31/12/13

Tradizioni delle feste Natalizie.





Vogliamo, in questo periodo,ricordarvi un fantastico articolo,più di uno,sulle tradizioni natalizie a Bocchigliero,questi due articoli sono stati pubblicati da Don Giuseppe Scafoglio nel lontano 1931.Qui riportiamo integralmente gli articoli da noi ritrovati nell'archivio di "ENOTRIA".
Felice Anno nuovo.
     

 
LA TRADIZIONE DELLE FESTE NATALIZIE A BOCCHIGLIERO (COSENZA)

 Tratto da: ENOTRIA 1931
di Don Giuseppe Scafoglio 1882  1936
1) La strenna di capodanno ai bambini.-Anche rispetto alle persone che ne godono, le feste natalizie a Bocchigliero sono tre: quelle di Natale vero e propio, per i nati dello stesso tetto; di Capodanno per gli estranei; dell'Epifania per le bestie.
   Il primo dell'anno è giornata di strenna: strina ricevono i bambini della strada più disinvolti, i dipendenti e specialmente i figli, in quella moneta sonante la quale, nell'anno, mai non toccano e che non può essere sostituita dai meno appezzati giocattoli, mancando, del resto, essi sul luogo.
  La strenna, specie tra il popolo, corre senza quella brutta   vecchia intermediaria, detta la Befana.
  Esseri misteriosi e fantastici con carattere più spesso di terribilità che di stupore, a Bocchigliero sono il negromante, la magara (strega), il puppu (fantasma indeterminato), il lupu mannaru (fantastica belva che corre e urla) ai quali -veramente strano- si deve aggiungere il trascurato Patrono, San Nicola, per gli occhi bovini fortemente espressivi di tutt' e due le statue.
 Con essi, ma più di casa, L 'agurìallu o monachìallu, genietto dispettoso per qualche momento, ma sempre caro, perchè foggiato sul carattere irrequieto e mutevole dei bambini di cui è, nelle vacanze dei dispetti, il familiare largitore di ogni più vistoso regalo dell 'anno.
2) E della vigilia ad ogni frotta di cantori. - La strenna, però, è regalo antimeridiano. Di diversa natura, invece, i doni, e diverse le categorie dei richiedenti della sera innanzi. Sono amici e semplici conoscenti, gruppi di ignoti magari, cui la carità non vuol discernere i tratti del viso.
   La tradizione cristiana qui si sarà sovrapposta alla pagana la quale, fra tante pazzesche invenzioni e furfanterie, aveva almeno trovato uno Zeus protettore dei forestieri e dei pellegrini.
   Per quest 'ultimi, quella sera, è sicuro un cestino di frutta ; cui si può aggiungere il vino nuovo e le fritture che vengon raccolte in bisacce a due bocche, di pelo di capra, dai fascioni chiari, che ne variano lo scuro del fondo, ovvero a linee disegnanti scacchi.
   Il dono si fa avanti la porta dove fu cantato ; ma qualche gruppetto di giovinotti più simpatico entrano fino al molto acceso focolare.
   Materia di canto, brutti versacci tradizionali ed altri più brutti dovuti improvvisare. Ad ogni persona che si individua nell'augurio, tocca la materia di un distico ripetuto. Per il capoccia, le finali di esso  saranno patrune (padrone) e cannatune  (boccale). La lingua batte, si potrebbe dire, dove l'ugula duole di arsura, non essendo il vino regalo sicuro come la frutta.
   Per la massaia, patruna si farà rimare con spurtune, anche perchè la lodata si alzerà tra breve, per ritornare con un cesto di fichi che, a Bocchigliero, a dispetto della sua altitudine di circa 900 m. ,mitigata dal Jonio, sono pregiati e abbondanti al par delle mele.
   Se la donna (madre, figlia, nuora, ecc. risentendo alla lontana della tribù, la famiglia) porta nome terminante in ina ,facile è la corrispondenza di un eguale suono, perchè le si augurerà di diventare, nientemeno che regina, non importa se, appena una volta la settimana, può concedersi un pò di carne di pecora o di non meno dura capra.
   Se nei canterini c'è timore che sfumi il beveraggio del vino, non si tarderà ad ammogliare, a gran voce, esso termine, con quello di cantina, la quale ultima parola sarà sostituita dall'altra entrata in festa, come dicono gli ecclesiastici, coi primi vespri, ossia strina, strenna. Ove poi uno degli aedi della serata vanti là dentro, il legame spirituale del battesimo o della confermazione con la massaia, altro sostantivo di fortuna sarà l'appellativo di parrina, padrina, e, per riflesso, pel capo famiglia, quello di parrinu ; buon termine d'attrazione anch'esso,per l'altro di vinu ; e  "qui potest capere, capiat ", sperando ripeteranno a lor modo, con S.Matteo, il quale, con questa battuta, si sbarazza del fastidio di aver diviso in categorie gli eunuchi.
   Fìgliu poi si accoppierà con jigliu, giglio ; sùoru, sorella, con trisùoru, tesoro ; nanna nonna, con manna, voce di ben noto liquido di pianta silana, non che liquido miracoloso delle ossa del predetto Santo Patrono : e piglierà il compagno dal morente capuddannu, ( capodanno ), nannu, nonno.
   Se poi il focolare ha il privilegio di vantare nientemeno che la " sacra fossa " - direbbe Omero - di un cavaliere, personalità di lungo metraggio, per un paesello, che tutti inchinano e temono, i versi stereotipati finiranno come nonpotrebbero meglio nel desiserio dei girovaghi, perchè al gran titolo di cavalieri si metterà a servizio di rima, una voce delle più idolatrate, bicchìeri :

                                  'M menzu ssa casa c' è 'nu bicchìeri
                                  brìnnisi fazzu a llu signor cavalieri ;

che vuol dire : in mezzo a questa casa c' è un bicchiere, brindisi faccio al signor cavaliere.
   Se la minuscola tribù è estesa fino a contare anche un chierico o prete, ( essendo raro in Calabria il prete solo, anche perchè costretto, pei servizi domestici, a non concedersi Perpetua, nome familiare, perciò, ai soli lettori dei " Promessi Sposi " ) un' assonanza, comunque stentata, si troverà, tirando in ballo paniere o panaru, il quale cercherà il corrispondente alla rozza musa, nel parolone cardinale.
   Pure lo scrivente, se ne va a casa in detti giorni, non corre pericolo di esser dimenticato, benchè in mezzo a famiglia piuttosto numerosa. Per lui, del facile distico rimerà a capello, don Peppinu, sempre con quel benedetto vinu ; mentre i vogliosi di apparire meglio informati delle occupazioni del festeggiato, cambieranno paragone anteponendo alla voce del liquido rubino o del meno apprezzato bianco, qualcosa di solido e astratto :

                                 'M mìenzu ssa casa c' è 'nu piatto 'è bon core,
                                 brìnnisi fazzu a don Perrinu 'u prufessore. 

