28/08/12

Madre e matrigna; CALABRIA

 

Editoriale di Ernesto Galli della Loggia, tra i migliori giornalisti d'Italia, e che nessuno abbia qualche cosa da dire, questa è la storia, enti locali, comuni, province e regioni colpevoli, tutti hanno contribuito a depauperare un patrimonio che non tornerà più, con condoni e piani regolatori fatti per gli amici degli amici costruttori. Basta, vogliamo andare contro tendenza e pensare al futuro.

 

Il paesaggio preso a schiaffi

IMMAGINI E COSTI DELL'INCURIA
Il paesaggio preso a schiaffi

Trascorrere qualche giorno in Calabria - dico la Calabria solo come un caso esemplare (e pur sapendo di dispiacere agli amici che vi conto), dal momento che quanto è successo lì è più o meno successo in mille altre contrade della Penisola - significa essere posti di fronte ad uno spettacolo a suo modo apocalittico. Ed essere costretti ad interrogarsi su tutta la recente storia del Paese.
Lo spettacolo apocalittico è quello della condizione dei luoghi. Sono cose note ma non bisogna stancarsi di ripeterle. Centinaia di chilometri di costa calabrese appaiono distrutti da ogni genere di abusivismo: visione di una bruttezza assoluta quanto è assoluto il contrasto con l'originaria amenità del paesaggio. Dal canto loro i centri urbani, di un'essenzialità scabra in mirabile consonanza con l'ambiente, sebbene qua e là impreziositi da autentici gioielli storico-artistici, sono oggi stravolti da una crescita cancerosa: chiusi entro mura di lamiere d'auto, per metà non finiti, luridi di polvere, di rifiuti abbandonati, di un arredo urbano in disfacimento. L'inaccessibile (per fortuna!) Aspromonte incombente sulle marine figura quasi come il simbolo di una natura ormai sul punto di sparire; mentre le serre silane sono già in buona parte solo un ricordo di ciò che furono. Luoghi bellissimi sono rovinati per sempre. Non esistono più. Ma nel resto d'Italia non è troppo diverso: dalla Valle d'Aosta, alle riviere liguri, a quelle abruzzesi-molisane, al golfo di Cagliari, ai tanti centri medi e piccoli dell'Italia peninsulare interna (delle città è inutile dire), raramente riusciti a scampare a una modernizzazione devastatrice. Paradossalmente proprio la Repubblica, nella sua Costituzione proclamatasi tutrice del paesaggio, ha assistito al suo massimo strazio.

Ma oggi forse noi italiani cominciamo finalmente a renderci conto che distruggendo il nostro Paese tra gli anni 60 e 80 abbiamo perduto anche una gigantesca occasione economica. L'occasione di utilizzare il patrimonio artistico-culturale da un lato e il paesaggio dall'altro - questi due caratteri unici e universalmente ammirati dell'identità italiana - per cercare di costruire un modello di sviluppo, se non potenzialmente alternativo a quello industrialista adottato, almeno fortemente complementare. Un modello di sviluppo che avrebbe potuto essere fondato sul turismo, sulla vacanza di massa e insieme sull'intrattenimento di qualità, sulla fruizione del passato storico-artistico (siti archeologici, musei, centri storici), arricchita da una serie di manifestazioni dal vasto richiamo (mostre, festival, itinerari tematici, ecc.); un modello capace altresì di mettere a frutto una varietà di scenari senza confronti, un clima propizio e - perché no? - una tradizione gastronomica strepitosa. È davvero assurdo immaginare che avrebbe potuto essere un modello di successo, geograficamente diffuso, con un alto impiego di lavoro ma investimenti non eccessivi, e probabilmente in grado di reggere assai meglio di quello industrialista all'irrompere della globalizzazione, dal momento che nessuna Cina avrebbe mai potuto inventare un prodotto analogo a un prezzo minore?

Capire perché tutto ciò non è accaduto significa anche capire perché ancora oggi, da noi, ogni discorso sull'importanza della cultura, sulla necessità di custodire il passato e i suoi beni, di salvare ciò che rimane del paesaggio, rischia di essere fin dall'inizio perdente.

