02/10/11

La Superbia I°vizio capitale...di Leonardo Mazza

Questo è il primo dei vizi capitali, inizieremo da questo per arrivare a pubblicare tutti i 7 vizi capitali scritti da Leonardo Mazza da Bocchigliero.
Tanti ci chiedono notizie su questo paesano, noi ci stiamo provando.. intanto gustatevi come scriveva questo bocchiglierese.


                     

La Superbia
La Superbia

Qual uragano, che dai monti altieri
   Cala fremendo, e nelle valli amene
   Lascia di sue ruine orme, e sentieri;
Qual'onda, che mugghiando altra sen viene
   Accavallata su i cerulei campi
   Scuotendo i fianchi delle rauche arene,
Qual notte oscura, a cui funesti lampi
   Squarciando il seno, e nel notturn'orrore
   Sembra che il mondo abbandonato avvampi;
Tale fra noi quaggiù scese un errore,
   Nato nel cielo, ed alla stirpe umana
   Cagion di pianto immenso, e di dolore;
E la superbia! Di satan la vana
   Cieca lusinga di uguagliarsi a Dio,
   Che in sè si ride di una mente insana.
Ove innalzi,Lucifero, il desio?
   Di farti un Nume? Oìbò! Vana è l'impresa,
   Se del mare maggior vuol fars' il rio.
Empio! Punisce l'inaudita offesa,
   Il Ciel, che abbatte la ribella schiera,
  Che nel fuoco infernal giace prostesa.
Dimmi, Adamo, dov'è la tua primiera
   Santa virtù, che ti facea dal Cielo
   Scende l'angel di Dio da mane a sera?
Più non sei giusto: e di ria colpa il velo
   Adombra l'alma tua, onde avvilito
   Andrai ramingo, esposto al caldo, al gelo;
Anche al soglio di Dio volgesti ardito
   L'avido sguardo; e nell'ardir tuo cieco
   Non conoscesti ch'ei tropp'alto è sito?
L'Eden lasciasti, in solitario speco
   Ad abitar ne andasti; e nell'esiglio
   La Morte, il Pianto, il Duol vennero teco;
Perchè della superbia il duro artiglio
   Carpì del core tuo le voglie impure
   Onde impudente al Ciel volgest'il ciglio:
E del Nume spezzando le fatture,
   Che a te d'intorno quai zelanti ancelle
   Somministravan le modeste cure.
Al tuo Signor ti fèsti,ahimè!ribelle,
   E della Terra nn curando il Trono,
   Far ti volevi un di' Re delle stelle.
Vana lusinga!Le creature sono
   Atomi vili,che disperde un solo
   Girar di ciglio dell'eterno Buono.
Quelli che vuo!troppo innalzarsi al volo
   D'Icaro imi'tà i mal sicuri vanni,
   E vien dall'alto a rotolar nel suolo.
Quegli che vedi sui gemmati scanni,
   Superbo assiso,del Signor la mano
   Nella miseria immerge,e negli affanni:
E l'infelice si dibatte invano;
   Chè i vili esalta,e i potenti abbatte,
   Del tutto il Re col suo poter sovrano.
Quei,che l'aspro sentier di gloria batte,
   E fra i disagii di una vita onesta
   Ama virtude,e il vizio sol combatte,
Nol vedi burbanzoso alzar la testa,
   Ned insultare il debole che geme
   Sotto capanna ruvida,e modesta:
Umil cammina;nè il dispregio teme
   Di un qualche vil;nè la calugna infame
   Con l'alito pestifero lo preme.
Quegli,al contraio,che le ingorde brame
   Volge ad onor da lui unqua mertati,
   Superbo incede fra le genti grame,
Tutti i buoni son già da lui sprezzati:
   Ed ei;perchè si vede in qualche posto,
   Vuol tutti ai piedi veder prostrati.
Ei vile!tenda d'innalzarsi a costo
   Della virtude,e dell'altrui fortuna,
   Chè un cuor malvagio a dentro il sen nascosto.
Quale sentina in cui tutta si aduna
   La impura feccia di orrida sozzura,
   E' dei superbi il cor, che in se raguna
D' infami vizii orribile lordura,
   Che sopra i monti, e nell'ameno lande
   L'alito emana di sua peste impura.
Non è l'impiego, che fa l'uomo grande,
   Ma è l'uomo grande,  che il suo posto onora,
   E a sè d' intorno chiara luce spande.
Un uomo infame il posto disonora;
   E sempre è vil, quantunque burbanzoso
   Con vera ipocrisia l' opre colora:
Non innalzi la fronte baldanzoso
   Quegli,  che sol di falsi merti è adorno;
   Ma chini al suolo il guardo vergognoso.
Come coi raggii il sol rischiara il giorno,
   Così con l'opre la virtù si mostra,
   E sempre briila dell'invidia a scorno.