I cucupi. -Il canto però, non si spande solo ; essendo accompagnato da un suono tutto caratteristico, che un improvvisato e facile strumento sprigiona. Basta possedere una marmitta, una boìte, un recipiebte qualsiasi vuoto, coperto da una pelle di tamburo bagnata di fresco e distesa e lagata intorno alla bocca, nel centro della quale stia ritta una cannuccia senza nodi, per estremità avvolta, anch'essa, nel mezzo della pelle cui sia non meno saldamente legata.
   Ora facendo andare su e giù la bacchetta con la destra umida di sputo e chiusa attorno a essa, e tenendo ben fermo sotto l'ascella sinistra il grottesco apparecchio, si ricava cupo come la sovrastante notte, monotono e burlesco, un suono.
   dall'aggettivo cupu o vuoto, una parola onomatopeica lo designa a Bocchigliero col nome di cupicupi, e in Campania con quello di putipù. Sul contrafforte dell'Arenzana, a Bocchigliero, cioè si adopera nelle sole feste natalizie o meglio, col calar delle tenebre della vigilia di capodanno; ricorrenza, tra le altre, più animata.
   Porta quel coso, il vantaggio della pronta costruzione e della nessuna spesa anche da parte dei bambini che, quanto a recipiente,se ne forniscono, asportando i bricchi alle cucine.
   Potrebbe servire la pastorale cornamusa; ma questa ha funzioni assegnate nelle ninne nanne e negli ozi degli idilli campestri;mentre per la ricorrenza chiassosa di cui è parola, un apparecchio grottesco prima a vedere, poi a sentire, è meglio indicato.
   Nell'oscurità del freddo solstizio, in serate le più adatte a racconti di millenaria canizie, altri dolci, altri spaventosi, con la fantasia piena di agurìalli, monachìelli e lupi mannari, col ricordo di magi misteriosi di più misteriose contrade, il cavernoso rumore ora più ora meno forte, ma sempre monotono e spezzato, quasi a burleschi singulti, e inteso appena una volta ogni tredici lune, con comitive egualmente annuali, e col canto a ritmo lento e melodico però, sostituisce senza rimpianti quanto di meglio non si sente e vede; sebbene, con le frotte più civili, comincia a essere scacciato da qualche violino, mandolino e chitarra francese in accompagnamento.
   La comitiva meglio ospitata.- Dopo cena giunge invece, qualche frotta che merita o pretende maggiori attenzioni. Le altre comitive furono contentate piuttosto in fretta; con l'ultima, si è più espansivi, giacchè con essa vorrà indugiare la famiglia, la quale, non avvezza a perder tempo utile di questa buona occasione, nell'ambito caldo e festante della civitas domestica, fuori della quale è l'orrido della notte lunga nella sua prima vigilia.
   Per questi amici o buontemponi di sesso esclusivamente maschile, si porta innanzi quanto di meglio si possiede; chè l'occasione, se si presta a gradire gli estranei, anche ai padroni offre di ostentare la propria agiatezza.
   Col buon cuore per gli altri, secondo il detto :
                                     Pe l 'amici jette la casa  ' n terra
                                    ( per gli amici getta a terra la casa, dilapida),
e il forte amor proprio, solleticato a ben figurare, vengono avanti le migliori ceste di frutta di alta collina che, nella giornata furon sottratte alla leggera protezione delle felci avvizzite e polverose dello stramatu (solaio) ; e poi, i dolci paesani di casa propria, tra cui quello a basa di miele d'uva, accennato nel penultimo articolo, e i torroni di larga e piatta scatola di Reggio e della Sicilia ; dopo avere,  però, dato esca all'arsura con le non meno riposte sopprassate, gareggianti in grossezza di lacrime col vicino granello bruno e forte del torrido tropico, il quale vi fu sparso abbondante e intero ;e serbando alle esplosioni di meraviglia e alle frequenti oscillazione dell'ugola il capeccùollu, (in Romagna detto coppa), che si ammucchia, in dischi rosati e carichi di intenso profumo ; e il massiccio prosciutto, infine, che la generosità ospitale presenta spesso omericamente intero per la consolazione di vederlo attaccato nella sua stessa base, e poi affondato nel vino ardente .
   Con le visite rare, la cordialità è in proporzione. Il galateo, quanto a visite nelle famiglie, è chiaro :
                                   Si vu' sedire duve sede issu,
                                  (se vuoi sedere dove siede lui)
                                   ' U ' nci jire allu spissu.
                                   (non andarci spesso)
   E la comitiva che questo sa ed à osservato nell'anno, per la letizia raggiante su tutti i volti, il grosso e chiassoso numero che meglio affranca ad ogni residuo di soggezione, e la stagione e l'ora tenenti bordone, non perde davvero tempo a rinfrancar gli spiriti con cibi e bevande prima, a non voler restare in cervello poi.
   A serata conclusa, infatti, diventano otri capaci ; rubicondi sguatteri che abbiano soffiato sul fuoco, secondo il motto che s'indirizza a una spugna di bevitore :
                                    Pari ca ha ' jujatu 'u fuocu!
                                    (sembra che tu abbia soffiato sul fuoco)
automi così 'ntorganati (empiti) e 'ntatarati (pieni di feccia) ; in possesso inalienabile di certe spatrunate (sbornie) che, per lo sbilancio delle some, li fan procedere verso le rispettive dimore, con la balbuzie scesa, diciamo così, dalla lingua  alle gambe in modo da scambiarli per un gruppo di torri pendenti.
   5.  Il pranzo e il tripudio della vigilia di Natale a sera.
Ultima delle tre, l'Epifania, la seconda festa intima della famiglia la quale, volentieri, vi associa i suoi schiavi e fidi compagni di presepe.
   E la festa, più che il giorno dell'apparizione del signore, cade la vigilia a sera, come per il Natale.
 Mentre nell' Italia settendrionale, la vigilia di Natale sguscia monotona e incolore come una qualsiasi serata d'inverno, in
                               "quel corno d 'Ausonia, che s' imborga
                                 Di Bari, di Gaeta e di Crotona,
                                 Da dove Tronto e Verde in mare sgorga",
è tutt' altro sentire.
   Senza sconfinar dalle prescrizioni della Chiesa, la sera della vigilia è solennissima per tripudio di cuori e per imbottimento dell' epa.
   A mezzodì si cenò, parcamente sulle once rituali; ma, sin dalla mattinata,e , con accellerata lena nel pomeriggio, si fu, più o meno tutti in faccende per le due ecatombidella tavola del ventiquattro a sera e del mezzo corso solare del dì seguente.
   Avvine ciò per maggiore simpatia alla vigilia, secucente più della festa, secondo il gusto leopardiano? O è abitudine di popolazioni già governate dalle tre effe borboniche, di cui la prima e seconda sono sigle di festa e farina?
   La spiegazione è ineve quest'altra, forse, che il culto intenso del focolare, più che mai, in occasioni tanto solenni, concilia gli animi ad un'esplosione d'intima gioia tra le sue tre volte sante pareti, rischiarate dalle alte lingue della buona e bella legna, cercata talora personalmente nel proprio bosco, e fatte liete dal supersite Lare, l'Agurìellu o Monachìellu, sul quale si solleva,  vincitore, Gesù, Lui pure bambino.
   La sera del ventiquattro, dunque, si mangia e si beve, come suol dirsi, a trippa strazzata, da lacerarne il ventricolo; e poi, si torna a mangiucchiare e a sorseggiare, giocando a tavola anche, provocando fragori di petardi e di fuciferre o cacafùochi (vecchi fucili) fino al suono dei sacri bronzi i quali, avvertono che, a mezza notte in punto, occorre lasciar digiuno il corpo a quanti, passeranno, poco dopo, al cibo della mistica mensa.
  6. E il tripudio e le leggende di quella dell' Epifania.
Similmente nell'Epifania, ore più belle, quella della sera innanzi, anche per il fatto che gli uomini, meno gravati da cure o frenati nel girovagare, restan coi propri in più lunga dimora, non soffrendo queste adunate le abituali assenze di nessun componente, proprio come la messa convertuale cui deve assistere tutta una comunità, ogni mattina.
   Bella e gentile la serata del 5 gennaio, per il senso di pietà che accosta più del consueto, i padroni alle proprie bestie, remunerative ogni giorno e buone : il bue col giro degli occhi pazienti e la forza dei muscoli, per esagerazione di bontà, portati fino alle corna; l'asinello adatto non sai se più alla soma del peso o a quello delle bastonate ; la gallina largitrice di attesi botticini di bianco e di rosso, in ricambio del pugno di granoturco gettatole in anticipo ; il cane infamato per un' ingordigia emula, se non minore, di quella dell'uomo, suo padrone, dal quale nemmeno i crampi per fame, riescono ad allontanare ; il gatto per l'attaccamento alla casa, anche se fraintende a crederla tutta sua. Buon diavoli tutti, tranne nella loro notte privilegiata di cui si avvantaggiano senza riserve ad essi nocive.
   Se l'avarizia altrui, anche in quella solenne ricorrenza, non tien conto dello scrupoloso servizio annuale prestato, con offerte di cibo scelto e abbondante, scioperano e diventano incendiari o spartachiani. Ripresa, magicamente la natura selvaggia di cui si spogliarono a tutto beneficio dell'uomo, sgroppano fin l'ultimo rimasuglio di domesticità, e, sollevati all'altezza degli umani nel dono di improvvisa chiara favella, - esiziale agli uomini ascoltare - concertano l'imminente morte dei tiranni.
   E perchè il gran diritto di quelle ore contate non scada, ne profittano per quello che di meglio san fare : un viaggio nelle selve per apprestare, pel mattino seguente, - a sterminio di tutta la famiglia - gli assi occorrenti dei quali si caricheranno in quella notte doppiamente nera.
   Sarà, intanto, per la schiena di tutti quella fatica? Si capiscono l'asino e il bue, nati a quei trasporti ; si posson comprendere anche i lanigeri animali minori i quali, se avvinti a due e a tre, come quelli dell'uccellato Polifemo, posson cavarsela per le assi leggiere dei bambini ; ma, come intendere, fuori del pollaio e della cucina, l'utilità dei piccoli compagni, del gallo, per esempio?
   Se pensiamo, però, a Tirteo che, pur minorato, valeva benel'oplite dorico più gagliardo, il dubbio s'acquieta.
   I padroni tirchi, al vaglio di tanto pericolo,piegano il capo accostandosi con colme misure e lieto volto,per accingersi dopo, alla più lieta fatica della propria nutrizione o satollamento che sia, non senza ricordarsi, negli allegri parlari, degli schiavi di casa.
   Come in agosto e in novembre scendono dal cielo piogge di stelle filanti, la sera del 5 gennaio sono i focolari caldi e affollati che mandano in senso inverso i guizzi delle sbrigliate fantasie, in quanto le famiglie ci tengono a lasciare nell'invisibile libro dei ricordi, la buona memoria dell'occasione fuggente.
   E' la sera dei piccini in particolare, a cui mpùnnanu u pane ( inzuppano il pane) volentieri anche gli adulti. Di solito è il più vecchio a esser creduto.
   Per venire alla conclusione che il bue e l'asinello fecero quanto mai opportuna compagnia al Re del mondo umiliato nel presepe, comincia col ricordare, a sua volta, l'avo il quale 
                                       ....nel parlar soleva inducere
                                       i tempi antichi, quando i buoi parlavano
                                       chè ' l Ciel più grande allor solea producere.
 E' la festa dei desideri inappagabili che, sotto la guida della speranza, dea necessaria, si vogliono vedere in un sogno ad occhi aperti. I corsi d'acqua i quali, accessibili a tutti, precipitano per inalterata vicenda, dai dirupati recessi alle ampie pianure, si spassano, le folle di sognare, una sera nell'anno, cangiati per opera d'incanto, nei liquidi necessari e costosi : l'olio, il latte, il vino, il miele :altrettanto dicasi delle vigne nel gran pavese di una seconda vendemmia, e del pane, per cui l'umanità ingaggia battaglie.
   Questo vitale nutrimento giornaliero, nella notte dei prodigi, lavorano le più affusolate e delicate mani di eteree fanciulle, lassù, sopra le nuvole a cumuli bianchi. Ma la località privilegiata è, per quella volta, anche in terra e così vicina, che, allontanandosi di qualche lega, con quel freddo cane, se ne può aspirare la fragranza e indovinare l'oro del colore e il suono della freschezza.
   Che più? I dami coraggiosi possono andare a intrecciar dolci nodi di durevole amore con quelle gentili creature.
   Si sogna oggi in Calabria e fuori; si sognò con eguale avidità decine e decine di secoli dietro. Il millantatore dei Turiopersi rappresentava comicamente la strordinaria fertilità della terra di Turii, grazie al Crati fluitante grossi pani che la corrente - oh! meraviglia! - impastava da sè ; e gli faceva pendant il Sibari, con rigurgitanti rivoli di seppie arrosto, acciughe, gamberi, fritti, umidi, salsicce : cuccagna fatta più vasta dall'etere generoso che lasciava cadere non solo intorno e non più lontano dai piedi, ma in bocca, arrosti e pan buffetto.
   O pane dalle millanta battaglie, che col vino riempite di voi le mense domestiche e sacerdotali, se veniste modicamente abbondanti per davvero e per tutti !
  













