11/05/16

Avere è potere!....Volere è potere!




Da tempi memorabili tutti quelli che hanno posseduto, quasi in maniera automatica, hanno voluto il potere.
Hanno desiderato, più di ogni altra cosa materiale, il potere di decidere, il potere di legiferare, il potere sulla divisione dei beni comuni, il potere sulle masse, il potere di arraffare tutto ciò che gli capitasse a tiro.
Il vecchio e saggio Andreotti, grande stratega e statista, soleva spesso dire "Il potere logora chi non c'e lo ha".
E' nella natura umana avere, possedere e accumulare, anche se questo spesso si trasforma in avarizia, cattiveria e chiusura in se stesso, per rimanere soli.
La letteratura è piena di questi esempi, tra tutti ci tocca ricordare; "La roba" di Giovanni Verga e "L'avaro" di Moliere.
Anche la cinematografia è ricca di film su gli  avari.
L'uomo ha, dentro se stesso, quasi una mal formazione genetica, ma i tempi stanno cambiando, lontano e quasi inpercettibile c'è la luce di un nuovo mondo, dove tanto deve cambiare, dove ancora il percorso è in salita, le coscienze dovranno maturare; verso una crescita culturale e morale, dove la solidarietà deve essere un valore di condivisione reale e non si può costruire muri arredati di filo spinato, dopo quello che l'Europa ha subito con i totalitarismi, non è il caso che ci si comporti in modo repressivo, ma al contrario c'è da selezionare le migliaia di uomini, donne e bambini che fuggono dalle guerre.
Attenzione e severi controlli, è un suggerimento che vorremmo dare, c'è, in atto, un mutamento veloce delle coscienze, del modus operandi, del comportamento quotidiano.
Pasolini, che non va mai dimenticato, nelle sue citazioni, nei suoi ragionamenti intorno al mondo che scompare, le periferie, c'è una perdita di valori e di dignità.


Penso che sia necessario educare
le nuove generazioni al valore
della sconfitta.
Alla sua gestione.
All'umanità che ne scaturisce.
A costruire un'identità capace di
avvertire una comunanza di
destino, dove si può fallire e
ricominciare senza che il valore e la 
dignità ne siano intaccati.
A non divenire uno sgominatore sociale, a non passare
sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti,di
prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta,
che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci
il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire,
del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran
lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene.
E mi riconcilia con il mio sacro poco.

                      Pier Paolo Pasolini


Resp. Blog
Piero Benincasa




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