31/08/11

.......Donne?..

Alla presentazione del romanzo, "L'ultima brigantessa", ci saremmo aspettati, che tra gli illustri ospiti presenti, ci fosse stata una rappresentante del gentil sesso, visto l'argomento. La serata, estiva e culturale, non ha focalizzato affatto il ruolo,determinante e rivoluzionario, della figura femminili nelle "bande" brigantesche. Le brigantesse devono essere considerate le Amazzoni  d'Europa, visto che alle donne era severamente vietato l'uso del cavallo, e le brigattesse cavalcavano, inoltre non erano relegate a ruoli secondari, come cucinare, ruolo prettamente maschile all'interno delle "bande", loro, le brigantesse, curavano le ferite riportate durante le battaglie , con erbe che reperivano in loco, conoscendo minuziosamente ogni pianta medicinale"...oghe cimuzza chi 'ntra Sila crisce è mmedicina ppe  ll'umane ambasce" (da: Liriche in Vernacolo Calabrese) contribuendo in maniera determinante alle energie del gruppo, e quindi alla loro forza. Queste e altre cose, noi, non abbiamo sentito quella sera del 22 Agosto in piazza del Popolo alla presentazione del testo di Rocco Giuseppe Greco "L'ultima Brigantessa", che merita altre presentazioni. Avremmo preferito considerazioni fatte da esperti o appassionati, come il nostro amico e conterraneo prof. Domenico Scafoglio; Ordinario di Antropologia Culturale  all'Università di Salerno, esperto in brigantaggio femminile, ha tenuto, a Catanzaro, la mostra fotografica sulle Brigantesse. patrocinata dalla Provincia di Catanzaro. Il romanzo del Prof. Greco, "L'ultima brigantessa", merita una dettagliata analisi per quello che è stato il lavoro di un uomo di cultura, un educatore lungimirante e attento ai cambiamenti, ma fedele alle tradizioni e alle propie origini, infatti il prof. Greco è origirario di Bocchigliero e non può,ogni anno, non essere nel suo paese natio, anche senza la famiglia, per immergersi nel suo passato, ritrovando gli amici d'infanzia e trascorrendo momenti di ricordi oramai lontani, ma non troppo per non essere ricodordati. Il romanzo entra nel mondo di una donna che morirà in carcere e combatterà tutta la vita con entusiasmo, coraggio, forza e volontà eroica, ...questa la vera storia di Ciccilla, sottotitolo del romanzo dell'Editore  Marco Valerio di Torino 
  http://www.marcovalerio.it/lultima-brigantessa-anteprima/ . La serata avrebbe dovuto entrare nell'anima della protagonista e leggerla minuziosamente, per assaporarne la parte sava, vera .. di una donna alla macchia... una brigantessa, l'ultima.  Come è raro incontrarne oggi  vere brigantesse, con valori e dignità. Noi non facciamo di ogni erba un fascio, ma selezioniamo accuratamente tra quelli che meritano essere ricordati e quelli che non meritano essere ricordati, tutti hanno una storia di vita da raccontare, da non dimenticare è una forma di forte equilibrio mentale per non perdere la memoria. Ribadiamo che la storia è stata sempre scritta dai vincitori, mai dai vinti, anche perchè alcune volte, se si rimaneva in vita, si era troppo stanchi per scrivere la storia. I briganti non erano tutti sanguinari e violentatori e quant'altro, i briganti, come quello citato dal charman della serata, facente funzione di relatore e critico, Domenico Strafaci detto Palma,brigante, non era affatto sanguinario, molti briganti erano persone che, nulla avevano a che fare con le uccisioni violente, ma solo quando c'erano costretti. Forse, non ci si è letti la storia di Longobucco,dove vengono riportate cose molto interessanti sui  briganti. Ad esempio, quando era ricercato dai gentarmi, le donne si recavano in chiesa e pregavano, affinchè il loro protettore, il brigante Palma, si salvasse dalla cattura, dove si legge la malvagità e la violenza dell'uomo sull'uomo... questo brigante in maniera particolare era un Robin Hood, rubava ai ricchi per dare ai poveri. I ricchi non sempre riuscivano ad aver rapporti con i                                             
briganti, ma spesso contrattavano per il quieto vivere. La storia non può più essere celata, da più tempo si stà facendo luce su un periodo troppo buio del nostro risorgimento. Noi crediamo che, dopo oltre 150 anni, bisogna chiarire molte cose, con serenità e documenti. Non accettiamo, da nessuno, posizioni estremiste, cerchiamo la verità, difficile da identificare se si continua a difendere i Piemontesi, che sono stati invasori, senza capire che, con altro spirito avrebbero dovuto intervenire, e non commettendo veri e propi eccidi.......
Grazie al Prof. Greco, per averci regalato un testo che consigliamo a tutti, ma in particolar modo a tutte le donne che riescono ad andare Oltre.