26/12/13

Il Tempo

Siamo sempre in attesa,  adesso, dopo il Santo Natale, aspettiamo la fine dell'anno, la notte di S. Silvestro. E' tempo di riflessioni, di bilanci e di progetti. Il tempo sembra non bastare mai; si fa tutto di fretta, e non ci si ferma quasi mai per riflettere su quanto prezioso sia questo dono che è il tempo, è necessario dedicare del tempo agli altri, a chi ha più bisogno di noi, alle persone sole e ammalate, ai bambini, che spesso vengono consegnati alla TV o alla rete. E' necessario che il tempo in cui si rimane soli, possa essere tempo prezioso per la riflessione, per stare con se stessi e pensare non a quello che è stato ma a quello che sarà. Viviamo tempi di crisi, economica e morale, oseremmo dire crisi strutturale, abbiamo necessita di mutare le nostre coscienze, spesso abbiamo parlato di rivoluzione culturale, ebbene crediamo, anzi ne siamo certi, questo sta succedendo, e dipende unicamente da noi, dipende da come useremo il nostro tempo, per accelerare questo processo irreversibile di cambiamenti e di mutamento delle coscienze. Molti sono i segnali che dobbiamo cogliere e sviluppare, per le generazioni che verranno, affinché trovino un mondo migliore.Per Henri Bergson, leggi, il tempo concretamente vissuto è una durata "reale" a cui lo stato psichico presente conserva da un lato il processo da cui proviene (attraverso la memoria), ma naturalmente costituisce anche qualcosa di nuovo. Dunque non c'è soluzione di continuità tra gli stati della coscienza: esiste una continua evoluzione, un movimento vissuto che la scienza non può spiegare pienamente con i suoi concetti astratti e rigidi, nonostante il riconoscimento dei suoi grandi progressi. Noi siamo certi che il passato sia indispensabile per il futuro. Dedichiamo questo post a tutti quelli che usano bene il proprio tempo, a chi non ha mai tempo e a chi sa aspettare, perché il tempo aggiusta le cose, o no!? Vogliamo fare gli auguri a chi ci segue, a chi non ci segue più e a tutti quelli che ci invidiano, perché noi non aspettiamo altro che di essere invidiati.
Calbria ieriAuguri a chi non riceve mai una carezza, un gesto di affetto, alla gente che soffre e a chi aiuta l'altro, a chi usa bene il proprio tempo, dedicandosi all'altro, con amore e affetto.
Un buon proposito è: "Regalare agli altri un po'
del proprio tempo, anche se prezioso".


                                                                    
 

03/11/13

Romanzo Storia e sangue.



Torre Normanna

Roberto il Guiscardo e Sichelgaita
alla corte di Salerno


Non pensiamo che si vive di solo pane, di cose materiali, futili, a volte inutili, che hanno poco peso sulla nostra psiche, sulla nostra mente. Invece rivestono un ruolo importante i sentimenti, le emozioni che, possono nascere da cose piccole, semplici e per molti inutili, ma non per noi, riteniamo che le cose semplici siano le migliori, che la natura sia gran maestra e che quotidianamente ci insegna tante piccole cose, bisogna saperle coglierle, e noi ci proviamo. Queste considerazioni hanno uno scopo ben preciso: quello di farci riflettere, pensare e anche agire. Non è più tempo di rimanere spettatori, ma di essere attori del proprio futuro e del futuro delle generazioni che verranno, senza dimenticare il passato e senza trascurare la storia che ci hanno tramandato e quello che realmente è accaduto. Ma questo preambolo per raccontarvi e recensire un libro, un romanzo storico di una principessa e Roberto il  Guiscardo, Normanno, grande condottiero e stratega di guerra. La principessa si chiama Sichelgaita o semplicemente Gaita. Il libro narra la storia di questa bellissima principessa Longobarda che viveva a Salerno, e qui si innamora di un giovane di S Marco Argentano.  Ma il rango elevato della donna non permise questo amore, ma dovete leggere il libro, se riuscite a trovarlo. "Il normanno Roberto il Guiscardo e la principessa Sichelgaita"  wikipedia./Sichelgaita
"Storia di amore a morte" di Walter Bruno editore "Legenda". E' necessario conoscere da dove veniamo per sapere dove andiamo. Roberto il Guiscardo è stato un grande condottiero Normanno, conquistò le terre del sud e per primo la provincia di Cosenza, nella Calabria Citra. Noi calabresi abbiamo avuto tante dominazioni, ma i Normanni fecero cose che nessuno fece e ebbero la capacità di coinvolgere la gente del posto, integrandosi con le popolazioni locali.
Tra i protagonisti risalta, prepotentemente, la figura di un personaggio forte e coraggioso, gigantesco, stratega insigne anche se analfabeta, è uno dei numerosi fratelli della famiglia di Hauteville,  Altavilla  è Roberto detto il Guiscardo (il furbo, l'astuto). L'autore ha appreso da un vecchio manoscritto, trovato dopo la morte della principessa Sichelgaita, è capitato, fortunatamente, tra le sue mani, la passione che ha travolto i due innamorati. E' una storia dolce ed amara molto simile a quella di Paolo e Francesca e di Giulietta e Romeo, storia che, anch'essa, si conclude con un finale altamente drammatico.
Calabria Citra 

