Unica foto di Don Giuseppe Scafoglio. |
Non era passato tanto tempo,dalla morte di mio padre, che mi sono imbattuto in un illustre bocchiglierese, questo non ha cambiato i miei obiettivi, ma li ha accelerati e focalizzati, in poche parole ho, insieme ad alcuni amici, ritenuto giusto non far disperdere tanto materiale di un illustre calabrese, anzi un bocchiglierese che ha portato in alto il paese natio.."Vucchigliari"(Bocchigliero). Ma come? Semplicemente pubblicando articoli su importanti riviste di respiro Europeo. Don Giuseppe Scafoglio nasce a Bocchigliero nel mese di giugno del 1882, esattamente 11/6/1882, da Benigno e da Filippelli Maria Vittoria. Muore a Bocchigliero il 29/ Luglio 1936, in circostanze che oscillano dal suicidio, all'omicidio, fino ad arrivare alla morte accidentale. Don Giuseppe, dopo aver conseguito la laurea in lettere nell'Aprile del 1913,e in quello stesso anno esattamente a Luglio diploma di magistero in storia e geografia e anche il diploma di filosofia, tutto all'Università di Napoli, si dedica al suo primo lavoro che pubblicherà nell'ottobre del 1916 a Bari,"Bocchigliero e Santa Maria Di Gesù". Il libro tratta del rapporto profondo che c'era tra gli abitanti di Bocchigliero, e Santa Maria di Gesù. La profonda fede dei Bocchiglieresi nei confronti della Vergine, e Don Giuseppe vide un rapporto stretto, tra la nascita del paese e la costruzione della prima chiesa, e in questo libro, non più di ottanta pagine, vi sono delle notizie molto interessanti su Bocchigliero, in maniera particolare sulla sua fondazione, l'autore ritiene che Bocchigliero sia stata fondata qualche anno dopo l'anno Mille,ma dovete leggere tutto il libro per meglio capire come si arriva a questa data . Ma Don Giuseppe non si ferma a questo libro. Comincia, da allora, a girovagare per l'Italia, insegnò, anche, a Casal Monferrato, dove comincia a scrivere articoli storico-geografici sul " Corriere di Casale", rivista con articoli non firmati, e per questo motivo non sono stati da noi rintracciati, per il momento,ma sono gli unici articoli che mancano alla nostra ricerca. Don Giuseppe scrisse su impotanti riviste; Folklore Italiano, diretta da Raffaele Corso, illustre personaggio calabrese e prof. di Antropologia dell'Universita Orientale di Napoli, autore di libri e trattati sulla civiltà contadina in ogni dettaglio, Corso partecipò attivamente,come referente della Calabria, alla prima mostra di Etnografia Italiana che si tenne a Roma, nel 1911, e da quel momento diventa strettissimo collaboratore di Lamberto Loria.Non dal 1911, ma dal 1926 R.Corso diventa amico di Don Giuseppe. Don Giuseppe scrisse, anche, su "Enotria", e qui ci corre l'obbligo di ringraziare la responsabile dell'archivio di "Enotria", la sig. Noemi Riccò, e non possiamo dimenticarci del prof. Massimo Catellani di Reggio Emilia, che ha contribuito in maniera determinamìnte al ritrovamento di alcune conferenze di Don Giuseppe, nei 10 anni di insegnamento a Rimini, dove concluse la sua carriera. A tale proposito, ci sembra giusto ricordare che abbiamo rintracciato una lettera di un prof. di lettere di Rimini, tale Otello Pasolini, il quale cercava, nel 1986, notizie sul suo prof. di latino e storia, Don Giuseppe Scafoglio. Quella lettera fu la conferma che, come bocchiglierese, mi corresse l'obbligo, ci corresse l'obbligo, di ricercare notizie sulla vita e anche sulla morte di questo personaggio controverso, ma certamente un uomo di gradi passioni e di vasta cultura. La mia ricerca parte da molto lontano,infatti, quasi dieci anni fà rilessi la prefazione della prima edizione dei "I MILLE PROVERBI CALABRESI" di Emilio Benincasa, mio padre, e nella parte finale dice "Innovazione di rilievo, nel presente volume, è l'uso della lettera"K" che ritengo pungolo di ricerca per chi scrive in dialetto calabrese, per due ragioni: una perchè la nostra Calabria è stata la Magna Grecia, ed i Greci hanno la K nel loro alfabeto; l'altra per averla riscontrata a pagina 301 dell'VIII volume della summensionata enciclopedia(TRECCANI), che tratta del dialetto calabrese". E' stato un vero pungolo, per me, e da quel momento ho iniziato, insieme ad altri amici, a ricercare l'uso della lettera