Il punto chiave è stato ed è l'indebolimento del potere centrale: del governo nazionale con i suoi strumenti d'intervento e di controllo. In realtà, infatti, in quasi tutti gli ambiti sopra evocati è perlopiù decisiva la competenza degli enti locali (Comune, Provincia, Regione), tanto più dopo l'infausta modifica «federalista» del titolo V della Costituzione. Lo scempio del paesaggio italiano e di tanti centri urbani, l'abbandono in cui versano numerose istituzioni culturali, l'impossibilità di un ampio e coordinato sviluppo turistico di pregio e di alti numeri, sono il frutto innanzi tutto della pessima qualità delle classi politiche locali, della loro crescente disponibilità a pure logiche di consenso elettorale (non per nulla in tutta questa rovina il primato è del Mezzogiorno). Questa è la verità: negli anni della Repubblica il territorio del Paese è sempre di più divenuto merce di scambio con cui sindaci, presidenti di Regione e assessori d'ogni colore si sono assicurati la propria carriera politica (per ottenere non solo voti, ma anche soldi: vedi il permesso alle società elettriche d'installare pale eoliche dovunque).
D'altra parte, si sa, sono molte le cose più popolari della cultura: elargire denari a pioggia a bocciofile, circoli sportivi, corali, sagre, feste patronali e compagnia bella, rende in termini di consenso assai più che il restauro di una chiesa. I politici calabresi sanno benissimo che la condizione in cui si trovano i Bronzi di Riace - fino ad oggi nascosti da qualche parte a Reggio, in attesa da anni di un museo che li ospiti - se è un vero e proprio scandalo nazionale, tuttavia non diminuisce di un briciolo la loro popolarità a Crotone o a Vibo Valentia.
Solo un intervento risoluto del governo centrale e dello Stato nazionale può a questo punto avviare, se è ancora possibile, un'inversione di tendenza; che però deve essere necessariamente anche di tipo legislativo. Ma per superare i formidabili ostacoli che un'iniziativa siffatta si troverebbe di sicuro davanti, deve farsi sentire alta e forte la voce dell'opinione pubblica, per l'appunto nazionale, se ancora n'esiste una. Non è ammissibile continuare ad assistere alla rovina definitiva dell'Italia, al fallimento di un suo possibile sviluppo diverso, per paura di disturbare il sottogoverno del «federalismo» nostrano all'opera dovunque.


 

26/08/12

News....e vecchie storie.

Tramonto sul lago Cecita Camigliatello Silano (cs)


Comincia da oggi la Settimana della cultura calabrese, organizzata dall'Universitas Vivariensis, http://www.universitasvivariensis.it/   la kermesse avrà come palcoscenico la Sila, ed in particolarere Camigliatello Silano. Da oggi fino al 2 settembre ci saranno passeggiate silane, giochi tradizionali e presentazione di libri "Agosto, libro mio non ti conosco" e in fine suoni e visioni per chiudere le serate. Ricchissimo il cartellone, vi suggeriamo una capatina per comprendere ciò che si muove nella cultura calabrese. Per il dialetto questa sera verrà messa in scena una commedia dialettale "'U sìarvu e 'ra patruna" di Paolo Guglielmelli, rivisitazione de "La locandiera" di Carlo Goldoni.

 

24/08/12

Volere è potere.....

L'apparire è come mostrare solo la parte esterna di una persona, ma oggi è molto importante apparire per essere, per stare con gli altri, per condividere gioie effimere, vuote piene del nulla dell'inutile, lontano dai problemi veri, reali, quotidiani e vitali. Continuiamo nel nostro silente e faticoso cammino, per non apparire, ma essere d'aiuto concretamente a chi ne ha bisogno.




                                                II              ODONTIKOS 94'


C'era molta attesa per quel momento, i preparativi erano frenetici ma ordinati, tutto filava liscio e le cose andavano bene. Ma dal momento in cui cominciò a piovere tutto sembrò cambiare, gli imprevisti cominciarono a fioccare; uno fra tutti mi preoccupò in maniera seria, si doveva trovare una soluzione a quel dannato sciopero dei voli all'aeroporto di Milano, i relatori del sabato non avrebbero potuto raggiungere Taormina, esattamente L'Atahotel Capotaormina    http://www.atahotels.it/capotaormina . L'albergo è uno dei pochi al mondo costruiti al contrario, la hall del Capotaormina, è la parte alta, in cima all'hotel, i piani sono nella roccia fino al mare, o alla piscina con ristorante annesso, è un lembo di paradiso tutta quella zona con l'isola Bella, sembra una cartolina che fa parte dell'immaginario collettivo. Ma torniamo al problema, i ralatori, internazionali, pubblicizzati da tanto tempo non potevano mancare. Presi da solo la decisione, gli prenotai un volo su un jet che,  tramite un caro amico dell'Aereo Club di Crotone. Elio, questo il nome del pilota, che riuscì in meno di due ore a prenotare e far giungere i nostri attesi relatori al check-in, loro, i relatori, rimasero all'ibiti, non volevano credere alle loro orecchie, prima e dopo neanche ai loro occhi, si imbarcarono la sera del 21 Ottobre alle 17:55. Arrivarono all'aereoporto, Fontana Rossa di Catania, intorno alle 20, con un pulmino dell'hotel raggiunsero Taormina intorno alle 21, noi eravamo a tavola, si discuteva della prima giornata congressuale e della location, era propio il caso di usare questo termine inglese che indica luoghi idonei per girare dei film, e Capo Taormina meritava anche questo, si è un posto magico, un lembo di paradiso. Il giorno dopo si tenne regolarmente la seconda giornata congressuale anche se ero molto triste, perchè anche in quella occasione mancavano persone importanti ad applaudirmi, ed in particolare Riccardo, mio amico e maestro, a cui dedico questo racconto.