21/10/13

Orizzonti....lungimiranza

Il tempo è gran maestro, questo è vero, ma a volte il tempo non è sufficiente per ottenere ciò che si desidera. Il tempo di vecchi marpioni è scaduto, di saputelli della politica che non hanno fatto gran che, quando hanno avuto il timone in mano, è finito, finito per sempre.
Noi siamo certi che il popolo debba essere sovrano, come recita la Costituzione, e che non bisogna prenderlo in giro.
E' tempo di cambiamenti, di piccole e significative rivoluzioni culturali, che porteranno ad una reale e concreta democrazia, che necessariamente dovrà passare sotto l'approvazione del popolo sovrano. Mutamenti e nuovi assetti si registrano ogni giorno, l'informazione è costante e forse anche abbondante, e ancora i giornalisti foraggiati fanno il buono e il cattivo tempo, ma questo stato di cose sta per mutare, ci vuole tempo, ma la strada è giusta. Una grossa mano, in questo mutare,la sta dando la rete, che smaschera i bugiardi e i faziosi, i giullari e le ballerine, i tramezzi e i ruffiani. Avevamo accennato nell'ultimo post, ai "tramezzi"; individui che senza alcun permesso, o mandato tramano e bramano per accaparrarsi un posto sul carro dei vincitori. Noi vi diamo alcuni spunti per riconoscerli. Questi, i "tramezzi", non hanno amici, ma di volta in volta frequentano chi gli interessa nel loro progetto, sono sempre vicini agli amministratori di turno, sono nomadi per scelta, modificando i luoghi per opportunità personali, quasi mai offrono da bere, a meno che non ci sia un loro scopo personale, non hanno amici, ma vantano amicizie potenti. Questi alcuni segni attraverso i quali potete riconoscerli, ma ne esistono altri, che qui non vogliamo e non possiamo citare, chi è di buon palato può capirci. Non sono dei lobbisti, che fanno da tramite tra i cittadini e i  politici, ma sono opportunisti e, per il loro tornaconto, sono disposti a qual si voglia angheria, imbroglio o finanche cattiveria gratuita e senza senso. Chi li riconosce deve avere la bontà di isolarli, renderli innocui e inoffensivi.  Noi suggeriamo di cercarli, o meglio individuali, e non averci alcun contatto, anche indiretto, ma ignorarli!.
Durante il periodo delle votazioni sono indaffaratissimi a raccogliere voti, anche se si schierano all'ultimo minuto, e danno i loro voti al vincente, per potersi assicurare un posticino sul carro dei vincitori, in poche parole è gente senza personalità, e soprattutto senza dignità.

10/10/13

Amministrative! chi vincerà!!


Si affilano le armi, rullano i tamburi e si riscende in campo, ma facciamo un passo indietro. Giugno 2009,

elezioni amministrative a Bocchigliero (cs), viene riconfermato il sindaco uscente Luigi De Vincenti con il 56,9 % pari a 658 voti, il diretto concorrente,o avversario, della lista civica l'Aurora, Giuseppe Giovanni Santoro si ferma al 43,1%, pari a 499 voti. In queste prossime amministrative  l'aria è diversa, in vox populi c'è aria di tre o quattro liste, e il sindaco uscente non può più ricandidarsi. Quasi certamente il capo lista dell'Aurora, Giuseppe Giovanni Santoro, si ricandida, nella speranza di fare il sindaco nel nostro amato e bistrattato borgo. Ma c'è un crescendo di nuovi volti che si affacciano alla ribalta, professionisti e gente comune, politicanti, ballerine e saltimbanchi, c'è poi il ruolo, non secondario, dei "tramezzi"; individui che senza alcun permesso, o mandato, tramano e bramano per accaparrarsi un posto al sole, o salire sul carro dei vincitori, non sono in tanti, ma sono agguerriti e a volte spietati, non guardando in faccia nessuno e con tutti i mezzi tentano di ottenere ciò che desiderano. Ma di questi ci sarà modo di parlarne più avanti. Ma chi può aspirare ad un comune cosi isolato, senza risorse e senza un reale e concreto progetto che possa fare uscire il paese da questo stato di decadenza economica e sociale, questo borgo che non può più contare, come un tempo, su opere faraoniche inutili o inutilizzate, e nemmeno sugli idraulici forestali, e, forse, neanche sulle fallimentari cooperative, che il Sindaco uscente, e non più candidabile, si era inventato qualche anno addietro. Noi siamo per forme di cooperative che possano costruirsi un futuro e camminare con le proprie gambe, si con i contributi statali, regionali o provinciali, ma appena avviati c'è necessità di camminare autonomamente, e riuscire a costruire delle aziende che dal lavoro si ricavino gli stipendi, e addirittura cercare di rinvestire gli utili. Ci vuole ambizione, per essere propositivi, per riuscire a credere in progetti che guardano avanti, per essere certi che si sta costruendo il futuro pensando alle nuove generazioni e cercare di fermare gli ultimi giovani che ci sono rimasti. Crediamo che chi andrà a sedere sulla poltrona del sindaco  debba fare un gioco di squadra, cercando di fare cose concrete e coinvolgere la popolazione, c'è bisogno di collaborazione, di solidarietà, di concretezza e di realizzare il realizzabile, senza voli pindarici o faraonici progetti. Bocchigliero potrebbe essere un borgo slow-life, vita lenta, dove potersi mettere in armonia con i ritmi naturali, ricerca di luoghi unici e isolati, potrebbe diventare, Bocchigliero, un centro di amanti delle stelle, visto lo scarso inquinamento luminoso che c'è, scarso o nullo, se si spegnessero le luci del paese, diventerebbe uno dei paesi più interessanti per gli astrofili . Le idee a noi non mancano, e siamo disponibili a contribuire al futuro del paese, anche attraverso la Pro-loco, se questa riuscissimo a resuscitarla. Ancora non è tempo di programmi, ma di manovre, di incontri, spesso segreti, di pre- tattica e ancora di ricercare portatori di voti, famiglie numerose, non ce ne sono più, o comunque elementi portatori di voti. Si stanno affilando le armi, ci si sta preparando ad un "caldo inverno politico-amministrativo", certamente non bisogna stare alla finestra, ma partecipare e schierarsi, credere in quello che si vuole fare. Noi siamo certi che sarà una nuova e diversa campagna elettorale.

