe dei blasoni popolari: "A Buccuglieri c'è 'nu malu cuozzù, Avanti chi ci annuvùle, ci jazze!"...
"Ci auguriamo di veder presto completa la storia di Bocchigliero non solo nella parte storica, propiamente detta, ma aqnche in quella demografica, onde tutta la vita del popolo vi sia rappresentata nel suo passato e nel suo presente,nelle opere e nelle usanze, nelle feste e nelle cerimonie, nelle legende e nelle canzoni che allietano il lavoro nei campi e nelle case".  E' molto evidente come R. C. sproni Don Giuseppe al lavoro di ricercare e catalogare gli usi e i costumi di Bocchigliero conoscendone le potenzialità. questa citazione è fatta dal C. da "Bocchigliero e Santa Maria di Gesù" Soc.Tip. Ed. Barese 1916.
La foto, Raffaele Corso.

27/10/09

Foto particolare della piazza......e che castagno...





E' con vivo piacere che annunciamo il primo lavoro di:Bocchigliero oltre....stiamo per finire, si può anche ordinare, un cd con queste e altre foto del passato oltre 450, di cui alcune inedite, il costo del cd,Storia di Bocchigliero, è solo per spese sostenute. Questi lavori noi intendiamo fare, ma non solo, vorremmo scuotere le coscienze con la riscoperta di valori veri,con una piccola e silenziosa rivoluzione culturale che punti al cuore del probblema,animando quelle coscenze sopite dall'atavico pessimismo e dal fatalismo che oramai fanno parte del nostro DNA, ma non per questo deve continuare questo stato di cose, che non consente un dibattito tra il cittadino, spesso suddito, e le istituzioni,tiranne, per ottenere un confronto democratico e civile che porti, realmente, al bene comune. La cultura come volano della crescita civile di un popolo, di una regione, di una città, di un borgo e come riscatto morale e orgolio di un popolo troppo spesso sottomesso e vessato da poteri occulti e intrecci tra mafia e politica, fra massoneria e servizi segreti, riducendo sempre più la linea tra legale e illegale costrincendo il cittadino onesto a fuggire da questa terra; madre e matrigna, la Calabria che non riesce ad uscire da questa voragine di scandali senza fine. Noi vorremmo una terra più madre che matrigna, più civile che viololenta e, non con la continua rincorsa a coprire, nascondere e affossare la parte sana, che ancora è la maggioranza, che vuole riscattarsi e consegnare alle future generazioni una Calabria migliore.

per prenotare il cd scrivere a gattica@live.it sarete da noi contattati il costo è di 5 euro






15/10/09

Tolleranza...uguaglianza, giustizia e ......


L I B E R T A'

Oggi voglio sottoporvi un caso di una donna, una semplice donna Cubana che non può uscire da Cuba per andare a ritirare un premio. Quindi, lei lancia un grido da internet per gridare la sua gioia e anche la sua rabbia, si può urlare di gioia o di rabbia, lei, Yoanì Sànchez è donna capace di creare attorno a se un grande movimento di opposizione ai divieti. Divieto di viaggiare, di esprimersi in una sola parola di sentirsi liberi, noi raccogliamo l'urlo di Yoanì Sànchez e da questo blog- sito vi chiediamo di conoscere questo blog e sostenere le campagne per la libertà. Cuba è ora che cessi i divieti per i suoi figli che non devono più considerare Cuba matrigna, ma solo patria e mamma con nel cuore i tesori di un glorioso passato in cui tutto era possibile. Per questo combatte Yoanì, perche i suoi nipoti possano vivere su di un isola come era un tempo, LIBERA. L'indirizzo è : www.desdecuba.com/generationy/ La foto è inedita, pubblicata la prima volta da Don Giuseppe Scafoglio sulla rivista Enotria nel giugno-luglio 1930 e non posso qui omettere istituzioni a livello nazionale che hanno contribuito in maniera determinante alla pubblicazione di queste foto http://www.uiv.it/, questo è l'indirizzo dell'Unione Italiana Vini, essa ha una lunga e prestigiosa storia nell'Italia pre e post bellica, ancora oggi gode di prestigi mondiale. Ma vorrei, in modo particolare, ringraziare la sig. Noemi Riccò resp. promozione e sviluppo, per la sua meravigliosa gentilezza e disponibilità.