22/08/12

Angoli.....Passioni

Tanti angoli di paradiso esistono, dentro di noi e fuori, le albe, i tramonti sono spettacoli che trasformano in paradiso luoghi e persone. L'arte, le passioni e i talenti, sviluppati, portano ad essere ciò che si desidera!. La fotografia non può essere moda, tendenza, bisogna avere passione e conoscere la luce...... la poesia è l'intimo e la sofferenza la gioia e il dolore, è il sussulto dell'anima e forse Oltre.


   
  SERA DI SETTEMBRE
     (Parole lontane)




Ancora vanno
donne con vesti corte
fresche nel vento.
         
           Ma il giorno che abbassa
           bisbiglia
           parole d'ombra.
        
           E grappoli di ore
           chiamano e parlano
           come da casa lontana.

Un segreto pensiero
di resa
fa più dolce la sera.

Diviene persino agognata
se mette una maschera lieta.
Se promette silenzio.

E non cancellare il mare.




                                             Di Nevio Nigro       Le Donne Oscure   Campanotto Editore
                                                                                                     Feb.2000


       
 

19/08/12

Innovare...per il futuro.



http://www.fattoriastocchi.it/home.html
In tanti modi si può non dimenticare; Umberto Doninelli ha scelto la strada dell'innovazione e della trasformazione di ciò che era e ciò che è stata la sua infanzia. La Fattoria Stocchi, piccolo e delizioso Albergo 4 stelle, posto nel cuore pulsante della Rende moderna a pochi chilometri dall'università della Calabria (UNICAL) . C'era molta povertà in quel lontano 1940,quando Umbertino Doninelli,all'età di un anno, con  la sua famiglia si trasferirono in Calabria. Il papà Alcide e lo zio riuscirono a bonificare terreni paludosi avviando una florida azienda : Fattoria Stocchi .  Nel 1947, dopo anni di sacrifici, coltivarono per la prima volta il tabacco,lavorandolo nella stessa azienda.Chi entra oggi nell'Albergo Fattoria Stocchi si immerge in un ambiente familiare in cui si respira un'atmosfera accogliente e autentica, il ricordo del passato è tenuto vivo dall' innumerevoli foto-storiche all'interno delle sale arricchite da mobili originali e sapientemente restaurati, inoltre l'Albergo dispone di una palestra, di una piscina, sala ricevimenti,sala convegni e persino un servizio per accogliere animali domestici degli ospiti..Doninelli, ha saputo, come i suoi avi, essere un pioniere e rinnovarsi per guardare al futuro senza dimenticare il passato.

16/08/12

Oltre Ferragosto

Foto di:     http://minusca-minu.blogspot.it/2012/07/surface-per-pierooltre.html
Era verso la metà di Agosto quando decisi, senza sapere il perchè ,di intraprendere la strada dei blogger, di avere un luogo dopo poter condividere, con altri, una sorta di diario di bordo, di progetti che potevano interessare tanti, non tantissimi, come oggi, abbiamo conosciuto tanta gente in rete buona, sensibile, ma anche gente cattiva, arrogante, e violenta, c'è di tutto in questo mondo virtuale che apre all'unisono le porte di mondi diversi e complessi, di aberrazioni e fobie individuali. La bellezza spesso non è la perfezione statica ma un concetto dinamico e sinergico, che possa portare al benessere collettivo, senza sforzi e illusioni ma con onestà intellettuale e morale. Sulle ali dei sentimenti puri viaggia l'uomo saggio, con la coscienza in mano per riflettere la luce divina della conoscenza. Il ferragosto di un tempo non c'è più, i ricordi rimangono per essere raccontati e resi immortali.Grazie a tutti quelli che hanno apprezzato il nostro lavoro e anche a chi ci ha denunciati e criticati, perchè anche loro hanno contribuito alla nostra crescita.
La nostra foto di Ferragosto! per voi.