30/08/11

l'ULTIMA BRIGANTESSA

RECENSIONE DEL TESTO SU GAZZETTA DEL SUD

Decapitò il marito e a colpi di scure massacrò la sorella
Rarissama foto dell'ultima brigatessa Maria Oliverio detta Ciccilla
 
Antonio Garro

Era un inferno, perfino per chi vi lavorava, la gigantesca fortezza di Fenestrelle, in Val Chisone, provincia di Torino. Ed è lì che venne rinchiusa Maria Oliverio quando Vittorio Emanuele, primo re dell'Italia appena unita, tramutò in carcere duro, a vita, la condanna alla fucilazione inflittale dal Tribunale di Catanzaro. La donna vi entrò all'età di 23 anni per uscirne, morta, dopo altri quindici, nel 1879, chiusa in un sacco destinato alla vicina fossa di calce viva, che ne avrebbe bruciato i poveri resti.
Maria Oliverio (nella foto), di Casole Bruzio, fu l'unica donna ad esservi rinchiusa. Destinandovela si tenne conto, evidentemente, che la condannata era la terribile "Ciccilla", consorte di "Brutta Cera", all'anagrafe Pietro Monaco, di Spezzano Piccolo, la cui banda tra l'altro diede decisamente filo da torcere alle forze impegnate nella lotta al brigantaggio meridionale. Per inquadrare il personaggio, si considerino i tre elementi che seguono. Quando il Monaco venne ucciso, per impedire che la testa venisse esposta in piazza come un trofeo di caccia (era d'uso così), lei gliela recise e la gettò ad ardere nel fuoco. Si diede alla macchia per sfuggire all'arresto dopo aver massacrato a colpi di scure, al culmine di una lite per gelosia, la sorella maggiore Teresa. Fu lei l'ideatrice del più colossale "sequestro" di persone mai avvenuto nell'Italia merididionale: per incassarne il riscatto, fece prendere in ostaggio ad Acri 9 persone tra nobili ed ecclesiastici, fra cui l'allora vescovo di Nicotera e Tropea.
Sono fatti oggetto di cronaca, quando si verificarono, e punti d'accusa nel processo celebrato subito dopo la cattura. Essi, e tanti altri ancora, ci vengono ricordati da Rocco Giuseppe Greco nel libro "L'ultima brigantessa: la vera storia di Ciccilla" (edizioni Marco Valerio, Torino; 146 pagine; 14 euro), che è stato presentato a Bocchigliero il 22 agosto , in Sila, proprio nel cuore cioè di quel territorio segnato, un secolo e mezzo fa, dalle gesta di Maria Oliverio, di Brutta Cera, di Domenico Straface detto Palma, altro celebre capobrigante.
Greco espone i fatti come se a riferirli fosse proprio lei, Ciccilla. La vicenda proposta ai lettori si dipana così, in una specie di lungo flashback, soffermandosi su una fitta sequenza di episodi che vedono la Oliverio a volte protagonista, altre testimone. La serie inizia dal primo incontro con Monaco: avvenne, lei appena dodicenne, al matrimonio di don Carlo Mingrone e donna Elvira Marano, con compare d'onore il barone Barracco, «il più grande proprietario della provincia». Sono, questi, tre personaggi fra i numerosissimi che Pino Greco trascina sulla scena del suo racconto, reso avvincente dal fatto che si incontrano nomi noti e conosciuti di casati, famiglie, posti presenti tutt'oggi, particolare, questo, coinvolge soprattutto il lettore che ha dimestichezza o un minimo legame con le aree del Cosentino e del Crotonese in qualche modo toccate dalle vicende della brigantessa. L'esposizione delle vicende, in più, è resa scorrevole da una prosa asciutta e immediata, spruzzata qua e là da termini strettamente appartenenti ai dialetti locali. Il racconto, inoltre, dà modo all'autore del libro di soffermarsi e far riflettere su quel che gettò le basi del brigantaggio postunitario nell'ex Regno di Napoli: esso spuntò allorché ci si rese conto che le promesse di Garibaldi non venivano assolutamente mantenute dai Savoia subentrati ai Borbone e si constatò che, nel territorio, erano sì cambiati i (lontani) sovrani ma non le (vicine) classi dominanti, presto salite sul carro di coloro che si delineavano vincitori nello scontro fra le due monarchie.

Presto la cronaca e le critiche alla serata della presentazioneil 22/08/2011 in Piazza del Popolo Bocchigliero