12/10/09

La foto...inedita........autunno




La vita è un cammino alla ricerca di se stessi attraverso gli altri.... ed il passato è una strada maestra per arricchire la propia vita . Le foto sono inedite e rinvenute in alcuni articoli su una rivista di respiro Europeo quale era ed è Enotriahttp://www.uiv.it/servizi/edit_inter.html. Rivista sulla quale scriveva Don Giuseppe Scafoglio,sacerdote e insegnante di latino, storia, geografia e italiano.Don Giuseppe inoltre scriveva anche su altre riviste tra cui " Folklore Italiano", dove pubblicava interessantissimi articoli, molto dettagliati, sulle tradizioni Calabro-Bocchiglieresi. Egli documentava,anche con foto, gli articoli in maniera scrupolosa, seguendo, alla lettera, le regole che il suo maestro,Raffaele Corso, aveva codificato, e per questo, il Corso, ottenne la libera docenza per l'insegnamento dell'Etnologia presso l'Univerità di Roma, dopo il 1911 avendo partecipato, con trionfale affermazione, al Congresso Etnografico di Firenze. E nel '22" per chiara fama" gli fu conferita la cattedra di Etnografia all'Istituto Universitario Orientale di Napoli, ove restò da maestro sommo fino al 1953, quando andò in pensione, ma del Corso avremo modo di parlarne in un apposito spazio a lui dedicato. Anche degli articoli di Don Giuseppe avremo modo di parlarne più approfonditamente. A  E' autunno e pare che il freddo sia alle porte ma il freddo non fermerà il crescendo di curiosità attorno alla figura di Don Giuseppe che tanto lustro ha dato a un paesino tra le montagne della Sila, Bocchigliero che era già conosciuto da tanti uomini di cultura dell'epoca, tra cui Raffaele Corso e finanche il notissimo tedesco studioso di dialetti, il primo a pubblicare il vocabolario dialettale Calabrese; Gerardo Rohlfs, ma anche di lui avremo modo di parlare .Mi dispiace che in tempi moderni, nell'era della globalizzazione tanti non conoscono questo borgo,che non credo stia morendo, anche se da studi demografici si nota un forte calo di abitanti, quello che non deve mancare è la voglia di riscatto, annullare il degrado e la mancanza di una sana politica culturale che possa ridare giusta dignità a quanti si sentono "Vucchiglierisi"........e non hanno perso la voglia di crederci. Noi con questi contributi cerchiamo di andare oltre..............


Le foto sono chiare: Una rappresenta le Donne "Vucchiglierise" e l'altra l'abbondanza di uva, propia di questo periodo

30/09/09

riflettendo...................


Leggendo, e pensando a questo progetto, mi sono chiesto; come fà, chi legge, a comprendere il progetto nella sua interezza?. Non è cosa facile,ma noi ci vogliamo provare. E come?.Cercando di partire dall'inizio, senza tralasciare nulla, e, sopratutto, non dimenticare di ricordare quanti ci hanno spinto e incoraggiati a continuare per non disperdere tante energie che, se canalizzate, possono dar vita a una grande progetto complessivo che possa contribuire a migliorarci attraverso gli altri non pretendendo troppo dagli altri ma tanto da se stessi. Tante volte ci siamo chiesti se costruire un luogo , o piazza virtuale, dove poter confrontarsi ed esprimere il propio pensiero, anche se diverso dal nostro, e anche in questo caso la risposta definitiva è stata:SI. Noi pensiamo, che sia una necessità dei tempi e delle reali necessità. Oggi, più che nel passato, si ha la necessità di essere sempre in contatto con gli altri per tanti e tanti motivi, che non stò qui ad elencarvi. Ma torniamo al nostro progetto, vorremmo recuperare e rivalutare tutto ciò che merita non essere dimenticato, per trovare nuovi stimoli, nuove e più vigorose energie che sinergicamente creino le condizioni per un futuro miglore. Partendo dall'inizio, qui, voglio ricordare la disponibilità di tanti BOCCHIGLIERESI,possessori di siti internet, che hanno pubblicato alcuni appelli da noi fatti per avere notizie su di un illustre bocchiglierese, che già dagli anni 20' portò molto in alto il paese BOCCHIGLIERO, egli infatti scriveva di folklore su riviste di respiro EUROPEO. Quindi, per questo e tanto altro andremo a scoprire usi e sopratutto interpretare quella cultura,quella vita spirituale, quel mondo pittoresco e favoloso che affiorava autentico, integro ed incontaminato nelle tradizioni popolari, tramandate oralmente da generazioni in generazioni. In questo scritto vogliamo far conoscere a tanti le tradizioni i riti e i momenti felici di un mondo che non esiste più, e vogliamo che chi ci sarà dopo di noi possa conoscere ed eventualmente apprezzare, il nostro passato, le nostre radici. Ma non dimenticarsi del presente, segnalando tutto ciò che riteniamo apprezzabile, godibile e bello......................

