03/01/12

La Befana

Lavoro eseguito dall'insegnante Teresa Brunetti, per Liriche in vernacolo calabrese

Tra pochi giorni arriva,come da tradizione, la Befana e noi vogliamo ricordarla con una poesia in vernacolo calabrese. Come avevamo promesso la traduciamo in italiano, pur sapendo di perdere la musicalità vernacolare ,lasciamo a voi la libertà di decidere, buona lettura.


                              ' A  BIFANA
                                                          
             Iu ma ricùardu lenta,jiaca e bekkja,
             'na vesta longa, tinta e menza rutta,
             'nu saccu 'ntuppellatu subb'i spalli
             e pupe,cavlluzi e ppalle e gomma.
             Subba 'nu libru vìekkju l'haju vista
             doppu chi 'n'annu, a sira e a Bifana,
              'a mamma m'avìe dittu ppe 'mpicare
              'ntra cimineja 'nu quazìettu lùangu
              ch'a mmenzannotte passave lla Bifana
              e 'ntru quazìettu e di guagliuni buoni
              lassave jocarìalli e ccose bone
              e ccinnara e ccarbuni ppe lli tristi.
              Stampatu m'è rrimastu 'mprunta e 'nkore
              chillu chi cc'ere 'ntu quazìettu miu:
              'na palla e gomma subb'u focularu
              e 'ntru quaziettu, 'mpinti a 'nna patata,
              'nu pugnu e quattrusordi tutti nùovi
              'na busta e garramelle e 'nnu turrune
              e 'ntru pedale cinnara e ccarbuni.

                                              
                             LA BEFANA

           Io la ricordo magra, bianca e vecchia,
           con una veste lunga, sporca e per metà  rotta
           un sacco stracolmo sopra le spalle pieno
           di pupazi, cavallini e palle di gomma.
           Sopra un vecchio libro l'avevo vista
           dopo che un'anno, la sera della Befana,
           mia mamma mi aveva detto per appendere
           nel camino una calza lunga
           che a mezza notte sarebbe passata la Befana
           e nella calza dei bravi ragazzi
           lasciava  giocattoli e cose buone
           e cenere e carbone per i monelli.
           Stampato mi è rimasto in fronte e in cuore
           quello che c'era nella mia calza:
            una palla di gomma sopra il camino
            e nella calza, attaccati ad una patata,
            un pugno di quattrosoldi tutti nuovi
            una busta di caramelle e un torrone
            e in fondo  cenere e carboni.
                   

                                                           Tratta da: Liriche in vernacolo calabrese
                                                                        di Emilio Benincasa
                 

4 commenti:

  1. Passando pra deixar meu carinho,

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  2. Le tradizioni vanno tramandate, Piero.

    Buona Epifania.

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  3. Ola meu amigo, obrigado pela visitinha,e quero também desejar-te muitas felicidades e alegrias neste ano que desponta.Meu grande abraço.

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  4. Si è vero, la traduzione perde un pò di bellezza e musicalità... ma per chi non conosce questa lingua (mi piace chiamarla così)deve affidarsi necessariamente alla traduzione.
    Complimenti all'autore... tuo padre scriveva dei versi davvero molto belli.
    Bella anche l'immagine della Befana... complimenti anche all'artista
    Buon fine settimana

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