22/08/11

Anteprima " Forme del Sostantivo Calabrese" Quaderni

Unica foto di Don Giuseppe Scafoglio.
Non era passato tanto tempo,dalla morte di mio padre, che mi sono imbattuto in un illustre bocchiglierese, questo non ha cambiato i miei obiettivi, ma li ha accelerati e focalizzati, in poche parole ho, insieme ad alcuni amici, ritenuto giusto non far disperdere tanto materiale di un illustre calabrese, anzi un bocchiglierese che ha portato in alto il paese natio.."Vucchigliari"(Bocchigliero). Ma come? Semplicemente pubblicando articoli su importanti riviste di respiro Europeo. Don Giuseppe Scafoglio nasce a Bocchigliero nel mese di giugno del 1882, esattamente 11/6/1882, da Benigno e da Filippelli Maria Vittoria. Muore a Bocchigliero il 29/ Luglio 1936, in circostanze che oscillano dal suicidio, all'omicidio, fino ad arrivare alla morte accidentale. Don Giuseppe, dopo aver conseguito la laurea in lettere nell'Aprile del 1913,e in quello stesso anno esattamente a Luglio diploma di magistero in storia e geografia e anche il diploma di filosofia, tutto all'Università di Napoli, si dedica al suo primo lavoro che pubblicherà nell'ottobre del 1916 a Bari,"Bocchigliero e Santa Maria Di Gesù". Il libro tratta del rapporto profondo che c'era tra gli abitanti di Bocchigliero, e Santa Maria di Gesù. La profonda fede dei Bocchiglieresi nei confronti della Vergine, e Don Giuseppe vide un rapporto stretto, tra la nascita del paese e la costruzione della prima chiesa, e in questo libro, non più di ottanta pagine, vi sono delle notizie molto interessanti su Bocchigliero, in maniera particolare sulla sua fondazione, l'autore ritiene che Bocchigliero sia stata fondata qualche anno dopo l'anno Mille,ma dovete leggere tutto il libro per meglio capire come si arriva a questa data . Ma Don Giuseppe non si ferma a questo libro. Comincia, da allora, a girovagare per l'Italia, insegnò, anche, a Casal Monferrato, dove comincia a scrivere articoli storico-geografici sul " Corriere di Casale", rivista con articoli non firmati, e per questo motivo non sono stati da noi rintracciati, per il momento,ma sono gli unici articoli che mancano alla nostra ricerca. Don Giuseppe scrisse su impotanti riviste; Folklore Italiano, diretta da Raffaele Corso, illustre personaggio calabrese e prof. di Antropologia dell'Universita Orientale di Napoli, autore di libri e trattati sulla civiltà contadina in ogni dettaglio, Corso partecipò attivamente,come referente della Calabria, alla prima mostra di Etnografia Italiana che si tenne a Roma, nel 1911, e da quel momento diventa strettissimo collaboratore di Lamberto Loria.Non dal 1911, ma dal 1926 R.Corso diventa amico di Don Giuseppe. Don Giuseppe scrisse, anche, su "Enotria", e qui ci corre l'obbligo di ringraziare la responsabile dell'archivio di "Enotria", la sig. Noemi Riccò, e non possiamo dimenticarci del prof. Massimo Catellani di Reggio Emilia, che ha contribuito in maniera determinamìnte al ritrovamento di alcune conferenze di Don Giuseppe, nei 10 anni di insegnamento a Rimini, dove concluse la sua carriera. A tale proposito, ci sembra giusto ricordare che abbiamo rintracciato una lettera di un prof. di lettere di Rimini, tale Otello Pasolini, il quale cercava, nel 1986, notizie sul suo prof. di latino e storia, Don Giuseppe Scafoglio. Quella lettera fu la conferma che, come bocchiglierese, mi corresse l'obbligo, ci corresse l'obbligo, di ricercare notizie sulla vita e anche sulla  morte di questo personaggio controverso, ma certamente un uomo di gradi passioni e di vasta cultura.   La mia ricerca  parte da molto lontano,infatti, quasi dieci anni fà rilessi la prefazione della prima edizione dei "I MILLE PROVERBI CALABRESI" di Emilio Benincasa, mio padre, e nella parte finale dice "Innovazione di rilievo, nel presente volume, è l'uso della lettera"K" che ritengo pungolo di ricerca per chi scrive in dialetto calabrese, per due ragioni: una perchè la nostra Calabria è stata la Magna Grecia, ed i Greci hanno la K nel loro alfabeto; l'altra per averla riscontrata a pagina 301 dell'VIII volume della summensionata enciclopedia(TRECCANI), che tratta del dialetto calabrese". E' stato un vero pungolo, per me, e da quel momento ho iniziato, insieme ad altri amici, a ricercare l'uso della lettera kappa nel dialetto calabrese. Ovviamente sono partito dalla Treccani, nota enciclopedia Italiana,  http://www.treccani.it/Portale/   ed esattamente dalla pag. 301 dell'VIII volume, dove sono andato, attentamente, a leggere ciò che c'è scritto. Mi sono imbattuto in personaggi che oggi sono sconosciuti, ai più, ma all'epoca erano note personalità culturali nel campo dei dialetti Italiani, inoltre ho iniziato a studiare il nosto dialetto, e durante questa fase ho conosciuto un personaggio che scriveva in dialetto bocchiglierese, questo è Don Giuseppe Scafoglio......non solo scrive in dialetto calabrese, usando la lettera "K",ma nasce in me, e in un numero sempre crescente di persone e amici, non solo di Bocchigliero, una grande passione, tanta curiosità e molto mistero. Da questo momento inizia una nuova ricerca,non perdendo di vista la "kappa", questa volta ci concentriamo su questo personaggio che, ha scritto tanto e non solo in dialetto. Ma andiamo per ordine, mentre mi trovavo a Bocchigliero un caro amico, Domenico Fontana, artista, pittore, scultore e grande ricercatore delle tradizioni, degli usi e i costumi,  in una sola parola un grande appassionato del passato, delle radici, e con una grande voglia di trasmettere ad altri tutto questo, l'amico "Baffuto",(Domenico Fontana) negli anni ha raccolto documenti, foto e ha preparato,inoltre, diversi librettini, anche video, per  documentare la storia del passato del nostro borgo, e da pochi giorni ha pubblicato un libretto sulle chiese di Bocchigliero e non solo, anche dei monasteri e degli ordini religiosi che negli anni Bocchigliero ha ospitato, mi fece vedere questo quadernino fotocopiato" Forme del sostantivo Calabrese", di Don Giuseppe Scafoglio, dove c'è l'uso della "K".  Questo piccolo librettino, riuscì a far nascere in me una fortissima curiosità,ovviamente, che ben presto si trasformò in passione, a volte ossessiva. Il culmine, di questa ricerca, lo raggiusi quando ebbi la fortuna di incontrare il Prof. Domenico Scafoglio, Ordinario di Antropologia Culturale dell'Università di Salerno (Fisciano). Con il prof. Domenico Scafoglio, dopo diversi colloqui telefonici e uno scambio fitto di documenti, ci siamo incontrati all'Università di Fisciano(sa), dove sono stato sottoposto ad una serie di domande inerenti la mia ricerca su Don Giuseppe Scafoglio, i Docenti del dipartimento di Antropologia Culturale, erano curiosi di conoscere i metodi di ricerca dei documenti e degli articoli, da me rinvenuti in giro per l'Italia. E' venuto fuori che ciò che mi ha spinto in questo lavoro è stata la passione per la ricerca della lingua madre; il dialetto. Finalmente siamo giunti alla pubblicazione dei lavori scritti da questo sconosciuto, per i più,e siamo orgogliosi di presentarlo a tutti i bocchiglieresi, vicini e lontani. Non sapevamo come poter iniziare questa pubblicazione, ma poi l'aiuto c'è arrivato propio  dall'analisi di tutti gli articoli e le conferenze di Don Giuseppe Scafoglio. Abbiamo ritenuto giusto partire dai quattro quaderni "Forme del sostantivo Calabrese", che sono stati determinanti per la ricerca globale di tutte le opere di Don Giuseppe. Sono dei quaderni che sono stati scritti in anni diversi ma,insieme, compongono un lavoro meticoloso ed esaustivo per lo studio del sostantivo calabrese, ed in particolare bocchiglierese e non solo. Nei quaderni ci sono dei giudizi autorevoli sul lavoro di Don Giuseppe Scafoglio, giudizi che ci consentono di tracciare un profilo delle conoscenze culturali del nosto compaesano. Non va dimenticato che alcuni dei suoi testi, sono stati già ripubblicati, e sono serviti, grazie all'insegnante Giuseppe Scigliano, a restaurare le chiese di Bocchigliero, anche se Don Giuseppe non aveva un buon rapporto con il clero di Bocchigliero. Questa è una parte della prefazione, dell'imminente pubblicazione, dei "Quaderni sul sostantivo calabrese". Ci è piaciuta l'idea di pubblicare una parte della prefazione, per meglio inquadrare la figura di questo letterato, che tanto lustro ha portato a questo borgo in anni in cui non esistevano strade, ma semplicemente mulattiere e tratturi. Vogliamo rendere, il dovuto, omaggio a chi per troppo tempo è rimasto nell'ombra.