oltre........autoritratto Mattia Preti


Mattia Preti e’ da considerarsi il più grande pittore della Calabria. Nasce a Taverna il 14 Febbraio 1613 da Cesare e Innocenza Schipani, appartenenti al ceto degli onorati e quindi in grado di procurargli una buona educazione. Fu, infatti, affidato alle cure del sacerdote Marcello Anania, persona qualificata e dotta.Nel 1630, migra a Roma presso il fratello Gregorio anche egli avviato già alla pittura. In quell’ambiente conosce la produzione pittorica di Caravaggio e dei caravaggisti, avvertendone un forte richiamo e cominciando a creare egli stesso opere di geniale magnificenza; Longhi lo ritiene “Secondo solo a Caravaggio”. Visse a Roma per trent’anni, viaggiando nel frattempo per l’ Italia e all’estero: Bologna, Cento, Venezia, Genova, Le Fiandre e Spagna. Comincia così la sua notorietà da pittore, le commisioni di dipinti, le protezioni di potenti mecenati, tant’è che nel 1642 fu nominato Cavaliere di Malta. Dal 1653 il pittore soggiorna a Napoli ove esegue cospicue serie di affreschi e numerose pale d’altare, divenendo personalità di spicco nella città. Ivi definisce il suo stile in modo più personale all’interno del realismo figurativo vigente in quella città, ed esegue dipinti di matrice caravaggesca mediata attraverso lo studio dell’opera di Battistello Caracciolo e di Massimo Stanzione. Nel 1656 incontra il giovane ma già affermato astro nascente della pittura napoletana Luca Giordano. Tra il 1657 e il 1659 esegue gli affreschi votivi dipinti sulle porte della città per la fine della peste, purtroppo oggi perduti; nei bozzetti per i distrutti affreschi Mattia Preti sfodera tutto il suo repertorio, dai ricordi caravaggeschi (i morti dal corpo livido in primo piano) al Guercino, e attraverso di lui i veneti, e ancora la contemporanea pittura romana, per costruire una composizione teatrale, consapevolmente drammatica. Esegue il ciclo, sul soffitto della chiesa di San Pietro a Maiella, con Storie della vita di San Pietro Celestino e Santa Caterina d’Alessandria, le due redazioni del Figliuol prodigo che oggi si trovano al museo di Capodimonte e a Palazzo Reale a Napoli, il San Sebastiano per la chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori e la Madonna di Costantinopoli nella chiesa di Sant’Agostino agli Scalzi.
Nel 1661 è richiamato dal Gran Maestro dell’Ordine, il Cottoner, a Malta, dove si stabilisce e si impegna come pittore ufficiale dei Cavalieri dell’Ordine nella decorazione della cattedrale di San Giovanni a La Valletta e in numerose tele per le chiese dell’isola. Fino al 1699, anno della sua morte, produce a Malta una mole di opere che, collocate nel contesto creativo dell’intera vita, fanno ipotizzare al Sergi una produzione complessiva di oltre 400 tra tele ed affreschi.
Dal 1672 realizza numerose tele nelle chiese della natia Taverna, molte delle quali sono esposte nella chiesa di San Domenico e nel Museo Civico.
La pittura è stata per Mattia Preti l’essenza della sua vita ed il tramite per avvicinarsi a Dio, tanto che amava dire ai poveri che considerava tanto: “per voi dipingo, non avendo per me bisogno di nulla”. L'artcolo è tratto da: http://tavernailbelpaese.wordpress.com/