01/10/13

NOSSIDE

E' l'amore il tema dominante dell'ultimo e intenso romanzo di Rocco Giuseppe Greco ."Il giardino di Nosside" Laruffa Editore. Rocco Giuseppe Greco nasce a Bocchigliero nel 1944, già Dirigente Scolastico, studioso di problemi di pedagogia e appassionato ricercatore di storie e tradizioni locali. Ancora una donna protagonista, in questo viaggio nella mitologia greca, ancora perchè abbiamo già letto un romanzo, di Rocco Giuseppe Greco, dove la protagonista è una donna: "Ciccilla" L'ultima brigantessa, romanzo storico, che ha ricevuto apprezzamenti da critica e pubblico, e ha vinto anche il Primo Premio Speciale Giuria Lettori al Premio Letterario Nazionale " Un libro amico per l'inverno". Ma torniamo a Nosside, poetessa della Magna Grecia, visse a Locri Epizefiri  tra il IV e il III a.C,, viene considerata tra le poetesse migliori della Magna Grecia, se non la migliore. L'amore è la sola libertà del mondo, perchè eleva lo spirito a tal punto che le leggi dell'umanità e i fenomeni della natura non ne alterano il corso. Poche e frammentarie le notizie giunte fino a noi, di sicuro i suoi componimenti continuarono ad essere conosciuti, apprezzati e tramandati durante tutta l'antichità, Tant'è che ancora nella seconda metà del I secolo a.C. Antìpatro di Tessalonica
(poeta epigrammatico) la inserisce tra le nuove Muse terrestri ( contrapposte alle nove Muse celesti)                                      
https://www.facebook.com/roccogiuseppe.greco?fref=ts
Il narratore, Rocco Giuseppe Greco, nella stesura del romanzo, ha squisitamente tracciato la vita sentimentale e amorosa di questa poetessa greca, sottolineandone emozioni, sensazioni e facendoci entrare nell'animo di questa donna libera e inquieta, capace di toccare vette elevate nel giardino dell'amore. Il giardino come luogo dell'anima, da curare e amare, perchè esso possa dare quelle gioie alla vista, all'olfatto e all'anima. "Nei suoi angoli più bui seppellisco i mie sbagli e i miei errori; con l'acqua del suo pozzo lavo le mie colpe" Questo dice Nosside del suo giardino. C'è, nel romanzo, una sorta di rifiuto alla rassegnazione,al tempo che, inesorabilmente, passa. quasi certamente la mamma di Nosside, era donna moderna e fece istruire bene la figlia, addirittura lei stessa, Nosside, fece una scuola dove poter insegnare alle ragazze ad essere gentili e donne raffinate, amanti della musica e dell'arte in genere, ancora una volta, Greco, narratore e romanziere, esalta la figura femminile, quasi a voler rimarcare la famiglia del tempo, che era matriarcale, soprattutto Locri, che pare sia stata costruita da donne nobili fuggiasche seguite da schiavi. Nosside ha avuto tre grandi amori; l'atleta, l'artista e il filosofo, quasi a rimarcare tre fasi della vita. Ma non vogliamo continuare con il romanzo, ma esortarvi a leggerlo per capire l'amicizia e soprattutto l'amore, quello vero, fatto di scintille irrefrenabili e inspiegabili, e solo leggendo il romanzo, sino in fondo, che capirete il senso dell'insegnamento che un libro può darci




20/09/13

C-O-S-C-I--E-N-Z-A




 "Non ho ne rimpianti ne rimorsi".Questa la conclusione di una tragedia, fatta da ingiustizie e soprusi, da violenze fisiche e psicologiche, per poi concludere la propria vita con questa frase, che a noi serve da spunto per un viaggio nella coscienza di chi ancora crede di non averne, di non doverci mai fare i conti, di non dover mai rispondere a chi invece una coscienza la possiede e pensa a rendere coscienziosi gli altri. Noi vorremmo partire dalla fine, dal resoconto finale, per capire se è necessario vivere alla costante ricerca della felicità, o la felicità è già dentro di noi e non riusciamo a coglierla. Se nasciamo con una   coscienza ereditata dal DNA, o è l'ambiente in cui cresciamo a formarci una coscienza!. Certamente influiscono entrambe le cose, ma riteniamo che l'ambiente e la storia di ciascuno influenza e forgia la coscienza. Tanti hanno trattato e trattano il problema, ma pochi riescono a farci comprendere l'essenza stessa della nostra coscienza. Questa parte di noi che costantemente ci segue, ci fa decidere, ci sprona per battaglie a volte assurde                                 .«O Coscienza immobile e serena, Tu vegli
ai confini del Mondo come una Sfinge d'eternità.
E tuttavia ad alcuni tu riveli il tuo segreto: costoro
possono divenire il tuo Volere Sovrano che
sceglie senza preferire, agisce senza desiderare»
Mère  in "Parole dagli scritti di Mère e di Sri Aurobindo" 



Una cosa sembra evidente: l’umanità è arrivata a un certo stato di tensione generale — tensione di sforzi, tensione di azioni, tensione perfino nella vita di tutti i giorni —, con una iperattività così eccessiva, un’agitazione così generale che la specie nel suo insieme sembra arrivata a un punto in cui è necessario o far esplodere le nostre resistenze e emergere in una coscienza nuova, oppure ricadere in un abisso di oscurità e di inerzia, da
Vai a vedere
Ecco diamo alcuni spunti di riflessione, che possano fungere da stimolo a quanti vogliono approfondire la questione, siamo nell'era della velocità, del correre per cercare di arrivare, ma tra frastuoni, impegni e cose da fare ci dimentichiamo, troppo spesso, che abbiamo necessità di passare dall'era del consumismo al periodo (o Era) dell'Essere spirituale, alla ricerca di una vita più profonda e meno superficiale, interessando la nostra coscienza. La solitudine, le depressioni e tutto il malessere della società attuale è dovuto principalmente a questo.

28/08/13

L'Estate dei Giovani





Siamo alla fine di questa strana estate, abbiamo visto piazze piene di gente, vicoli deserti carichi di fascino e di mistero, giovani alla ricerca sfrenata di ridere, divertirsi e fare tardi, molto tardi anche l'alba, molto spesso. Ci è capitato spesso di svegliarci presto e passeggiare per città che credevamo deserte, e invece per le viuzze giovani ridevano e scherzavano, incuranti di gente assonnata che silenziosa e quasi seria camminava a passo svelto. Questo e tanto altro abbiamo visto durante questa strana estate che volge inesorabilmente al termine, non è ancora tempo di bilanci ma è sicuramente tempo di riflettere su ciò che si può fare, e non su quello che si sarebbe potuto fare.
Non ci sono ricette certe, non ha senso illudersi e illudere il popolo, c'è invece consapevolezza, nelle nuove generazioni, c'è voglia di concretezza, dopo questa grande abbuffata di virtuale, surreale, intangibile. Basta con i proclami ad effetto, con il contentino personale, c'è necessità di pensare solo al bene comune, che miri ad una crescita collettiva di coscienze mature, che percepiscano le esigenze della collettività. Abbiamo visto le solite sagre, i soliti cantanti, le solite serate noiose e inutili, ma abbiamo visto nuovi bagliori di ripresa, nuova linfa nei giovani che vogliono esprimere le loro potenzialità, i loro talenti, voglio partecipare al loro futuro, e al futuro dei loro figli, questo abbiamo visto quest'estate che ci lascia un po l'amaro in bocca, per alcune cose che non siamo riusciti a portare a termine. Ma siamo felici per questa voglia che abbiamo colto nell'aria d'agosto, nelle nottate trascorse con tanti giovani che non vogliono più stare a guardare, non vogliono dormire, vogliono partecipare per vivere, per sentirsi vivi, utili e appagati, il futuro è loro, e tocca a loro decidere il loro domani. 

23/08/13

C'era una volta...

P.zza del Popolo  qualche anno fa.
Tanto tempo fa esistevano altri valori, altri uomini, altre condizioni economiche che oggi pochi ricordano. Siamo qua a ricordarle, con un lavoro che ormai ha più di tre anni, lavoro che è iniziato per una ricerca di un grande personaggio sconosciuto ai più: Don Giuseppe Scafoglio. Tutti citano i suoi scritti, portano il suo nome come chi ha dato lustro a questo sperduto borgo nel finire degli anni venti; Bocchigliero che diede i natali a Don Giuseppe Scafoglio nel 1882 il 6 Giugno.  Anche quest'anno il nostro personaggio è stato citato più volte, ma è stato citato anche in una prefazione di un opuscolo che presenta la mostra,  ancora aperta a Bocchigliero. Hanno esposto bravi e giovani talenti, con opere di ottimo livello artistico, che esprimono emozioni e sensazioni che le parole non riuscirebbero a fare. Bravi, e che possa essere la prima di una lunga serie di espressioni artistico-culturali che si terranno a Bocchigliero. Abbiamo certezza che nascerà una piccola compagnia teatrale che lavorerà con ragazzi e ragazze del  luogo. Non  solo, nel mese di Agosto....
Ma torniamo a chi potrebbe far conoscere, bene, il nostro Scafoglio. Certamente l'Amministrazione Comunale, che potrebbe e dovrebbe intitolargli una via, una piazza, una sala del comune o ancora una mnemoteca, che manca a Bocchigliero. Almeno chiediamo di correggere la sua lapide al cimitero, perchè la data di morte è sbagliata. Noi, con mille difficoltà, stiamo portando avanti il progetto dei "Quaderni" sul Sostantivo Calabrese. Stiamo aspettando una prefazione importante e poi verranno pubblicati.
non abbiamo dubbi sull'importanza del lavoro svolto da tutta la nostra redazione, che è riuscita a raccogliere quasi tutti gli scritti di questo bocchiglierese quasi sconosciuto. Vogliamo augurarci che a breve qualche cosa si muova, credo, è ne ho certezza. che l'Amministrazione, ed il Sindaco credano in questo progetto, che potrà dare nuova linfa al borgo, ed essere ricordato lontano. Tutto sembra coincidere, apprezziamo tanto la massima disponibilità da parte delle Istituzioni locali, che sono, e spesso si perdono, il volano e il crogiolo del futuro., stiamo apprezzando e ricevendo complimenti e gratificazioni, abbiamo necessità di atti concreti che possano creare quelle giuste sinergie per poter operare nella massima trasparenza e serenità....e non Oltre.
Unica foto di Don Giuseppe Scafoglio.
Chiesa di S.Rocco

16/08/13

Vincere!