18/08/11

Tra il vento e la pioggia

Vorremmo condividere con voi alcune poesie, di un libro che abbiamo pubblicato un pò di anni fà..."Tra il vento e la pioggia". Postumo di Emilio Benincasa




             Prefazione
E' con immenso affetto che vogliamo ricordare la figura esemplare di nostro padre. Attraverso quest'opera inedita, vogliamo far patecipi amici e conoscenti gratificandoci tutti con la lettura di queste liriche che rappresentono il testamento spirituale di papà.Il nostro augurio è che, attraverso questa opera, sia recepito il suo messaggio: il rispetto per la natura, sua grande musa ispiratrice. La poesia come arricchimento dei valori sociali. L'amicizia come ricchezza inestimabile. L'amore come gratificazione del corpo e dell'animo, certezza per quanti guardono al di là della vita materiale.
                                                        
          I figli                                 
                                       
   Piero, Giovanni e Francesca



Testamento spirituale di nostro padre.


                                                          ANDRO'                      
      


                                                   Me ne andrò, un giorno!

                                                   me ne andrò lontano, 
                                                 
                                                   lontano nel nulla,     
     
                                                   come tutti;    

                                                   per portare nel mio zaino

                                                   la girandola del frutto della vita

                                                   al traguardo del tempo.

                                                   Busserò con mani stanche

                                                   al fatale battente.

                                                   Mi si aprirà la porta.

                                                   Aprirò il mio zaino

                                                   per risfogliare aritroso

                                                   le pagine del libro della vita.

                                                   E quando sotto mano scorrerà

                                                   quella che ho scritto con te,

                                                   ne piegherò con tenerezza un lembo.