kappa nel dialetto calabrese. Ovviamente sono partito dalla Treccani, nota enciclopedia Italiana, http://www.treccani.it/Portale/ ed esattamente dalla pag. 301 dell'VIII volume, dove sono andato, attentamente, a leggere ciò che c'è scritto. Mi sono imbattuto in personaggi che oggi sono sconosciuti, ai più, ma all'epoca erano note personalità culturali nel campo dei dialetti Italiani, inoltre ho iniziato a studiare il nosto dialetto, e durante questa fase ho conosciuto un personaggio che scriveva in dialetto bocchiglierese, questo è Don Giuseppe Scafoglio......non solo scrive in dialetto calabrese, usando la lettera "K",ma nasce in me, e in un numero sempre crescente di persone e amici, non solo di Bocchigliero, una grande passione, tanta curiosità e molto mistero. Da questo momento inizia una nuova ricerca,non perdendo di vista la "kappa", questa volta ci concentriamo su questo personaggio che, ha scritto tanto e non solo in dialetto. Ma andiamo per ordine, mentre mi trovavo a Bocchigliero un caro amico, Domenico Fontana, artista, pittore, scultore e grande ricercatore delle tradizioni, degli usi e i costumi, in una sola parola un grande appassionato del passato, delle radici, e con una grande voglia di trasmettere ad altri tutto questo, l'amico "Baffuto",(Domenico Fontana) negli anni ha raccolto documenti, foto e ha preparato,inoltre, diversi librettini, anche video, per documentare la storia del passato del nostro borgo, e da pochi giorni ha pubblicato un libretto sulle chiese di Bocchigliero e non solo, anche dei monasteri e degli ordini religiosi che negli anni Bocchigliero ha ospitato, mi fece vedere questo quadernino fotocopiato" Forme del sostantivo Calabrese", di Don Giuseppe Scafoglio, dove c'è l'uso della "K". Questo piccolo librettino, riuscì a far nascere in me una fortissima curiosità,ovviamente, che ben presto si trasformò in passione, a volte ossessiva. Il culmine, di questa ricerca, lo raggiusi quando ebbi la fortuna di incontrare il Prof. Domenico Scafoglio, Ordinario di Antropologia Culturale dell'Università di Salerno (Fisciano). Con il prof. Domenico Scafoglio, dopo diversi colloqui telefonici e uno scambio fitto di documenti, ci siamo incontrati all'Università di Fisciano(sa), dove sono stato sottoposto ad una serie di domande inerenti la mia ricerca su Don Giuseppe Scafoglio, i Docenti del dipartimento di Antropologia Culturale, erano curiosi di conoscere i metodi di ricerca dei documenti e degli articoli, da me rinvenuti in giro per l'Italia. E' venuto fuori che ciò che mi ha spinto in questo lavoro è stata la passione per la ricerca della lingua madre; il dialetto. Finalmente siamo giunti alla pubblicazione dei lavori scritti da questo sconosciuto, per i più,e siamo orgogliosi di presentarlo a tutti i bocchiglieresi, vicini e lontani. Non sapevamo come poter iniziare questa pubblicazione, ma poi l'aiuto c'è arrivato propio dall'analisi di tutti gli articoli e le conferenze di Don Giuseppe Scafoglio. Abbiamo ritenuto giusto partire dai quattro quaderni "Forme del sostantivo Calabrese", che sono stati determinanti per la ricerca globale di tutte le opere di Don Giuseppe. Sono dei quaderni che sono stati scritti in anni diversi ma,insieme, compongono un lavoro meticoloso ed esaustivo per lo studio del sostantivo calabrese, ed in particolare bocchiglierese e non solo. Nei quaderni ci sono dei giudizi autorevoli sul lavoro di Don Giuseppe Scafoglio, giudizi che ci consentono di tracciare un profilo delle conoscenze culturali del nosto compaesano. Non va dimenticato che alcuni dei suoi testi, sono stati già ripubblicati, e sono serviti, grazie all'insegnante Giuseppe Scigliano, a restaurare le chiese di Bocchigliero, anche se Don Giuseppe non aveva un buon rapporto con il clero di Bocchigliero. Questa è una parte della prefazione, dell'imminente pubblicazione, dei "Quaderni sul sostantivo calabrese". Ci è piaciuta l'idea di pubblicare una parte della prefazione, per meglio inquadrare la figura di questo letterato, che tanto lustro ha portato a questo borgo in anni in cui non esistevano strade, ma semplicemente mulattiere e tratturi. Vogliamo rendere, il dovuto, omaggio a chi per troppo tempo è rimasto nell'ombra.