I tre vincitori.
Fra un giro di boa e una sagra vorremmo raccontarvi dei momenti ludici, oggi divenuti fondamento di una filosofia applicata che proviene dalla ricerca, anche italiana, ma non vogliamo annoiarvi, approfondendo in maniera scientifica la cosa, ne avremmo i dati. Invece quello che ci preme raccontarvi è la capacità della mente umana di esprimersi attraverso i momenti ludici. Infatti abbiamo partecipato ad una delle tante, tantissime sagre, inutili, che ci sono in questo periodo, ma non solo, sagre tutto l'anno. Ma andiamo con ordine, il clima avverso non ha consentito lo svolgimento della festa all'aperto, e allora si è pensato di fare la gara canora, di talenti locali, abbinata alla sagra dell'anguria, XV edizione. in un locale in costruzione, senza finestre e ancora senza mattonelle e intonaco. (in foto i tre vincitori). Tra una esibizione e l'altra si mangiava dell'eccellente anguria e si ascoltava questi talenti in erba, che sognano di vincere, di essere i primi, questo è l'obiettivo nel ludico, il gioco è gara, competizione, scontro, nel rispetto dell'avversario, per vincere, essere i numeri uno. La nostra vita si sviluppa per competere, confrontarsi, lottare e riuscire a fare, ad essere tra i primi, e si deve aspirare ad essere dei numeri uno, vincere produce benessere, forse felicità. L'estate è un momento, un periodo di gioco, svago, e poi questo deve portarci a rilassare corpo e mente per essere in forma nell'affrontare le quotidianità di una vita costellata di sacrifici e sofferenze, attese e speranze. Ma torniamo alla gara dei nuovi talenti, per sottolineare che il luogo, il livello di competizione, e di obiettivo non cambia...bisogna vincere per essere appagati dai sacrifici fatti. La gara è stata allietata dalle fantastiche risate che ci ha fatto fare il bravissimo cabarettista napoletano, Antonio Filippelli. e un plauso va all'agenzia Exlusiveagency.       https://www.facebook.com/nadia.exclusiveagency                                                    Noi quella sera ci siamo divertiti, ridendo, scherzando e mangiando anguria, anche i ragazzi ci hanno trasmesso le loro emozioni, chi più chi meno, ma tutti bravi,  e meritevoli di un futuro roseo e di successi. Un sincero grazie a tutti.  Questa è la parte buona, bella, necessaria alla mente umana per capire ed amare la vita. Ma esiste nel gioco anche l'eccesso, ma di questo ne parleremo.
Antonio Filippelli in un momento della sua esibizione.

12/08/13

Prima di Ferragosto....



                                Manovre nazionali e paesane.........Bocchigliero e non Oltre

Grandi manovre si notano all'orizzonte, tra sagre, matrimoni e inaugurazioni di strutture ludiche; come palazzetti dello sport, palestre, nuove strade, inutili, e rifacimento manti stradali, e soprattutto convegni e dibattiti al chiaro di luna, che, ruffiana, esalta le menti umane e li porta ad essere di  manica larga, complice qualche bicchiere di troppo,distribuendo promesse e soldi, progetti e fondi di sostegno.... in poche parole è iniziata la campagna elettorale. Vecchie volpi, della politica, hanno già affilato le lame per colpire e fare un lavoro in profondità, una campagna elettorale studiata a tavolino e dal progetto, si è passati alla fase esecutiva. Svegliamoci, stiamo allerta, c'è necessità di sorvegliare l'avversario, di studiarlo e adottare le giuste strategie. Anche lontano dalle località estive, si è dato fiato alle trombe inaugurando, la palestra e mangiando ottimi piatti, ed in particolare pasta e fagioli, peccato che quei fagioli erano destinati a bisognosi, così ci hanno segnalato, sembrerebbero, da alcune foto, i classici fagioli della comunità europea, banco alimentare, che dovrebbero essere distribuiti a chi ne ha bisogno. Noi usiamo il condizionale e, aspettiamo risposte certe, da chi ha usato quei fagioli!.  Fagioli a parte, riteniamo che alcune cose non possono e non devono essere fatte, per moralità, per rispetto e soprattutto per dignità. Consigli comunali ad agosto per obblighi istituzionali, per chiarimenti e opportunità, breve, inutile e solo per obbligo, per forma e senza alcuna sostanza....ne vedremo delle belle! mentre un'amministrazione è al tramonto della sua lunga vita, forse stanca e con la necessità di mantenere il potere, perchè il potere è più forte del danaro, ci sono venti che spirano da più parti e soprattutto c'è voglia di qualcosa di nuovo, di concreto per progettare un futuro che possa ridare slancio ad una comunità che è in coma vigile e necessità di cure particolari che, solo gli uomini di buona volontà, con una dialettica alta e concreta, possono trovare, c'è necessità di una riconciliazione, che porti verso un sano e concreto progetto di sviluppo possibile e sostenibile.

Il tramonto di un'era.

08/08/13

"Vacatio" (vacanze)

Esplosioni di colori... in una sera d'Agosto



L'Estate è a un giro di boa, sta per iniziare la settimana di ferragosto, la settimana dove anche, soprattutto in città, non si trova un bar aperto. Pullulano le piazze di cantanti e animatori, sagre paesane e presentazioni di libri, o ancora conferenze su temi  più disparati. e le balere improvvisate allietano le ore piccole, mentre nel cielo, la notte, si  ripete il miracolo di sempre,stelle e luna che si rincorrono per forze a noi sconosciute. E' d'uopo, di questi periodi scorgere i sindaci, soprattutto di paesi e borghi lontani,  con la fascia tricolore, che fanno da cornice al sacro e al profano, disseminando quasi benedizioni a chi li aiuta nel loro arduo ed estenuante cammino di primo cittadino. Questa visione culturale del Sindaco non ha alcuna ragione di esistere, e per essere al passo c'è necessità di modificare le coscienze,ed avere una visione altra della gestione della cosa pubblica, riteniamo che piccoli borghi debbano avere una gestione collegiale della "res pubblica", e avere una democrazia diretta e corale, che parti proprio dai piccoli comuni che possano fare da volano ad un cambiamento culturale e di vedute nuove e di una democrazia evoluta e al passo con i tempi. Riteniamo che non si possa più essere assenti e sordi alle urgenze di una società in costante cambiamento, per adeguarsi ai tempi che mutano, è un grande e complesso esercizio di adattamento e quindi di intelligenza. La priorità è la sburocratizzazione del sistema statale, la snellezza, questa è la via maestra per costruire futuro, progettare, programmare ed eseguire. Riusciremo in tutto questo, siamo in grado di impegnarci perchè questo accada?!!. Volere è potere!, c'è la necessità di essere protagonisti, attori protagonisti. Essi dovranno partecipare e contribuire al cambiamento, e non è del tutto vero che tutti i giovani aspirano alla rivoluzione, forse tutte le generazioni ci hanno provato, ma solo poche ci sono riuscite, vuoi per i tempi maturi o per qualsiasi altro fattore a favore del cambiamento, ma questa volta l'aspirazione è ambiziosa, si punta in alto, alla democrazia diretta che parti dal basso per innescare un effetto domino. Noi ci saremo, ci siamo e vogliamo partecipare a questa fase storica di cambiamento rapido delle coscienze. Chi vivrà vedrà.

