25/12/09

Le feste.....e le tradizioni



Era l'aurora dell giorno dell'Immacolata e ho avuto il piacere di osservare colori straordinari che spesso,a dire il vero, si osservano da questo remoto lembo di Calabria, Bocchigliero (cs). La sera prima, il 7 dicembre è tradizione preparare dei falò nei vari rioni del paese, e un tempo, non troppo remoto, si faceva a gara tra i rioni per fare il falò più grande e che durasse più a lungo.I falò hanno origini pagane, essi servivano a scacciare tutto quello che era negatività; dalla siccità, alle abbontanti piogge,o alle copiose nevicate,  nonchè magarie e fatture di ogni genere,qui mi piace ricordare un vecchio proverbio: "allu munnu a essare cumu nu prisuttu, ne tantu magru ne grassu tuttu"., insomma  la virtù stà nel centro. E "Focare", questo il nome dialettale, non hanno origini religiose ma si perdono nella notte dei tempi pagani. Inoltre si festeggiava intorno al fuoco; con canti, balli e brindisi il solstizio d'inverno, per l'allungarsi delle giornate e per i primi germogli, forieri di abbondanza, rimasti sotto il freddo terreno per molto tempo. , e "focare" come altro momento aggregativo e sociale, per fare nuove e più sincere amicizie, e perchè no innamorarsi durante la serata dei falò. Oggi non è più così, "e focare" non hanno più questo antico significato, ma è giusto che le giovani generazioni conoscano il vero spirito dei falò.I Falò si fanno la vigilia dell'Immacolata,il 7 dicembre, e la vigilia di Natale, il 24 dicembre. Spero abbiate apprezzato, il 15 u.s., la bellissima puntata di Geo & geo, dedicata alla pece, se così è stato allora sintonizzatevi  su Rai 3 il primo gennaio 2010, dopo le 17, per guardare la puntata dedicata alla strenna, "a strina". Rituale questo molto antico e oggi non più in uso. Essa, la strenna,faceva parte delle tradizioni delle feste natalizie,consisteva in una semplice ed efficace richiesta da parte dei bambini agli adulti; genitori, zii, e parenti, "Buongiono e buon anno fammi la stremnna che è capo d'anno", questo il primo di gennaio, la risposta,da parte degli adulti, era quella di mettere le mani nel portafoglio per prelevarne qualche moneta e far così felici i bambini. Ricordo perfettamente che, quando noi eravamo bambini, facevamo questa cosa con molto entusiasmo e devo dire anche soddisfazione, raccogliendo dai parenti tante monete sonanti da poter spendere a nostro piacimento. C'era poi la strenna che la sera della vigilia, il 31 dicembre, veniva fatta da cantori di ogni genere, amici, conoscenti e anche sconosciuti. Questi, armati di strumenti musicali, i più disparati, andavano in giro per i rioni del paese, "e rughe", e individuata la casa amica
 cantavano la strenna, che augurava a tutti i componenti della famiglia successi e felicità......anche questa tradizione è scomparsa, ma non nei ricordi di quanti l'hanno vissuta, e comunque, a breve, pubblicheremo uno sritto sulle tradizioni delle feste natalizie. L'ultima festa è l'Epifania, un tempo anche dedicata agli animali, dell'epifania vogliamo qui ricordare una bellissima poesia:    

                                                                "A BIFANA"
Iu ma ricùardu lenta, janca e bekkia,
'na vesta longa, tinta e mmenza rutta,
'nu saccu 'ntuppellatu subb'i spalli
e pupe, cavalluzzi e ppalle e gomma.
Subba 'nu libru vìekkju l'haju vista
doppu chi 'n'annu, a sira e a Bifana,
'a mamma m'avìe dittu pe 'mpicare
'ntra cimineja 'nu quazìettu luangu
ch'a mmenzannotte passave lla Bifana
e 'ntru quazìettu e di guagliuni buani
lassave jocarìelli e ccose bone
e ccinnara e ccarbuni ppe lli tristi.
Stampatu m'è rrimastu 'mprunta e 'nkore
chillu chi cc'ere 'ntru quazìettu miu:
na palla e gomma subb'u foculare
e 'ntru quazìettu, 'mpinti a 'nna patata,
'nu pugnu e quattru sordi tutti nùavi
'na busta e garramelle e 'nnu turrune
e 'ntru pedale cinnara e carbuni.

Da "Liriche in vernacolo calabrese" di E. Benincasa
Dimenticavo, un sereno Natale a tutti voi e un ottimo 2010,che possiate ottenere tutto ciò che desiderate......e oltre.

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