E voi, dinnanzi a cui tutta si prostra
   Umil plebaglia intimorita, e vile
   Adulatrice della boria vostra.
Credete che vi scorra un più gentile
   Sangue per dentro alle patrizie vene,
   E sia la stirpe d'altra gente umìle?
Credete che sia grande chi ritiene
   Cento degli avi affumicate tele,
   Lieti ricordi di sofferte pene?
Chi è degli avi suoi germe infedele
   E vanta sol di quei la glori' antica,
   Li disonora in modo assai crudele.
A quei, che tiene la virtù nemica,
   E non ha merti personal', il vanto
   Che giova dell'altrui fronte pudica?
Fa come quei, che in su la scena il manto
   Indossa dei sovrani, e rappresenta
   Un finto Rege; un Baco, un Radamanto,
Fa come Scimia, che imitar già tenta
   L' opre dell'uomo, e spinge il volgo al riso
   Quando la vede alla bell' opra intenta.
Giù, vigliacchi, abbassate il fiero viso;
   Nè della stirpe producete i vanti,
   Quando avete di fango il capo intriso.
Oggi vediam fra noi mille furfanti
   Dal regolo sotiti, o dall'incude,
   Vantar natali, e poi farsi arroganti.
Vili ! Voi stessi la superbia illude,
   E l'arroganza vostra ognun disprezza ;
   Chè un cuor vigliacco nel suo sen racchiude
Ogni patrizio, la cui grande altezza
   Solo consiste in arrogante fasto
   Di titoli mal compri, e di fierezza.
V' è chi si vanta d' ubertoso e vasto
   Retaggio di poderi, e di tesori
   Dagli avi trapassati a lui rimasto:
Ed ei ripon la cima degli onori
   In posseder dovizie in abbondanza,
   Qual mezzo di delitti, e disonori.
Dimmi : perchè nel cor tanta baldanza?
   Perchè sei ricco? Ebben ! nel sol danaro
   Tutta riponi, o vil, la tua jattanza?
Fors'è l'acquisto di malvagio avaro
   La tua ricchezza, o figlia di un delitto,
   Che il ricordarlo ti sarà discaro.
Ogni uomo onesto, che cammina dritto,
   Dopo molte fatiche appen' acquista
   Quanto gli basta a procacciars' il vitto.
Ond' egli suda, gela, e si rattrista,
   E in fin degli anni alla diletta prole
   Lascia miseria di virtù commista.
Che val dunque, o superb' il far parole,
   E millantarvi di propizia sorte,
   Se l' opre vostre sono esposte al sole?
Se in man tenete il dritto del più forte?
   Rubate , assassinate ogn' uom onesto?
   Vili e furfanti a voi fanno la corte?
Onde vi giova il camminar modesto,
   Acciò nessun vi guardi, e nella mente
   Non ridesti per voi pensier funesto.
Vedi avanzare ancor superbamente
   I semidotti, che imparato avranno
   Appena un cujus, o non sanno niente ;
Onde li vedi assisi in su lo scanno
   Far i dottori, e schiccherare al volgo
   Mille sentenze, che le bestie sanno.
Ahimè ! che invano il mio pensier rivolgo
   A questa vile perfida canaglia,
   E dei delitti loro invan mi dolgo.
E' il tempo, in cui soltanto la murmaglia
   Degli ignoranti, dei superbi, e tristi
   Fiera s' innalza, ed i vigliacchi abbaglia !
Vedi una ciurma d' ignoranti artisti
   Delle bell' arti profanare il tempio;
   E star Filosofia entro i Sofisti.
Poi delle leggi vedi orrendo scempio
   Far gli avvocati tutti, e i magistrati,
   Che fanno Astra tremar pel tristo esempio.
Vedi colà superb' innamorati
   Vantar l'amore di pretesa donna ;
   Cui giungono, ma indarno, i trsti piati.
Veggio superba mettersi la gonna
   Quella furbetta , che le donne imita
   Del Tevere, dell'Arno, e di Garonna.
Vili ! non sanno che la corta vita
   Sempre trascorre, ahimè ! dentro gl' inganni,
   E di lusinghe vane ancor nutrita?
Giù giù calate, o superbotti, i vanni,
   Nè della sorte vi fidate assai ;
   Chè nella gioia vengono gli affanni.
Sol nei dorati alberghi entrano i guai,
   E della plebe, dall' umil capanna
   La pace, il fido amor non fuggon mai.
Or tu che vuoi sederti in su la scranna
   Per giudicar da lungi mille miglia
   Con la veduta corta di una spanna.
Sappi che di Satanno infausta figlia
   E' la superbia, ed il Signor discaccia
   Dal core suo chi a lei si rassomiglia ;
E gli umili soltanto al seno abbraccia.