19/06/13

Novità!





In una passeggiata nella Sila,  Parco Naz.Sila ,non deve assolutamente mancare una visita al centro visitatori il Cupone, Video, anche perchè da quest'anno ci sarà la wi-fi e addirittura gratis, finalmente il centro sarà attrezzato di ADSL, e ci auguriamo che possa diventare la sede ufficiale del Parco. Senza nulla togliere a  Lorica, ridente località silana, ma fuori da circuiti turistici e sprovvista  di una sede di rappresentanza dignitosa. I visitatori troveranno, al centro visitatori il Cupone, alcune sculture in legno che arricchiscono l'enorme patrimonio paesaggistico già esistente. Abbiamo enormi potenzialità, un meraviglioso clima, un mare spettacolare ma non si riesce a far decollare il turismo in maniera che possa dare lavoro a tanta gente che è costretta a lasciare la propria terra per essere eterni emigranti. C'è urgenza di fare, di riflettere sul futuro delle nuove generazioni che non vogliono abbandonare la terra natia come i loro padri, i loro nonni e ancora hanno necessità, le nuove generazioni , di riscatto, per progettare il futuro delle  generazioni che verranno. L'estate è arrivata, e passerà con le solite polemiche giornalistiche, con le sagre al chiaro di luna e altro tempo si perderà, nelle piazze si faranno i soliti discorsi nostalgigi, e i politici faranno retorica e pronti a strumentalizzare qualsiasi cosa che torni a loro utile, per poter mantenere il potere o conquistarlo con bugie e nascondere le verità, chi non è riuscito deve andare a casa, dedicandosi alla propria famiglia, al lavoro, o pensando di emigrare verso la città che consentirà ai loro figli di studiare e conprendere bene quale le strade da percorrere per un futuro migliore..


04/06/13

Aspettando il cambiamento!

castello dei sogni!
Panorama di Bocchigliero (cs)
In alcuni post precedenti,noi, avevamo previsto che, quello che oggi abbiamo, era l'unico governo possibile, era chiaro sin da subito che il sig. Bersani aveva imboccato la strada sbagliata, questo, come abbiamo visto, gli è costato dimettersi, per la non lungimiranza che ha avuto, e questo, per un politico, è la dote peggiore. ma quello che sta succedendo con  questo governo è veramente grave. Non si può discutere di Presidenzialismo in un momento drammatico come questo, la priorità è assolutamente e indiscutibilmente il lavoro, dare opportunità a questa marea di giovani che non riesce a vedere il proprio futuro, che non capisce perfettamente quello che sta avvenendo e soprattutto quello che avverrà. certamente su questi temi ci marciano, i sindacati, mobilitandosi e raccogliendo i mali umori del popolo, cavalcando e strumentalizzando un vero dramma, i sindacati, che ben si sappia, hanno contribuito, in maniera determinante, a questo stato di cose. C'è nell'aria voglia di reale cambiamento, c'è necessità di punti fermi e valori in cui credere, per ridare dignità ad un popolo che ne ha assolutamente bisogno. Il lavoro è dignità, autonomia e crescita sociale e culturale, la carenza di lavoro è  abbandono, degrado e arricchimento dela malavita organizzata. E' necessario avere forte entusiasmo, ceca passione e amore per i propri luoghi, questo serve per impegnarsi in politica,ciò vuole essere un forte e chiaro appello a quanti vogliono impegnarsi e dare il proprio contributo per poter crescere e trovare valide soluzioni a vecchi problemi. Ci assale un sentimento carico di frustrazione, come a tanti è capitato prima di noi,se non partecipi  e facendo il confronto tra le ricchezze naturali di cui dispone, la Calabria, e la capacità dei suoi abitanti di trasformarle in valore, capirai da dove nasce la crisi economica che da tempo immemore ci impedisce di crescere e prosperare. Poi, assolutamente, non intendiamo far risorgere chi ha sempre sguazzato nella politica, questi devono dare spazio alle nuove generazioni che hanno il diritto-dovere di partecipare.
Alba calabra!

26/05/13

Primo maggio



 E' chiaro a tutti che il primo punto cruciale per il futuro è il lavoro, e il 1° Maggio, festa dei lavoratori, il lavoro diventa tema dominante in tutte le piazze d'Italia. Anche nel nostro piccolo e desolato borgo si è tenuta una manifestazione-comizio pubblico. La piazza era in silenzio, il pulpito scarno, disadorno, ma non troppo alto rispetto alla piazza, è doveroso, in questa data, ricordare, ammonire e soprattutto fare appelli, gridare che alcune cose continuano e non ci sarà modo di cambiare se non con l'impegno personale, con la partecipazione alla vita politica e amministrativa della comunità, delle città, dell'intera nazione italica.....La manifestazione-comizio, organizzata dall'opposizione e dai sindacati, a Bocchigliero, è stata un accorato appello alla partecipazione e un lungo  elenco delle cose che non vanno, alla necessità, non più prorogabile, di creare posti di lavoro, per garantire un futuro alle nuove generazioni. L'intervento, del rappresentante sindacale, ha cercato di evidenziare le riconosciute peculiarità del territorio di Bocchigliero, sin dai tempi antichi, per alcuni prodotti, quindi il futuro è la terra, valorizzandone le peculiarità e sfruttando le risorse naturali, ci ha poi segnalato una ricerca fatta dall'Università di Modena, che attesta la migliore qualità dell'aria, sembra che questo primato spetti al territorio di Bocchigliero, dove, pare, si respira l'aria più pulita d'Italia e d'Europa. Per questi motivi, è necessario sfruttare queste risorse, per poter pensare ad uno sviluppo che possa creare lavoro. Il comizio è continuato con l'intervento del capogruppo dell'opposizione, Giuseppe Santoro, tema principe del suo intervento è stato il lavoro, e la necessità di inventarsene uno, la proposta è stata quella di riaprire le assunzioni degli idraulici-forestali, per dare una mano a canader, e elicotteri, che da soli non sono sufficienti a spegnere gli incendi. Il capogruppo dell'Aurora, questo il nome della lista civica di opposizione, ha poi proseguito con le critiche alla maggioranza, guidata dal sindaco De Vincenti, per non essere entrata nei PISL (piani integrati sviluppo locali). Poi un forte appello ai giovani, quasi assenti in piazza, perché partecipino alla vita politica locale. Noi crediamo che, ad un anno dalle elezioni amministrative, sia troppo tardi per fare appelli ai pochi giovani rimasti, che il tempo c'è stato per poter coinvolgere la popolazione, e poi ad un anno dalle elezioni non sappiamo se il capogruppo si candiderà, forse è necessario spingerlo a candidarsi o dall'altra parte si sta lavorando per poter mantenere il potere con altri sistemi, questo non c'è dato saperlo, ma siamo certi che questa opposizione ha fallito, che non è riuscita a proporre cose interessante, a creare dibattito tra la popolazione, non si fa opposizione con le carte bollate o le denunce, a noi sembra un vecchio sistema che non funziona. Non basta dire, io vivo a Bocchigliero, quando non si sta tra i giovani e in quattro lunghi anni non si sono fatte proposte concrete per uscire da questa situazione ormai in agonia, Noi un suggerimento all'opposizione lo diamo volentieri, chi fallisce deve andare a casa, assumendosi le proprie responsabilità. Mancano, a nostro avviso, le idee che possono essere il volano per una vera crescita del nostro territorio. Non si può accusare l'amministrazione di dittatura, se ciò accade è proprio perché non c'è opposizione, che non vuol dire opporsi, ma in una democrazia, l'opposizione deve proporre e avere idee, che mancano a questa opposizione. Noi, ci auguriamo che tra un anno Bocchigliero avrà una lista di uomini di buona volontà, anche di giovani inesperti che abbiano idee, e non sarà difficile muoversi in una palude come descritto dall'opposizione. L'esperienza tutti hanno il diritto di farsela, senza credere negli "esperti" o vecchi, la politica va rinnovata dai piccoli comuni, e noi ci proveremo.  Noi critichiamo per avere un confronto che possa fare crescere tutti.