                                                          E. Benincasa da  "Tra il vento e la pioggia"

                                                  
         
                               



                                                   
   

15/08/11

Progetto, proposta......risposte

Athos Faccincani
Pietre e fiori raccontano

La serata, del 9 Agosto 2011 a Bocchigliero, è stata  squisitamente culturale,e per questo abbiamo voluto seguirla con piacevole attenzione. Vari sono stati gli interventi, ma quello su cui vogliamo focalizzare la vostra attenzione è stato l'ultimo, e cioè l'intervento del nostro amico e collaboratore Domenico Fontana, artista a tutto tondo, e non solo pittore, il quale ha proposto un progetto a tutti, ma in particolare al Sindaco e all'Amministrazione, un messaggio chiaro ed inequivocabile. La Portoghese, affermata studiosa di restauro, soprattutto di tessuti antichi, e appassionata di storia antica, potrebbe restaurare i tessuti ritrovati nelle cripte della chiesa della Madonna di Jesu, alla modica cifra di:" vitto e alloggio", e creando le basi per un laboratorio di restauro, dove i giovani potrebbero crescere e imparare un'arte, quella del restauro di tessuti antichi. Bello, anzi bellissimo tutto questo, essendo in perfetta sintonia con lo spirito del nostro blog... recuperare, rivitalizzare e sviluppare nel rispetto della storia millenaria di un Popolo. Ma, a tale proposito, noi di Bocchigliero Oltre, non abbiamo sentito ne una risposta e neanche un applauso dal pubblico.... e quindi non ci resta che fare, da questo modesto e umile blog, un appello a tutti gli uomini di buona volontà, all'Istituzioni, alla gente comune e anche all'opposizione di Bocchigliero, affinchè sposino questo progetto,per tutto quello che in quella serata si è affermato; Conservazione e restauro di tutti gli oggetti trovati, rivalutazione delle opere presenti e, aggiungiamo noi, rispetto del nostro passato per amare il presente e soprattutto il futuro. Ma, noi, vogliamo andare Oltre, il progetto di restauro dei tessuti, con la Prof. Lucia Portoghesi, appassionata, è una prima tappa, concreta, per dare un tangibile segnale di una forte volontà sociale e politica della comunità di Bocchigliero. La Prof. Portoghesi ha già visionato e catalogato tutti i tessuti che sono stati rinvenuti nella chiesa della Madonna di Jesu, e ritiene fondamentale proseguire con un restauro per una conservazione di quelle stoffe, che risalirebbero al 500',  abbiamo appreso, da nostri collaboratori, che la Prof. Portoghesi  è disponibile a  creare un laboratorio di restauro a Bocchigliero, senza spese esose o aumenti in corso d'opera. Ma quali le richieste della Portoghesi? semplice: vitto e alloggio, con la promessa di avviare una scuola di restauro, e coinvolgere i ragazzi per restaurare questi capolavori, che i nostri avi ci hanno lasciato, inoltre, la Prof., alla fine pubblicherebbe un testo, che andrebbe ad arricchire la storia e la cultura di questo borgo, lontano dai frastuoni e dalle luci della ribalta nazionale. A noi interessa, fortemente, che questo progetto venga realizzato, e allora abbiamo bisogno che i cittadini, le Istituzioni e tutti gli uomini di buona volontà, contribuiscano fattivamente, per andare Oltre. Aspettiamo risposte, da chi ama questo borgo, tra le montagne della Sila, da chi è desideroso di non fare perdere questi tessuti, che potrebbero essere il volano per una rivitalizzazione culturale e turistica del paese, che necessita di uno scatto di orgoglio che, forse, non ha mai avuto. Durante la serata si è parlato di scempi perpetrati ai danni di alcune chiese, e allora perchè questo non si ripeta, abbiamo il dovere civico e morale di intervenire, senza tentennamenti di sorta, senza scuse economiche e di bilanci da far quadrare, qui c'è in gioco la dignità di un popolo, di chi ha voglia di riscatto, e noi andremo avanti, senza fermarci d'avanti ai silenzi ignobili, di chi non vuole fare nulla, di chi guarda al propio orticello senza guardare oltre, di chi, negli anni, non ha mosso un dito per recuperare alcune opere ormai andate perse.  Vorremmo che questo progetto, ambizioso, si realizzi con il contributo di tutti, ma se questo non dovesse accadere andremo avanti da soli. Senza paura e con la certezza che si farà la cosa giusta, noi di Bocchigliero Oltre, impiegheremo tutte le nostre energie per restaurare e conservare questo patrimonio dell'intera comunità e non solo.   

14/08/11

Cultura e storia..in una notte di mezza Estate (ANTEPRIMA)