Uma semana lindaaaaaaaaaaa!!!
RispondiEliminaBjkas
Ciao Piero e ciao a tutta la Redazione del blog,
RispondiEliminabellissimo questo post...l'ho letto d'un fiato. Mi affascina da sempre il rapporto fra l'uomo e il dialetto: è un rapporto d'amore, di nascita, estremamente primordiale. Quello che mi ha più colpito è la preziosità riconosciuta di una lettera. E' incredibile quanto una lettera significhi nella vita delgi uomini. Il suo uso o disuso è segno di una condizione, di un periodo storico..di una piccola grande rivoluzione. Grazie per questo bellissimo post.... ho vissuto l'eco della passione di Piero nel cercare le radici più profonde della sua storia, sentito il fruscio delle carte consultate, il suono dei cassetti aperti e chiusi degli archivi, il tono sommesso di chi sa ancora raccontare.
Bellissimo.
Un saluto caro a tutti e un abbraccio fortissimo a Piero
ma che bello questo progetto!!!Conservare il dialetto vuol dire preservato la nostra memoria, la nostra storia. Pena che io ho sostenuto un esame all'università sul dialetto e come prova "pratica" ho intervistato la mia bisnonna (quasi centenaria), registrandola e poi trascrivendo dettagliatamente il discorso con la parte fonetica. Un esame bellissimo, perché lei si sentì parte di un progetto "importante". Un caro saluto Piero.
RispondiElimina@Alè...grazie... costanza e coerenza rimangono i baluardi di chi và Oltre.... come noi.
RispondiElimina@ Red, non basta questa risposta al tuo pensiero... non occorrono ulteriori aggiunte a chi usa la passione come prima, e a volte unica, energia, la quale ci consente di fare ciò che facciamo, siamo i nuovi ricercatori di una era che, per troppi motivi, rischia di essere dimenticata... ma la nostra letteratura italiana, il poema, i racconti e le leggende attingono a piene mani alla tradizione, al dialetto e all'amore che mosse uomini per tramandare ad altri le radici...
infinitamente grazie...
Piero
@TdM, cogliamo nel segno chi ha capito la strada, siamo con l'Università di Salerno per proporre di estendere l'uso del dialetto nelle scuole inferiori.. sapendo che si parte dalle origini per spiccare degnamente il volo.
Grazie.. e Oltre
Piero
Carissimo Pierino, sono un tuo estimatore per il lavoro che stai portando avanti e spero che riuscirai a raccogliere tantissimo materiale su Don Giuseppe Scafoglio, perchè sicuramente trattasi di un personaggio di notevole spessore culturale. Come ti ho detto in altre occasioni anche io sono affascinato dalle cose del passato riguardanti il nostro paese per questo leggo molto volentieri il tuo blog.
RispondiElimina@Leonardo, le cose del passato sono patrimonio culturale e storico del presente e del futuro, ci fà immensamente piacere che tu ci legga e soprattutto che Don Giuseppe incuriosisca un pò tutta la collettività, a presto la presentazione degli scritti in dialetto che contribuiranno alla fortificazione delle nostre radici, e affinchè chi si accingerà a scrivere in dialetto, abbia un buon punto di partenza, per non commettere errori grossolani.
RispondiEliminaun affettuoso saluto Piero