24/04/13

Liberazione


Ricordare è fonte di rinverdire e trasmettere alle nuove generazioni quello che eravamo e come si è fatto ad arrivare dove siamo arrivati, in una sola parola questa è la Storia. Tanti non conoscono i motivi per cui si festeggia il 25 Aprile "festa della liberazione", anche se ancora non si è riusciti ad analizzare, in maniera corretta, tutte le fasi della LIBERAZIONE. "Sino a quando la memoria del 25 Aprile andrà in una sola direzione, l'auspicata pacificazione resterà un sogno". Tutti vanno ricordati come vittime di un conflitto, di una guerra civile, a tratti vergognosa , da entrambi le parti, questo non tenta un revisionismo storico di parte, ma scevro da partigianerie sentimentali politiche, la storia va raccontata tutta, senza tralasciare anche il minimo dettaglio, quando questo è possibile. C'è necessità di riappacificazione per affrontare le sfide che ci aspettano, l'ideologia non ha più ragione di esistere, come traguardo assoluto, ma è una cultura politica che può aiutare a riappacificare gli animi e unire l'Italia. Smarrimento, questa la sensazione palpabile del 25 Aprile, il nemico è battuto, l'Italia è liberata, ma ancora non si vive ne in una Italia monarchica, e ne in una Italia repubblicana. Tanti si sono cimentati in una analisi storica e obiettiva sul 25 Aprile, pochi ci sono riusciti, non accettando alcune fondamentali punti ormai storicamente provati. L'attuale fase politica dell'Italia, non consente più divisioni, ma unità vera fondata sull'appartenenza alle proprie radici culturali, nel rispetto assoluto dell'altro, dell'avversario, che insieme a te deve ricostruire la coscienza italiana, con assoluto moralismo etico e politico, per affrontare i marosi, sempre in agguato.  Il "governissimo", o a tempo, o ancora tecnico si farà e forse si prospetta un tempo in cui i politici tornano a lavorare, con coscienza e dedizione, per il proprio paese, risollevando lo spirito di chi non regge più a questo stato di cose, riflettere è il verbo giusto per questo 25 Aprile, è tempo di modificare le nostre coscienze, e comprendere la strada maestra della riconciliazione nazionale....W il 25 Aprile.


15/04/13

...Una Babilonia




Continua inesorabile a trascorrere il tempo, i giorni, siamo a 50, li ha contati per noi Berlusconi, senza un governo e gli italiani bruciano, brucia l'Italia, per dirla  alla Beppe Grillo. Bisogna fare in fretta ammonisce Renzi a Bersani, sembra di essere tutti contro tutti, i Saggi che hanno comunicato all'uscente Presidente Napolitano, che è necessario un Governo di intesa, forte, e che possa fare alcune decisive riforme. Oppure andare a votare a Giugno, oggi si precisa che la prima settimana di luglio è una data possibile, noi staremo a vedere,però è necessario, se non vitale, rimettere in moto l'Italia, come?. Non siamo in grado di fare diagnosi, o siamo i detentori della verità oppure abbiamo la bacchetta magica, ma siamo certi che questo stato di cose è finito, basta con lo spreco, il consumismo fine a se stesso, la corruzione dilagante e inarrestabile. E' iniziata l'era dell'essere e speriamo finisca l'era dell'apparire. Le coscienze devono maturare per un mondo migliore, per dare alle future generazioni una terra più pulita, una terra che da oggi inizia un cammino verso il futuro, il tempo è necessario, circa due generazioni, e si potrà vivere in un paese civile, moralmente sano e con lo sguardo rivolto al futuro. Oggi sembra di essere in una torre di Babele, dove tutti parlano lingue diverse e perciò non riescono a comprendersi, non trovano nessuna strada in comune e ci si allontana, sempre più, dagli interessi e dalle necessità che il "sovrano" Popolo Italiano ha. Tra poco avremo un nuovo Presidente della Repubblica Italiana, ci vogliamo augurare che sia il Presidente di tutti gli italiani e non un Presidente di una parte, che abbia una visione chiara del suo ruolo e che possa rappresentare l'Italia nel mondo. Abbiamo necessità che prevalga la saggezza italica, la capacità di mediare e la lungimiranza.


04/04/13

Coscienze

Tramonto di luce


Facciamo il punto, la situazione politica è in mano ai "saggi" del Presidente uscente Napolitano, I grillini spiegano, chi ha votato cinque stelle per allearsi al PD, ha letteralmente sbagliato partito, il PDL pretende che il prossimo presidente della repubblica sia indicato da loro, e alla fine il governissimo si farà, sarà un governo a tempo, tra Pd e PDL, su pochi e chiari punti, e tra settembre e ottobre si riandrà a votare, Oppure si andrà a votare a Giugno? staremo a vedere. L'Italia vive un momento difficile e complesso che rischia di diventare drammatico per alcuni settori. L'economia annaspa, anzi affoga, la produzione ridotta ai minimi termini, gli imprenditori che sono stanchi e indebitati fino al collo, la situazione delle carceri è ormai esplosiva, un morto a settimana. Sembrava dovesse cambiare la situazione, e invece nulla, posizione di stallo, di attesa... di attendismo. C'è necessità di cambiare le nostre coscienze, il nostro modo di pensare in una sola parola andare Oltre, superare finti steccati ideologici che non portano da nessuna parte, lavorare per il bene comune e affrontare le sfide che il futuro ci riserva, puntando verso concreti e fattibili cose, semplici e realizzabili. Abbiamo il dovere morale di partecipare a questa nuova fase della vita politica italiana che è già storia. E' necessario essere in ogni luogo, piccolo o grande che sia, riuscire a far crescere le coscienze dei più giovani verso un mondo migliore, la crisi ha fatto dei miracoli nella storia, le crisi hanno migliorato il modo di vivere, di confrontarsi, di avere un dialogo con tutto ciò che ci circonda, vogliamo augurarci che questa crisi ci aiuti a crescere in senso lato, e possa consentirci di aprire un sereno e proficuo dialogo con le nuove generazioni, e indicare loro gli errori del passato, affinche non si debbano mai più ripetere. 

31/03/13

Auguri




Tramonto silano
Non vogliamo essere ciò che non siamo, e soprattutto in giornate come queste c'è necessità di essere sinceri, umili, protesi verso l'altro e verso se stessi, questi i messaggi giunti da più parti. Giorni di preghiere e di riflessioni; sulla resurrezione, sull'estremo sacrificio di Gesù, per tutti gli uomini, per redimere le colpe umane e mandare dei chiari e forti messaggi a gli uomini di buona volontà, a chi riesce a donare senza chiedere nulla in cambio, alla vastità dell'infinito come estrema sintesi della potenza e della conoscenza, che si fa uomo e continuare nella ricerca di quella pace interiore, che è viva espressione di saggezza, di moderazione vera e scevra da particolarismi e interessi personali. Avevamo già parlato del Silenzio, ma in questi giorni tanto se ne parla, dandogli un ruolo determinante per una via cristiana, è uno strumento, il silenzio, potente, dirompente che aiuta l'uomo nella ricerca di se. C'è un libro che ci ha molto colpito "il vino della solitudine" di Irène Nèmirovsky, il quale tratta in modo fantastico, con occhi di una bambina, il tema della solitudine, della rabbia, dell'odio forte, del disprezzo dei valori per inseguire assurde strade sconosciute e forse senza uscite. Tutto questo porterà la bambina  a essere donna, e essere diventata ciò che non era, covando odio e rabbia, disprezzo e sentimenti inesprimibili, Sino a odiare la propria mamma , e rubargli il compagno, già mai per amore, ma per la vendetta e l'odio covato negli anni in cui la mamma non la degnava neanche per una carezza, dovendo pensare a cosa comprarsi e come truccarsi o pettinarsi. Vi suggeriamo di leggerlo, anche perchè leggere è energia per la mente e il corpo. Rileggere a ritroso le pagine del libro della vita, ti portano ai ricordi lontani che vivificano la tua vita rendendoti capace di guardare avanti con sguardo fiero per guardare al futuro. Sono alcune cose che colpiscono le menti acute, poche ma essenziali. Tutto è in attesa, nel silenzio assordante della sera...per andare Oltre.
Ombre riflesse ...