Anche  questa Estate, c'è stata la serata culturale a Bocchigliero, ma il nostro blog è andato Oltre, aggiungendo un serio progetto di recupero di alcuni oggetti rinvenuti durante il rifacimento del pavimento della chiesa della Madonna di Jesu. Ma questo lo vedremo più avanti, intanto vogliamo parlarvi dei due libri presentati in Piazza del Popolo a Bocchigliero. Il primo è stato quello del prof. Alfonso Bastanzio, già da noi recensito e pubblicato sul blog, testo storiografico, che aggiuge ipotesi a quelle già proposte da altri, ma la cosa che ci ha colpito sono i riferimenti ad un personaggio da noi conosciuto e mai trascurato, Don Giuseppe Scafoglio, primo a scrivere sulla, probabile, nascita di Bocchigliero nel lontano 1916, personaggio a cui abbiamo dedicato ancora poco, ma tra breve pubblicheremo i suoi quaderni sul sostantivo calabrese, con prefazione del prof. Domenico Scafoglio, Ordinario di Antropologia Culturale all'Università di Salerno. Bastanzio, nel suo intervento, spiega le ragioni di questo suo lavoro di ricerca personale e non scientifica, ipotesi e supposizioni non supportate da documenti. Ma una critica, forte e sincera, riteniamo di doverla fare sull'uso del dialetto, che Bastanzio ha usato, per riportare canzoni del passato, critichiamo  l'uso sbagliato del dialetto supportati dalla letteratura dialettale esistente, omettiamo i nomi di tanti studiosi del dialetto,ma non possiamo dimenticarci di citare Don Giuseppe Scafoglio, bocchiglierese, il quale ci ha lasciato un patrimonio di cultura dialettale enorme, quattro quaderni sul sostantivo dialettale calabrese, di imminente pubblicazione. Di contro dobbiamo, sinceramente e con spirito costruttivo, ringraziare il Prof. Alfonso Bastanzio, il quale ha contribuito ad arricchire il patrimonio di cultura locale come mai nessuno aveva fatto, raccogliendo una miriade di canzoni antiche, che altrimenti sarebbero andate perse.... grazie.  Domenico Fontana, amico e collaboratore del blog, ha fatto un lavoro di catalogazione di tutte le opere esistenti nelle numerose chiese del paese, con un npò di storia, per dare una chiara idea di ciò che le chiese custodiscono, lavoro certosino e accurato, questa pubblicazione, fatta dall'amministrazione, merita un posto particolare per la sua peculiarità. Una sorta di archivio, o anche un vademecum, per chi volesse visitare le chiese del paese. Ma il fontana non va presentao come un semplice pittore, ma un artista a tutto tondo, anche scrittore e ricercatore di storia e folklore locale, egli cura personalmente la Pinacoteca e il Museo della civiltà contadina, unici punti di riferimento artistici -culturali del paese, un grazie è insufficiente , noi all'amico "baffuto" regaliamo la nostra sincera stima e raccogliamo la sua proposta di un progetto ambizioso, che tra breve pubblicheremo. Una notizia c'è da dare, a breve dovrebbe aprire la bibblioteca, finalmente! queste le testuali parole del nostro Sindaco.... noi aspettiamo fiduciosi.  


12/08/11

Per te...Alè

L'essere presenti è determinante, per avere un quadro esaustivo di tutte le sfaccettature, altrimenti non visibili. Molte volte è il dettaglio che compone l'insime, ed è dal dettaglio che bisogna partire, per avere un quadro chiaro dell'insieme. E' una filosofia che solo gli amanti dell'arte riescono a sposare, a tradurre in... arte. L'animo umano non ha confini, non è misurabile, non richiede scuole particolari o master... ma anima sensibile si nasce o si può anche diventare, per esperienze o errori che ci capita, anche spesso, commettere. Non vogliamo tediarvi ancora, in piena estate, di filosofia, ma questo preambolo era importate per ringraziare, con questo post, una ns affezzionata, Alè http://deixaaser.blogspot.com/ , che costantemente, con il suo blog, ci tocca corde sensibili ai sentimenti arcani e immorrtali, perchè i sentimenti non hanno tempo.. ma vivono senza spazio e tempo per andare Oltre.
Grazie della tua grande senzibilità.

08/08/11

Fuggire...Oltre

La calma della sera ti permette di riflettere su quello che saranno le  tue decisioni, sbagliate o giuste che siano.
Fuggire.. Oltre per sentirsi lontani da tutto e da tutti, per cercare, tra le pieghe del passato, il tuo presente.. il tuo futuro, e poi arriva la sera, senza anzie, senza sole ma con grande silenzio.... tutto si allontana per sfuggire dai tuoi perchè.


Ali di farfalla nella notte

Dorme la città
sotto una coltre blù
di silenzio e profumo.
Fari di luce, occhi attenti
ne vegliano il sonno.
Una sagoma,
leggera e svolazzante come una falena,
scivola aggraziata nella notte.
La segue il ronzio della catena della bici
che cresce, decresce
e poi si disperde.
I lembi della gonna,
ali di farfalla nella notte,
vanno.
E' stato un attimo!
Per strade opposte
ci separa il silenzio.

                                      Tratta da: "Tra il vento e la pioggia" di E. Benincasa.


                                         
                                                                                                    
                                                                                                        
                                                                 