08/08/12

Associazionismo....e Oltre!.


Fontana di strada, per ricaricare gli animali e gli uomini!



Tante volte le associazioni nascono per affrontare problemi, discutere di politica locale e/o nazionale, a volte nascono come paravento, copertura per ottenere fondi e crearsi un becero ed effimero  bacino di voti e di elementi disposti a tutto per un misero boccone di pane duro o briciole,"rimasugli", in una sola parola mezze cartucce. Ma la musa è cambiata, i partiti inesistenti sul territorio e i movimenti che crescono e fanno innnamorare tanti, forse troppi, Grillo e il suo movimento ne è un chiaro ed inequivocabile segnale, non c'è fiducia nelle promesse, queste sono ormai inopportune e inutili, non attaccano più, al massimo ci si deve accontentare di una sediolina in un coll-center, per 400/600 euro al mese, briciole, cose assurde e spesso poco gratificanti per ragazzi laureati e senza un futuro!...........
La passata generazione,50/55, non ha saputo essese lungimirante, eppure, rileggendo la storia, i soldi, quelli veri e non virtuali, la Calabria li ha avuti, e anche tanti. Gli amministratori del passato hanno cercato di guardare la punta del loro naso e non Oltre, curandosi i propi interessi e non Oltre, progettando per il futuro cattedrali nel deserto o mezzi progetti che hanno abortito per tanti motivi, ma non per mancanza di soldi. Dov'è il bene comune di cui tutti, o quasi, si riempiono la bocca, dove si fa il bene della colllettività, e allora è tempo giusto perchè di tutto questo si faccia ammenda, si guardi seriamente e in maniera concreta al futuro, a quello che lasceremo ai nostri figli, alle future generazioni.
C'è da appellarsi a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per attuare progetti che mirano ad un concreto sviluppo del territorio locale valorizzando ogni minima opportunita che viene dal territorio stesso, e le cooperative, se ben guidate, potrebbero essere un mezzo su quale poter percorrere la strada del futuro. Volere e potere diceva qualcuno, altri aggiusero che:" l'uomo è portato a sbagliare, solo i grandi uomini lo ammettono". 

04/08/12

L'altra politica

In questi giorni di ferie, di calura con nomi mitologigi, non si placa la polemica tra la Procura di Palermo e il capo dello stato. Qualcuno ancora si ostina ad usare il condizionale per la trattativa stato- mafia. La presidenza della Republica ha denunciato la Procura di Palermo e qualche giornalista si ostina ad usare il condizionale, Perchè?... questo bisognerebbe chiederlo a Eugenio Scalfari. Ma noi non lo perdoniamo, come ha fatto Antonio Ingroia. Perchè queste sono accuse di calunnia ad un organo dello stato, la magistratura, superiore a qualsiasi giornalista, anche di Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, e padre del giornalismo italiano.
Antonio Ingroia non è solo un magistrato integerrimo, che applica “la legge eguale per tutti”, è anche un gran signore. Domenica sera, durante un dibattito alla “Festa dell’Unità”, ha replicato alle accuse di Scalfari (fondate sul nulla, se dovessimo usare una locuzione molto in auge nel Colle più alto), ma lo ha anche perdonato in nome della sua storia di padre del giornalismo.

di Antonio Ingroia

Sono assai stupito che un padre del giornalismo, in genere molto attento a essere dettagliatamente informato su tutti i temi che è solito affrontare, ignori la normativa ed esprima un’opinione così disinformata, accusando la Polizia giudiziaria e la Procura di Palermo di illeciti gravissimi. Noi abbiamo sempre e soltanto applicato la legge con il massimo delle cautele (…)

Oggi purtroppo [Scalfari] commette un infortunio che normalmente non accade a giornalisti di questa levatura, semplicemente non essendosi informato sulle leggi vigenti in Italia oggi, e accusando [la Procura di Palermo] di aver commesso degli illeciti … siamo tra la diffamazione e la calunnia, ma comunque sorvoliamo, perdoniamo a Scalfari per la sua storia questo tipo di reazione per la verità un po’, diciamo così, sopra le righe.