8 commenti:

  1. Passando pra deixar meu desejo de um domingo maravilhoso,


    Bj

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  2. La vita terrena è breve...è meglio accumulare tesori in Cielo, dove la vita è eterna.

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  3. grazie degli auguri Piero,felice settimana

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  4. Notevole!!!
    Complimenti!!!
    La superbia, però, porta solo danni... a se stessi e agli altri... meglio l'altruismo...
    Felice sera

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  5. notevole, caro Piero, e notevole anche lo sforzo della tua compagna nel trascrivere perfettamente questa bellissima ode. P.S. da me c'è un voto che devi (spero) dare :)

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  6. Prima di tutto grazie a tutte voi dei pensieri che avete lasciato, pensieri intrisi di messaggi chiari e sinceri, che arricchiscono questo condividere, scevro da secondi fini, e protesi verso una alta forma spirituale e sensibile. Poi, non possiamo dimenticarci di far votare per la nostra amica blogger... correte a votarla http://www.turistadimestiere.com/ .Grazie di aver apprezzato, continueremo a pubblicare gli altri vizi capitali, di tanto in tanto, di Leonardo Mazza da Bocchigliero... Grazie ancora

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  7. I superbi sono individui che non hanno amici, che si sentono esclusi e non accettati e spesso a disagio anche con se stessi (senza mai ammetterlo…). Questa sgradevole sensazione inizia nei primi anni di asilo e/o scuola, quando per la prima volta ci si confronta con gli altri, quando non si viene accettati nel “gruppo” e ci si sente isolati. Quando a casa il problema si “svilisce” con una semplice carezza sul capo e un sorriso senza parole.
    La conseguenza di tale stato porta ad una introversione egocentrica che non lascia più spazio all’introspezione, alla crescita dell’autostima e accettazione, ma alla ricerca del successo_consenso estremi, il cui unico obiettivo èl’affermazione di se stessi, priorità assoluta su tutto e tutti, riscatto e vendetta.
    La ricerca spasmodica del successo li rende cinici e spietati, godono del disagio e/o sconfitta altrui e gonfiano il petto soddisfatti.
    La superbia porta ad azioni compulsive_ossessive che spesso evolvono in modo violento giustificate machiavellicamente.


    Grazie alla tua meravigliosa compagna per la trascrizione.
    Vi auguro una splendida giornata.

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  8. Prezioso commemto il tuo Minu, che riecse bene a dare il senso vero della superbia... vizio di tanti e comprenzione di pochi della sua antagonista.... modestia
    Grazie del tuo bellissimo commento
    Piero

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