06/08/11

Il Pasticciere Gargiulo........Casa Reale


La Rex  transtatlantico costruito nel 1932

C'era una volta un pasticciere, Alfredo Gargiulo, che lavorava per la casa Reale di Napoli. Prima che lavorasse per la casa Reale di Napoli, volle imparare bene l'arte del pasticciere, egli faceva tutto con immensa passione e amore per quel mestiere che, giorno dopo giorno si svelava ai suoi occhi come limpida alba di settembre, come l'aprirsi di un fiore in attesa dei raggi caldi e dolci del sole, come qualcosa che cresceva e maturava come i vini d'annata. Viveva a Marano di Napoli,Gargiulo, sotto i Camandoli, e nella piazza centrale aprì la sua pasticceria. Nel porto di Napoli c'era la nave Rex, che attendeva ordini che arrivavano in maniera contrastante, l'ordine precedente veniva smentito da quello successivo, correva l'anno 1939, la guerra era alle porte, il grande transatlantico non era più usato per le sfavillanti crociere di Capodanno e Natale, ma era stata  requisita e adibita a trasporto di ammalati, insomma era un ospedale galleggiante.  Annualmente, c'era il cavalire Vincenzo Renzelli che, si recava a Napoli da Cosenza, Renzelli era un monarca, e qui alla casa Reale conobbe un pasticciere che volle portare con se a Cosenza. Vincenzo Renzelli lavorava come cameriere in un bar-pasticceria di Cosenza, ma aveva le idee chiare sul suo futuro, infatti,poco dopo, sposò la figlia del titolare del bar-pasticceria dove lavorava, e ben presto aprì il suo caffè Renzelli, oggi tra i più antichi della città, intuì subito che gli occorreva un bravo pasticciere, per lanciare il suo Caffè. Avendo conosciuto il pasticciere Gargiulo, iniziò un lungo rapporto telefonico tra il Renzelli e il Gargiulo, il primo cercava, in tutti i modi, di convincere il secondo a venire a Cosenza, per lavorare come pasticciere  nel suo Caffè. Alfredo Gargiulo, per un certo periodo desistette all'offerta, ma quando ci furono i primi bombardamenti su Napoli, capì che era giunto il momento di allontanarsi da Napoli. Partì,Gargiulo, allo volta di Cosenza nel 1940 e lavorò presso il Gran Caffè Renzelli per molti anni, l'anno successivo fece venire la famiglia, aveva sei figli Alfredo Gargiulo, l'ultimo nato sotto i bombarbamenti di Napoli nel 41', tra questi solo uno segui le orme del padre, Michele. Michele Gargiulo aveva dodici anni quando venne a Cosenza, volle fare, anche lui, il pasticcire e nel 1954 Alfredo Gargiulo aprì, a Cosenza, la sua pasticcerie. Certo è che il Gran Caffè Renzelli, rinomato e conosciuto per la sua pasticceria, deve il suo successo a Alfredo Gargiulo, che selezionava personalmente ogni ingrediente che gli occorreva, per creare i suoi meravigliosi pasticcini, torroni, frutta candita e tutto quello che si faceva in pasticceria, creava vere opere d'arti. La tradizione di questa meravigliosa pasticceria della Casa Reale di Napoli, continua a Cosenza con Michele Gargiulo anno di nascita 1929, anno di depressione economica. Michele all'età di 82 anni continua a sfornare dolci e alta pasticceria napoletana, con arte e amore, così come il padre gli ha insegnato, conosco personalmente il Cavaliere Michele Gargiulo ed egli stesso mi ha raccontato questa storia del pasticciere Alfredo Gargiulo della Casa Reale di Napoli e della tradizione della sua famiglia, dei bombardamenti e della nave Rex, ancora oggi, il Cav. Michele Gargiulo, si sveglia prestissimo e quasi con la stessa passione di un tempo, si reca alla sua pasticceria in Corso Mazzini,221  a Cosenza. Io personalmente apprezzo moltissimon "i raffioli", fatti con pan di spagna e crema particolarissima, il tutto ricoperto con zucchero e appena sotto una fettina di cedro. Pare che fossero, i raffioli, i preferiti dalla Casa Reale di Napoli. Ho voluto raccontare questa breve storia per non dimenticare, perchè sono convinto che dopo Michele Gargiulo finirà la vera pasticceria napoletana a Cosenza, tra le migliori al mondo... grazie di cuore al Cav. Milchele Gargiulo e a suo padre il pasticciere Alfredo Gargiulo.





04/08/11

Leggenda e tradizione. Madonna di Jesu o Madonna della Neve

C'è una strana atmosfera nell'aria di piena Estate, i colori rispecchiano le sensazioni, la musica ci porta in mondi di emozioni vicine e lontane, ricordi mai sopiti nella palude dell'anima, i libri amici silenziosi e complici nelle notti estive, mentre cerchi la tua strada,  in attesa costante che qualche cosa avvenga, anche per merito o colpa nostra, che ci si svegli dalla depressione globale in cui l'essere umano stà lentamente ed inesorabilmente cadendo, perdendo di vista alcuni punti fondanti dell'Essere. Non vogliamo essere pessimisti, al contrario, vediamo nella società aria di riscatto, voglia di rivalutare, di raccogliere, di conoscere e di guardare avanti con fiducia, energia, rispetto e con una visione culturalmente evoluta rispetto al passato. Ma, senza dimenticare, noi ricordiamo qui alcune cose sulla Madonna della Neve, che si festeggia il 5 di Agosto, una nostra conoscenza così ricorda l'evento

