In questi giorni di ferie, di calura con nomi mitologigi, non si placa la polemica tra la Procura di Palermo e il capo dello stato. Qualcuno ancora si ostina ad usare il condizionale per la trattativa stato- mafia. La presidenza della Republica ha denunciato la Procura di Palermo e qualche giornalista si ostina ad usare il condizionale, Perchè?... questo bisognerebbe chiederlo a Eugenio Scalfari. Ma noi non lo perdoniamo, come ha fatto Antonio Ingroia. Perchè queste sono accuse di calunnia ad un organo dello stato, la magistratura, superiore a qualsiasi giornalista, anche di Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, e padre del giornalismo italiano.

di Antonio Ingroia
Sono assai stupito che un padre del giornalismo, in genere molto attento a essere dettagliatamente informato su tutti i temi che è solito affrontare, ignori la normativa ed esprima un’opinione così disinformata, accusando la Polizia giudiziaria e la Procura di Palermo di illeciti gravissimi. Noi abbiamo sempre e soltanto applicato la legge con il massimo delle cautele (…)
Oggi purtroppo [Scalfari] commette un infortunio che normalmente non accade a giornalisti di questa levatura, semplicemente non essendosi informato sulle leggi vigenti in Italia oggi, e accusando [la Procura di Palermo] di aver commesso degli illeciti … siamo tra la diffamazione e la calunnia, ma comunque sorvoliamo, perdoniamo a Scalfari per la sua storia questo tipo di reazione per la verità un po’, diciamo così, sopra le righe. Antonio Ingroia non è solo un magistrato integerrimo, che applica “la legge eguale per tutti”, è anche un gran signore. Domenica sera, durante un dibattito alla “Festa dell’Unità”, ha replicato alle accuse di Scalfari (fondate sul nulla, se dovessimo usare una locuzione molto in auge nel Colle più alto), ma lo ha anche perdonato in nome della sua storia di padre del giornalismo.

di Antonio Ingroia
Sono assai stupito che un padre del giornalismo, in genere molto attento a essere dettagliatamente informato su tutti i temi che è solito affrontare, ignori la normativa ed esprima un’opinione così disinformata, accusando la Polizia giudiziaria e la Procura di Palermo di illeciti gravissimi. Noi abbiamo sempre e soltanto applicato la legge con il massimo delle cautele (…)
Oggi purtroppo [Scalfari] commette un infortunio che normalmente non accade a giornalisti di questa levatura, semplicemente non essendosi informato sulle leggi vigenti in Italia oggi, e accusando [la Procura di Palermo] di aver commesso degli illeciti … siamo tra la diffamazione e la calunnia, ma comunque sorvoliamo, perdoniamo a Scalfari per la sua storia questo tipo di reazione per la verità un po’, diciamo così, sopra le righe.
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