29/09/09

Storia del folklore Italiano


E' Giuseppe Pitrè, il più grande raccoglitore e studioso di tradizioni popolari. Molti, e non solo i Siciliani, devono essere grati a Pitrè per il lavoro da lui svolto lungo il corso della sua vita. Nacque a Palermo il 21/12/1841, e morì il 10/04/1916.Per saperne di più, noi ci affidiamo alla rete e a tale proposito segnaleremo di volta in volta siti o blog che riteniamo interessanti. http://www.irsap-agrigentum.it/pitre1.htm . Questo ci sembra intereressante per le informazioni che ci ha dato. Ma tornado a G. Pitrè, noi ne parliamo per un motivo molto semplice, avendo detto che non vogliamo tralasciare nulla, ci è parso corretto parlarvi del pioniere del Folklore. Fondò la demopsicologia, ossia la scienza che studia le tradizioni e la cultura di un popolo,quindi le radici e la storia popolare del nosto paese, che insegnò a Palermo. voglio qui ricordare ciò che disse di sua madre :"era la mia Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane".

26/09/09

sfumature....e colori



E' importante non perdere di vista il presente, ed è per questo che questo spazio è dedicato al presente. Quello che vedete sono sculture di un artista che ha dedicato la sua vita all'arte,alla ricerca delle cose del passato e soprattutto a tutte le espressioni artistiche e culturali. Egli, ha raccolto,nel Museo della civiltà contadina; oggetti che venivano usati dai contadini, ma non solo, ha sempre contribuito alla crescita socio -culturale e politica della comunità di Bocchigliero, e spesso non ha avuto, da nessuno, i dovuti elogi ed encomi che , un artista come lui merita. Noi vogliamo rendergli omaggio e pubblicamente dirgli un semplice grazie. Domenico Fontana è, tra l'altro, un vero ricercatore, un etnografo del folklore;egli infatti ha catalogato e, con ordine certosino, raccolto decine di foto del nostro passato per dare alle future generazioni un punto fermo nel riconoscere le radici, per sapere come eravamo, e l'evoluzione, nel bene e nel male, che abbiamo avuto. Inoltre,e non infine, ha organizzato una Pinacoteca, raccogliendo opere di artisti locali e non, nel palazzo Tucci a Bocchigliero, ma di questo e altro avremo modo di parlarne in futuro.Noi, avremo modo di collaborare con Fontana, perchè egli ha condiviso il nostro progetto e siamo felici di averlo tra i nostri più attivi collaboratori.Vogliamo qui ringraziarlo per le foto e la sua squisita disponibilità..........
per saperne di più:
.....andando oltre...........Grazie "Baffù"


























25/09/09

Poesia: omaggio a BOCCHIGLIERO




U' PAISE MIU


Sta 'ncavarcatu subba 'nu cristune
cumu 'nu viakkju subba 'na sumera
'stu paisiallu dduve sugnu natu
tant'anni arrieri
Arentu si chiamave 'ntiampi antichi
mò, cumu Vucchiglieri è ccanusciutu.
E pini e cerze e dde castagne antiche
ha 'nna curuna.
Cca 'nta 'nu campusantu pittirillu,
guardati e 'nu cipressu giuvaniallu,
dduv'u cardillu cante e ffa lu nidu,
dormanu i miji.
'A gghiazza, ch'è 'ntru 'mmienzu e du
paise è cumu 'nu salottu 'ntra na casa
dduve si parre e stanu sempre 'nzema
picculi e ranni.
Cca si vide ll'amicu ccu ll'amicu.
cca si parre dde caccia e dde pallone,
cca si fanu cuntratti e ssi cunkjiude
e cca... Si campe.

24/09/09

Gattica




E' sicuramente priva di significato una parola del genere, per chi non associa ad essa tanto lavoro, o una località con la quale si è avuto a che fare; o durante l'infanzia o forse nel corso della giovinezza, e perchè no durante gli anni maturi in cui, nei caldi pomeriggi estivi, si stava , quasi fissi, a Gattica...; Una località che si trova in un comune su di una delle ultime propaggini della Sila, prima di calarsi dolcemente nel Trionto, fiume che un tempo, molto lontano, era quasi certamente navigabile.E probabilmente il prof. don. Giuseppe Scafoglio, mentre stava in questo posto, Gattica, scriveva così: "BOCCHIGLIERO, alta terra silana, che prospetta il Golfo quadrangolare di Taranto, là ove sfocia il Trionto ingrossato, nel medio suo corso, a valle di Cropalati, dal volume d'acqua eguale, della bocchiglierese Arenzana".