 Santa Maria Maggiore
Madonna della Neve

Torna domani a Roma il rito che si perpetua da anni nella Basilica di Santa Maria Maggiore. La basilica è conosciuta anche come Santa Maria della neve o Basilica Liberiana. La sua storia è infatti legata al suo fondatore, Papa Liberio, e ad un evento miracoloso che accadde sul Colle Esquilino.
. Il 5 agosto del 356, sul colle nevicò abbondantemente e il Papa tracciò nella neve il perimetro della nuova basilica. Ogni anno, in quella data, si commemora l'evento con una suggestiva "nevicata" di petali bianchi dal soffitto di legno dorato. Ovviamente questo piccolo rito rende ancor più particolare la visita di una basilica che ha tesori inestimabili come il pavimento in stile cosmatesco, le cappelle, i mosaici e un'area archeologica nei sotterranei - aperta al pubblico tutti i giorni dalle 9 alle 18 - che val la pena di visitare. Domani alle 10 e alle 17 ci sarà la nevicata di petali bianchi in occasione rispettivamente della messa pontificale e dei vespri. L'altro appuntamento speciale, con rievocazione storica del miracolo, musica classica e nevicata artificiale è previsto tra le 21 e le 24. Non mancate!   http://turistadimestiere.blogspot.com/, noi adesso vi raccontiamo un pò di storia della Madonna della neve, che si festeggia a Bocchigliero. Oggi, 4 Agosto, è la vigilia, anche a Bocchigliero c'è una storia sull'apparizione della Madonna, questa, naturalmente, la apprendiamo dal nostro cittadino illustre e poco conosciuto, che per primo raccontò questa leggenda, nel suo libretto "Bocchigliero e Santa Maria di Gesù, pubblicato a Bari nel 1916 . Ci racconta che un frate, ospite del convento della "Riforma", trascrisse la storia di una certa Suor Ortenzia, la quale per ben quattro volte gli venne in sogno la Madonna, la quale gli chiedeva di andare a prendere, nella chiesetta diroccata in località "Basilicò", la sua immaggine con il bambino e di portarla in paese. Così, dopo varie peripezie, venne trovata l'immaggine della Madonna e portata in paese, nella chiesa di S. Francesco, alla fine della colla dei ladri. La Madonna indicò il luogo dove avrebbe dovuto sorgere la sua chiesa, facendo nevicare presso l'attuale rione Riforma, anche se all'epoca il convento dei frati Riformati non esisteva e questa si chiamava Cozzo di San Lorenzo. Venne costruita la chiesa a lei dedicata.  

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03/08/11

A Zicin...


Beniamino Ciccotelli
I limoni


Abbiamo voluto, anche a te, dedicare un post, meritato, per "doti"  sul campo e per i tuoi commenti dettagliati e acuti, pieni di spunti e di interessanti concetti interioti che ci hanno fatto optare per questo meraviglioso lavoro, dai nostri critici ritenuto di alto valore artistico. I limoni. Anche perchè sposano bene con i tuoi post. Ma  non solo, riteniamo inoltre importante la tua capacità di sintesi attrattiva e di apparente trascuratezza nelle risposte ai commenti, quasi ti mettessero in leggera difficoltà,  sembra, dalle risposte collettive, che ti manchi il respiro per una forma di imbarazzo nel ricevere complimenti, si vive per questo, per sentirci gratificati non per quello che riceviamo ma per ciò che diamo, scusami se ho usato il plurale, ma anche per noi è così, ci piace andare sempre Oltre....... e qui, visto che questi a te piacciono, vorremmo fare con  un semplice gioco: Alle domande che vengono poste bisogna rispondere con brevità, capacià di sintesi, e chi pùo spiegarrne, in un secondo tempo,i motivi della risposta. Questo "gioco" è frutto di una lunghissima ricerca per la scelta di personale o collaboratori  o ancora soci con specifiche doti,requisiti tecnici culturali e umani. Spero sia tutto chiaro. Ma facciamo le domande.

Definire l'intelligenza, che cosa è per te intelligente?, chi è intelligente?

Definire la cultura, chi è accultuarato? chi è l'ignorante?


Aspetttiamo , se ti và, le tue risposte......grazie

02/08/11

A Red.....



Lavoro di Antonella  Cinelli
Sola
 
Questo post è dedicato ad una mia tenera, sensibile ,sincera e cara amica blogger. Per molto tempo non ho visto il suo volto, questo non ha modificato il sentimento sincero e schietto che provavo e provo per lei, sono felice per la sua elevazione, per il suo mutamento, brava Red !! la tua autostima è cresciuta notevolmente.... si è elevata.
Per questo, oltre al meraviglioso quadro, gli dedichiamo una poesia che pochi ricordano, fà parte de "I fiori del male" di Charles Baudelaire per riconoscerle ciò che si è conquistata.......

                                                              Elevazione

Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
oltre il sole e l'etere, al di là dei confini delle sfere stellate,
anima mia tu ti muovi con agilità,
e, come un bravo nuotatore che fende l'onda,
tu solchi gaiamente, l'immensità profonda
con indicibile e maschia voluttà
Via da questi miasmi putridi, và a purificarti nell'aria superiore,
e bevi come un puro e divin liquore
il fuoco chiaro che riempie i limpidi spazi.
Alle spalle le noie ei molti dispiaceri
che gravano con il loro peso sulla grigia esistenza
felice chi può con un colpo d'ala vigoroso
slanciarsi verso campi luminosi e sereni;
colui i cui pensieri, come allodole,
verso i cieli al mattino spiccano un volo
che plana sulla vita e comprende senza sforzo
il linguaggio dei fiori e delle cose mute.

                                                                Tratta da "I fiori del male" Charles Baudelaire.