21/09/09

andare oltre.................


Non era passato tanto tempo, che mi sono imbattuto in un illustre bocchiglierese, questo non ha cambiato i miei obiettivi, ma li ha accelerati focalizzati, in poche parole ho, insieme ad alcuni amici, ritenuto giusto non far disperdere tanto materiale di un illustre calabrese, anzi un bocchiglierese che ha portato in alto il paese natio.."Vucchigliari"(Bocchigliero). Ma come? Semplicemente pubblicando articoli su importanti riviste di respiro Europeo. Don Giuseppe Scafoglio nasce a Bocchigliero nel mese di giugno del 1882 esattamente 11/6/1882, da Benigno e da Filippelli Maria Vittoria. Don Giuseppe, dopo aver conseguito la laurea, nel 1913, si dedica al suo primo lavoro che pubblicherà nell'ottobre del 1916 a Bari,"Bocchigliero e Santa Maria Di Gesù". Il libro tratta del rapporto profondo che c'era tra gli abitanti di Bocchigliero, e Santa Maria di Gesù. La profonda fede dei Bocchiglieresi nei confronti della Vergine, e Don Giuseppe vide un rapporto tra la nascita del paese e la Madonna, e in questo libro, non più di ottanta pagine, vi sono delle notizie molto interessanti su Bocchigliero, in maniera perticolare sulla sua fondazione, l'autore ritiene che Bocchigliero sia stata fondata qualche anno dopo l'anno Mille,ma dovete leggere tutto il libro per meglio capire come si arriva a questa data. Ma Don Giuseppe non si ferma a questo libro ....... comincia, da allora a girovagare, per l'Italia insegnò anche a Casal Monferrato, dove comincia a scrivere articoli storico-geografici sul " Corriere di Casale", rivista con articoli non firmati, e per questo motivo non sono stati da noi rintracciati, per il momento,ma sono gli unici articoli che mancano alla nostra ricerca. Ricerca che parte da molto lontano,infatti quasi dieci anni fà rilessi la prefazione della prima edizione dei "I MILLE PROVERBI CALABRESI"e nella parte finale dice"Innovazione di rilievo, nel presente volume, è l'uso della lettera"K" che ritengo pungolo di ricerca per chi scrive in dialetto calabrese, per due ragioni: una perchè la nostra Calabria è stata la Magna Grecia, ed i Greci hanno la K nel loro alfabeto; l'altra per averla riscontrata a pagina 301 dell'VIII volume della summenzionata enciclopedia(TRECCANI), che tratta del dialetto calabrese".E' stato un vero pungolo per me, e da quel momento ho iniziato, insieme ad altri amici, a ricercare l'uso della lettera kappa nel dialetto calabrese. Ovviamente sono partito dalla Treccani, nota enciclopedia Italiana,http://www.treccani.it/Portale/ ed esattamente dalla pag. 301 dell'VIII volume, dove sono andato attentamente a leggere ciò che c'è scritto. Mi sono imbattuto in personaggi che oggi sono sconosciuti ai più, ma all'epoca erano note personalità culturali nel campo dei dialetti Italiani, inoltre ho iniziato a studiare il nosto dialetto e durante questa fase ho conosciuto un personaggio che scriveva in dialetto Bocchiglierese, questo è Don Giuseppe Scafoglio......non solo scrive in dialetto calabrese usando, la lettera "K",ma nasce in me, e in un numero sempre crescente di persone e amici, una grande passione. Da questo momento inizia una nuova ricerca,non perdendo di vista la kappa, questa volta ci concentriamo su questo personaggio che ha scritto tanto e non solo in dialetto.Ma andiamo per ordine, mentre mi trovavo a Bocchigliero un caro amico mi fece vedere questo quadernino fotocopiato del sostantivo di Bocchigliero, dove c'è l'uso della "K"...........(continua)